Rette che per gli anziani non autosufficienti variano da 46 a 119 euro al giorno senza impegnativa di residenzialità, posti letto non sufficienti rispetto alle richieste e un sistema ingessato nel quale le politiche di assistenza agli anziani sono immutate da 20 anni. Il primo pilastro su cui poggia il sistema di assistenza agli over 65 ha basi fragili. È quanto emerge dal primo giorno di lavori del seminario residenziale di formazione organizzato dalla Cisl Fnp Belluno Treviso per le giornate di giovedì 19 e venerdì 20 settembre a Peschiera del Garda e rivolto a tutta la struttura operativa e al Consiglio generale della Federazione dei Pensionati della Cisl territoriale.
Il quadro della situazione delle case di riposo nelle due province è stato fornito da una ricerca messa a punto dal sindacato dei Pensionati. In un contesto di inesorabile invecchiamento della popolazione (età media in provincia di Belluno 48,20; indice di vecchiaia 255,2, con 55mila over 65 pari al 27% della popolazione – età media in provincia di Treviso 46,3; indice di vecchiaia 181,6, con 203mila over 65 pari al 23% della popolazione) e di un aumento del numero di anziani non autosufficienti (328mila in Veneto), il sistema generale dell’assistenza risulta inadeguato secondo la Fnp territoriale.
La provincia di Belluno ha 32 rsa. Le rette vanno da un minimo di 52 euro a un massimo di 59 euro con impegnativa e da un minimo di 69 euro a 119 senza impegnativa, sempre prima livello di cura e stanza a due letti
«Le famiglie devono intervenire economicamente per sostenere i costi – sottolinea il segretario generale del sindacato dei Pensionati Cisl Belluno Treviso Franco Marcuzzo -. Ricordiamo che in entrambe le province gli anziani over 80 hanno per la maggior parte pensioni che superano di poco sopra i 1.000 euro al mese. C’è una forte necessità di attenzione sia politica che finanziaria rispetto a una situazione che sta evolvendo in maniera pesante, perché gli aumenti dei costi delle case di riposo non sono proporzionati all’adeguamento delle pensioni e le liste di attesa sono lunghe. Il numero di impegnative di residenzialità non è sufficiente. Noi siamo per una maggiore contribuzione da parte della Regione, magari anche attraverso una tassazione di scopo per i redditi più alti. Il tema delle case di riposo non riguarda solo gli anziani, ma tutta la società a partire dalla sua struttura portante: la famiglia».
E proprio sulla famiglia pesa la maggioranza degli anziani non autosufficienti, assistita in casa da caregiver familiari o da badanti, con il contributo dell’indennità di accompagnamento in caso di invalidità al 100%, e i servizi di assistenza sociale e domiciliare, oggetto dell’approfondimento formativo della seconda parte della giornata seminariale, con gli interventi del direttore dei servizi sociali alla persona della Ulss 4 Veneto Orientale Giovanni Sallemi, della responsabile dei servizi sociali dell’Azienda Feltrina per i servizi alla persona Ilaria De Paoli e la responsabile delle professioni sanitarie della Ulss 2 – area Pieve di Soligo Mara Dorigo.
Nella giornata di domani, venerdì, sotto la lente andranno l’assistenza privata e il sistema badanti, con la presentazione di una ricerca sulla presenza delle badanti nelle due province a cura della ricercatrice Monia Barazzuol, l’intervento di Patrizia Manca, segretaria generale della Fisascat Cisl Belluno Treviso, sui contratti e il punto di vista dei sindaci grazie alla presenza della presidente dell’associazione Comuni Marca Trevigiana Paola Roma. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale della Cisl Fnp nazionale Emilio Didonè.
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1 commento
Giuseppe
Sicuramente la Sindaca di Ponte di Piave TV darà un enorme contributo alla risoluzione del problema, essendo l’unica amministratrice pubblica che è stata capace di risolvere il pericolo derivante dalla presenza del lupo nella zona del medio-basso Piave. Tutt’altro dalle chiacchiere dei colleghi.