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martedì 22 Ottobre 2024,

Nel ricordo di papa Luciani, Bucarest chiama Belluno

Celebrazione nella cattedrale di Bucarest, domenica 29 settembre: al centro monsignor Cornel Damian, vescovo ausiliare della capitale, con don Davide Fiocco e altri preti della diocesi.

Nella capitale rumena (1,8 milioni di abitanti) opera da alcuni anni un’associazione che promuove la devozione e l’interesse per il nostro “don Albino”, il beato Giovanni Paolo I. Anche l’arcivescovo emerito Ioan Robu e il successore Aurel Perca hanno aderito all’iniziativa e approvato l’attività dell’Asociația Papa Luciani, di cui è anima la giornalista Cristina Grigore.

Colpisce questa devozione in una terra così lontana, in un contesto ecclesiastico diverso dal nostro, segnato profondamente dalla divisione dei cristiani. Nella capitale ci sono almeno cinque cattedrali: la greco-cattolica, la romano-cattolica, l’armena, la luterana e soprattutto la nuova mastodontica cattedrale ortodossa, ancora in costruzione. È un tessuto sociale ed ecclesiale in cui si avvertono ancora le ferite della persecuzione del regime comunista, che dal 1948 al 1989 ha oppresso soprattutto i greco-cattolici (di rito orientale, ma in comunione con il Papa).

In questi giorni, per iniziativa della stessa Asociația, un gruppo di preti dell’arcidiocesi sta seguendo il corso di esercizi spirituali, dettati (in italiano, perché tutti lo capiscono) da don Davide Fiocco, delegato diocesano per le cause dei santi e co-curatore della documentazione che ha portato Luciani all’onore degli altari. Tre giorni di preghiera e riflessione centrati sulla figura del nostro Beato, in un’oasi di silenzio a pochi chilometri dalla città, il monastero dei Carmelitani scalzi.

Nella trasferta rumena del prete bellunese c’è stato posto anche per alcuni incontri istituzionali, in modo particolare con la parrocchia che ospita la comunità italiana, la sera di sabato 28 settembre, anniversario della morte di Giovanni Paolo I. Un particolare ha dato colore all’incontro: nell’abside della chiesa italiana, salvata dal furore del regime di Ceausescu solo perché proprietà del Governo italiano, sono rappresentati i patroni e le chiese di riferimento per gli italiani, che all’inizio del Novecento vivevano a Bucarest: in evidenza c’è anche l’abside della cattedrale di Belluno, sorretta dal vescovo Martino.

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