«Un santo di tutti». È ricorsa mercoledì 26 giugno la memoria liturgica di san Vigilio di Trento, che dal 2016 è il patrono del comune di Alpago. Con queste parole è stato definito durante la celebrazione eucaristica officiata in suo onore nel tardo pomeriggio di mercoledì 26, presso la chiesa parrocchiale di Farra d’Alpago per via dell’inagibilità della chiesetta nelle vicinanze del cimitero a lui dedicata. San Vigilio, le cui origini (probabilmente romane) sono sconosciute, è stato uno dei primi vescovi di Trento. Subito dopo l’elezione a vescovo trattenne una corrispondenza epistolare con sant’Ambrogio, vescovo di Milano. Si impegnò a evangelizzare il trentino, che nel quarto secolo era ancora fortemente pagano, assieme a tre diaconi inviatigli da Milano e che per quest’opera vennero uccisi. Nel 400 o 405 anche Vigilio subì il martirio.
Queste note agiografiche sono state riprese anche durante l’omelia da don Lorenzo Sperti, che ha presieduto la celebrazione. Il parroco di Farra e Santa Croce ha voluto sottolineare, attingendo a ricordi passati, come san Vigilio è sempre stato un punto di unità e comunione tra le persone dell’Alpago pur apartenendo a comunità parrocchiali e civili diverse. «Mi permetto di credere – ha affermato don Lorenzo – che sia stato proprio un bel segnale quello di volere san Vigilio come patrono del comune Alpago; cosa piuttosto inusuale perché i patroni in genere sono legati a comunità parrocchiali (…). L’importante è come noi la sentiamo”. La figura di san Vigilio “uomo di pace e di riconciliazione, di unione fino alla fine” è emblematicaanche ai giorni nostri seppure si tratta di “un tema che è difficile oggi da proporre alla nostra mentalità dove ha ragione chi prevale. Invece il motto di san Vigilio, che poi è stato quello del Signore Gesù (…) era vincere soccombendo».
Presenti anche don Christian Mosca, parroco di Cornei, Puos e Sitran-Bastia, che ha concelebrato, e una rappresentanza dell’amministrazione comunale. La Messa è stata resa solenne grazie al prezioso gruppo di chierichetti e al coro di voci sostenuto all’organo suonato niente di meno che dal sindaco Alberto Peterle. Prima della benedizione finale, don Lorenzo ha posto all’attenzione il fatto che ogni celebrazione è resa bella soprattutto grazie alla presenza dei fedeli che oggi giorno sono sempre più chiamati a uno spirito di condivisione dettato da nuove necessità di varia natura.
Paolo Sitran
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