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lunedì 16 Settembre 2024,

“Carovana dei ghiacciai”, raccolta di rifiuti sulla Marmolada

Trovate anche lungo il sentiero che porta al ghiacciaio tre mini-discariche. Legambiente: «La Regina delle Dolomiti è vittima di incuria da parte dell’uomo».

Lattine, scatolette, fazzoletti, plastica e microplastiche, resti di piatti, posate di plastica e metallo, tappi di bottiglia, pezzi di vetro, sigarette e ancora frammenti e materiali tecnici, pezzi di ferro e calcinacci. Sono circa 400 i rifiuti di ogni genere e forma, alcuni risalenti alla prima guerra mondiale, altri agli anni ‘70-’80 per arrivare ai giorni nostri, trovati e raccolti lungo il sentiero che porta al ghiacciaio della Marmolada dal team di “Carovana dei ghiacciai” 2024, la campagna nazionale di Legambiente che monitora i ghiacciai alpini in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano.

“Carovana dei ghiacciai” ha aperto la sua sesta e ultima tappa con un’attività di pulizia in quota sulla Marmolada. Al suo fianco diversi volontari e anche un professore dell’Università di Padova che dal 2022 ha avviato uno studio e un monitoraggio sui rifiuti in montagna e che ha ben raccolto l’iniziativa di Legambiente.

Sulla Marmolada il team di “Carovana dei ghiacciai”, insieme ai volontari, ha trovato lungo il sentiero anche tre “mini discariche”: la prima in corrispondenza di una vecchia trincea di guerra dove sono state trovate oltre 180 lattine, scatolette e resti di bivacco risalenti molto probabilmente alla prima guerra mondiale. La seconda “mini-discarica” è stata trovata all’interno di una vecchia postazione militare scavata nella roccia al bivio della forcella del Col de Bousc dove sono stati raccolti rifiuti risalenti perlopiù agli anni ‘70-’80, con circa 50 anni d’età. La terza mini-discarica nella zona vicino all’impianto ormai chiuso e abbandonato dove a farla da padrone sono stati rifiuti in plastica, vetro e tappi di bottiglia, ma anche pezzi di calcinaccio, a quota 2600 metri. Vicino all’impianto in disuso e travolto dalla valanga del 2020 alcune vecchie cavità sono state utilizzate anche come cestini per i rifiuti. Scendendo invece di quota, a 2000 metri, lungo il sentiero a farla da padrone sono, invece, i fazzoletti di carta, seguiti dalle sigarette.

«L’attività di pulizia sulla Marmolada – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – ci fa riflettere su come si è fruito e si continua a fruire di queste montagne e quale sia il futuro che si prospetta per la Marmolada. Rispetto ai rifiuti più recenti, persiste il problema dei fazzoletti qui e in altri luoghi di montagna. È importante capire come ci si può comportare nel pieno rispetto della natura, per questo suggeriamo un cambio di abitudine: utilizzare le foglie in alternativa ai fazzoletti oppure, per chi non riesce a farne a meno, riportare il rifiuto a casa per poi gettarlo nell’apposito secchio dei rifiuti. L’abbandono dei fazzoletti è un problema che va affrontato anche laddove persiste un forte overtourism». Inoltre sulla Marmolada – conclude Bonardo – resta il problema dello smantellamento dell’impianto chiuso e travolto dalla valanga del 2020. Non si può pensare di realizzare nuovi impianti in quota dimenticando quel che è stato costruito e abbandonato in quella zona e che genera per altro altri rifiuti, micro e macroplastiche in movimento, trasportati da vento e neve».

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