Verso le 7 di questa mattina, 25 giugno, il Soccorso alpino di Cortina è stato attivato per il mancato rientro di due alpinisti slovani da una scalata sulla Tofana. Lo comunica l’Addetta Stampa del Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto, precisando: «A lanciare l’allarme la vicina di camper di una coppia, che, dopo aver ricevuto ieri sera alle 23 dai due un messaggio, in cui la avvertivano che stavano scendendo sulla neve dopo aver scalato una via, questa mattina al suo risveglio ne aveva trovato un secondo, spedito alle 5, in cui la coppia chiedeva aiuto perché era bloccata».
Stamane pertanto, per anticipare il maltempo, l’elicottero dell’Air service center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi, ha imbarcato al Rifugio Dibona due soccorritori della Guardia di finanza per una ricognizione e ha subito individuato la coppia, 37 anni lui, 34 anni lei. «Usciti verso le 21.30 dal Secondo Spigolo di Rozes ieri, in rientro dalla Via Costantini-Ghedina, i due si erano diretti verso la Cengia che porta al Giussani, ma anziché procedere sul traverso, avevano preso un canale in discesa sotto il Primo Spigolo attrezzando le doppie, finché non erano rimasti incrodati. Sbarcati 70 metri più sotto, i soccorritori hanno raggiunto gli alpinisti e con loro si sono calati in un punto agevole per il recupero, dove è stato sbarcato il tecnico di elisoccorso dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Le nuvole e le turbolenze hanno però a lungo impedito l’avvicinamento dell’eliambulanza e costretto la squadra ad abbassarsi ancora. Non appena le condizioni lo hanno consentito, verso le 12.30 l’elicottero ha ultimato il recupero».
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9 commenti
Rita S.
Buonasera. Mi sono presa la briga di guardarmi un paio di relazioni descrittive della via alpinistica in questione: entrambe indicano il grado di difficoltà (5+/6) nonché il tempo medio di percorrenza (9/10 ore). Se la segnalazione che la coppia dà mentre inizia la discesa corrisponde alle ore 23,mi chiedo: a che ora è stata affrontata la salita? È stato preventivamente consultato il meteo, particolarmente ballerino da tempo? C’è la consapevolezza che per chi soccorre esiste comunque un certo rischio? Non basta l’amore per la montagna, spesso vissuto come una conquista. Umiltà, umiltà, umiltà.
Stefano Massaria
Hai perfettamente ragione. Purtroppo ultimamente in montagna è pieno di imbecilli che si mettono nei guai perché sono imprudenti e impreparati. È giusto soccorrere chi ha un incidente o un imprevisto, non chi si mette nei guai perché non usa il cervello. Io vado in montagna da quasi 50 anni e ne ho viste di tutti i colori. Fosse per me certi personaggi non li andrei neanche a soccorrere, specie quando mettono a rischio la vita dei soccorritori…..
Giuliana Zinelli
Ha perfettamente ragione le persone specialmente quelle che vanno in montagna sono troppo avventate!
Michele Bologna
Se solo si frequentassero corsi CAI o altre associazioni che preparino alla montagna nel suo complesso…
Quì non si tratta di infortunio o sfortuna, ma di ignoranza bella e buona.
Giorgio
Perché fare ipotesi sulla responsabilità e capacità alpinistiche di sconosciuti, senza sapere come siano andate le cose?
Pare ci sia se stato un errore in discesa: capita!
Alessia
Premetto che credo sia un principio civile irrinunciabile soccorrere chiunque si trovi in difficoltà in montagna. E’ mia opinione però che chi si mette nei guai per impreparazione, mancata conoscenza del luogo e imprudenza che sottendono una certa superficialità e’ giusto paghi il soccorso. Questo può servire, si spera, per ambire ad una maggiore preparazione per le prossime avventure
Annalisa
Sono pienamente d’accordo con te
Menini Italo
Sante parole….. quando vi sia manifesta imprudenza o dabbenaggine credo sia giusto procedere quantomeno all’addebito di tutte le spese e magari anche di una multa perché possano riflettere e far tesoro di una pericolosa avventura finita bene
Franca Castagnotto
Sono pienamente d’accordo con i commenti qui sopra,la montagna nn è per tutti e soprattutto per gli ignoranti,che ignorano l’eventuale rischio di chi , spesso facendo volontariato,li va a salvare rischiando appunto la vita