Sono passati sei anni dal 29 ottobre 2018, quel lunedì in cui la tempesta Vaia ha devastato i nostri territori abbattendo circa 15 milioni di alberi e spogliando interi pendii. E proprio in occasione dell’anniversario sono molti i rappresentanti delle istituzioni che hanno voluto ricordare quanto accaduto guardando con ottimismo a quanto appreso.
«Quella di Vaia è stata una grande lezione dalla quale abbiamo imparato molto», confessa il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha dichiarato: «Oggi possiamo dire, con orgoglio, che le Dolomiti sono tornate a risplendere. Lo testimonia la riapertura recente dei Serrai di Sottoguda, emblema della devastazione che colpì le nostre montagne tra il 28 e il 30 ottobre del 2018. Una violenza che rese più consapevole il mondo sull’impatto dei cambiamenti climatici a tutti i livelli. Sono stati necessari oltre 2.500 cantieri e l’impegno incessante di tantissime persone per far sì che il territorio si riprendesse». «Va riconosciuto -continua Zaia- che la risposta alla tempesta Vaia ha segnato un precedente esemplare nella gestione di catastrofi naturali, dove la fiducia reciproca tra le entità coinvolte ha giocato un ruolo centrale. La fiducia ha facilitato le operazioni, risolto problematiche e prevenuto contenziosi».
Della stessa idea il presidente della Provincia Roberto Padrin. Ora che con il passare del tempo possiamo guardare a Vaia con più distacco «possiamo dire che quanto successo è stata un’occasione grandissima. Un’occasione -spiega Padrin- per ripensare il nostro territorio e il rapporto tra l’uomo e l’ambiente circostante. Un’occasione di grande coesione, di ripartenza, e di lavori. Senza Vaia, forse, non saremmo intervenuti in maniera così puntuale in tante zone del nostro territorio che meritavano cure e attenzioni». «Vaia è stata il crollo della casa a Ponte Mas, ma anche la ricostruzione della strada regionale a Candaten, per citare due casi simbolo. È stata il blackout elettrico e idrico in alto Agordino, ma anche la solidarietà di chi ha portato cibo e acqua alle frazioni più isolate nei giorni immediatamente successivi il disastro. È stata il bosco della Val Visdende raso al suolo, ma anche la ripiantumazione di migliaia di alberi. È stata la distruzione dei Serrai di Sottoguda, ma anche la loro rinascita, sei anni dopo».
Il presidente della Provincia torna poi con la mente al 2018 e alle emozioni vissute: «Ricordo quelle ore concitate. Ricordo le telefonate, le segnalazioni di danni che aumentavano di minuto in minuto, l’attesa degli aggiornamenti meteo. Ricordo che ognuno ha fatto il suo dovere sentendosi parte di un organismo complesso e aiutando il vicino per “portare a casa” la nottata più difficile e tormentata di sempre. Ed è questo il ricordo più importante: un sistema che ha funzionato perché era una catena, in cui ogni anello era collegato agli altri, in cui ogni ingranaggio ha girato alla perfezione».
Anche il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ha speso alcune parole sulla tempesta: «Vaia rimane nei ricordi per la devastazione che causò, ma anche per il grande sforzo messo in campo per la ricostruzione. Grazie a chi ha operato nell’emergenza e nella fase successiva, al grande lavoro di squadra realizzato e alla cooperazione tra istituzioni. Grazie alle comunità locali che, mosse dall’amore per il proprio territorio, hanno saputo guardare al futuro con coraggio e coesione».
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