«Le risorse derivanti dalla monetizzazione degli extracanoni sono fondamentali per il nostro territorio. E quindi devono essere sbloccate. Ribadiremo questo concetto finché non avremo a disposizione i soldi che spettano al Bellunese grazie alla Regione Veneto e a un’iniziativa dell’assessore Bottacin». Lo ha detto il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin, dopo che l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin ha chiamato Palazzo Piloni alla “battaglia comune” sull’importante tema.
La questione è quella dei cosiddetti “extracanoni” idrici, vale a dire la monetizzazione della quota di quell’energia che per legge regionale (la 27/2020) i grandi concessionari devono cedere gratuitamente ai territori (220 kiloWattora per ogni kiloWatt di potenza nominale media di concessione). Extracanoni che dovrebbero valere all’incirca 18 milioni di euro per il Bellunese, ma ad oggi il territorio non ha visto neanche un euro, perché i grandi produttori idroelettrici (l’Enel nel caso della provincia di Belluno) hanno fatto muro, impugnando la legge regionale e tutte le ordinanze ingiuntive, e pertanto non hanno versato il corrispondente economico.
«La Provincia oggi sta preparando un ordine del giorno che porteremo in consiglio provinciale tra agosto e settembre», ha spiegato il presidente Padrin. «Un documento che richiama i produttori idroelettrici ai loro doveri e chiede agli enti superiori di fare in modo di sbloccare la situazione. L’ordine del giorno poi sarà inviato a tutti i Comuni perché lo approvino nei rispettivi consigli, perché questa, come giustamente dice Bottacin, è una battaglia dell’intero territorio bellunese».
La Provincia non può invece entrare nella battaglia giuridica al fianco della Regione, in quanto non è la beneficiaria diretta della monetizzazione degli extracanoni, ma solamente l’ente intermedio chiamato a distribuirli, e anche perché gli atti impugnati dai grandi produttori idroelettrici riguardano iniziative regionali. «Ma siamo pronti a fare tutto quello che è nelle nostre facoltà per difendere il giusto riconoscimento del territorio e di quello che gli spetta», ha proseguito il presidente Padrin. «Da tempo siamo sollecitati da sindaci, case di riposo e terzo settore, perché queste risorse possano essere messe a terra. È doveroso dare risposte, per di più a fronte di una legge regionale che prevede di utilizzarli principalmente per capitoli del settore sociale. In questo senso, come richiesto dalla Regione Veneto, pur in attesa di avere le risorse e nella speranza di averle quanto prima a disposizione, abbiamo già definito un regolamento per l’utilizzo che dettaglia i criteri generali indicati dalle delibere regionali attuative della legge».
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