La collana «Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese» si arricchisce di un nuovo capitolo, anzi, 21 anni dopo è «tornata sul luogo del delitto», come si legge nei saluti che aprono il nuovo volume, dedicato all’Oltrepiave cadorino che è stato presentato ieri a Laggio di Cadore. Era infatti il 2003 quando la Provincia di Belluno – insieme a Diocesi e Gal Alto Bellunese – diede alla luce il primo volume di quella che sarebbe diventata una preziosa e fortunata collana e quel primo volume parlava proprio di Vigo, il territorio da cui tutto è nato. Adesso la ricerca storica e delle evidenze artistiche si arricchisce di un nuovo libro, che ritorna nell’Oltrepiave allargando l’indagine anche a Lorenzago.
«Tesori d’arte è un format che funziona. Non è facile infatti per una collana di questo genere superare i vent’anni di vita. E farlo con l’entusiasmo della prima volta, dopo aver coperto quasi tutto il territorio provinciale, è tutt’altro che scontato», commenta il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «È un format che funziona anche perché mette insieme le forze più autentiche del nostro territorio – Provincia, con un grande lavoro di squadra da vent’anni dei nostri uffici, Diocesi, Gal, Soprintendenza, Parrocchie, Comuni, Unioni Montane, Magnifica Comunità di Cadore… – dando spazio agli esperti e agli studiosi, per aprire scrigni d’arte e consegnare al lettore informazioni e analisi, racconti e valorizzazione di quelle opere d’arte che costituiscono la “grande bellezza” del Bellunese. È a tutti gli effetti un’operazione di consapevolezza e di orgoglio che fa scoprire ai turisti i nostri gioielli, ma che permette anche ai bellunesi di sapere di più sulla storia e l’arte locale».
IL NUOVO VOLUME
L’ultima uscita dei «Tesori d’arte» si apre con un inquadramento storico-territoriale di Giandomenico Zanderigo Rosolo che contestualizza l’Oltrepiave e le condizioni sociali ed economiche in cui sono stati realizzati gli edifici sacri e gli arredi.
Don Giacomo Mazzorana, storico dell’arte, approfondisce gli spunti iconografici dedicati alla Madonna della Difesa, mentre Federico Bulfone Granshinigh, architetto ed esperto di storia dell’architettura e del restauro, si focalizza sull’attività degli architetti della famiglia Schiavi in Oltrepiave.
Un saggio di Matteo Da Deppo è dedicato alla chiesa di Santa Margherita di Salagona, un altro – a firma di Flavio Vizzutti e Giorgio Reolon – spiega l’attività degli artisti friulani Pietro Fuluto e Pietro da San Vito nel territorio di Vigo e Lorenzago.
Ancora, Zanderigo Rosolo affronta il tema dell’impresa cadorina di Girolamo Comuzzo, mentre Marta Mazza si focalizza sul restauro delle sculture lignee delle chiese della Difesa e di San Rocco a Lorenzago.
Rimandi friulani nel saggio di Letizia Lonzi e Paolo Da Rin Zanco, che si soffermano sui fonditori di campane «tra udinesi ritardatari e francesi di passaggio» (questo il sottotitolo del capitolo). Tiziana Conte si concentra invece sull’oreficeria sacra.
Chiudono il volume alcune schede di oreficeria (a cura di Marta Azzalini, Tiziana Conte, Arianna Lentini e Letizia Lonzi).
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