La diga del Vanoi continua a essere oggetto di discussione. Una novità rilevante è arrivata venerdì 22 novembre – fa sapere una nota di Palazzo Piloni – quando la Provincia di Belluno ha appreso che anche il Ministero della Cultura ha depositato osservazioni contrarie al progetto. Durante una presentazione online del “Quaderno delle osservazioni” – una raccolta strutturata dei contributi ricevuti sul tema – è emerso che il Ministero ha indicato l’opzione zero come preferibile, cioè la non realizzazione dell’opera.
«È un’ottima notizia, soprattutto perché – a quanto pare – il Ministero condivide la nostra posizione», ha dichiarato Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. «Il territorio bellunese è contrario alla diga del Vanoi. Lo abbiamo ribadito con atti ufficiali e documenti tecnici, proponendo alternative valide per affrontare problemi come la siccità e la necessità di stoccare l’acqua. Ora i nostri uffici analizzeranno il “Quaderno delle osservazioni” per verificare che contenga tutti i nostri contributi. Dopodiché, attenderemo le risposte del Consorzio di Bonifica Brenta, consapevoli dell’importanza di quanto è stato depositato da noi e da tutti gli altri soggetti contrari».
Il “Quaderno delle osservazioni” e i prossimi passi
Nel corso della presentazione odierna è stato comunicato che il Consorzio Brenta, promotore del progetto, presenterà le sue controdeduzioni entro il 12 dicembre. Questa data segnerà un passaggio cruciale per il futuro della pianificazione della diga.
Sul tema è intervenuto anche Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale delegato al demanio idrico. «Confidiamo in una chiusura definitiva della progettazione, perché la pianificazione della diga non deve andare avanti» ha affermato. Bortoluzzi ha inoltre commentato il dibattito emerso durante l’incontro: «Spiace che anche oggi si sia parlato di un dialogo tra sordi e che si sia posto l’accento solo sulle esigenze delle imprese della pianura, trascurando quelle della montagna. Non deve esserci contrapposizione tra montagna e pianura, perché le alternative alla diga, come abbiamo evidenziato nelle nostre osservazioni, esistono».
La Provincia di Belluno, insieme ad altri enti e soggetti contrari, ribadisce dunque la necessità di tutelare il territorio montano, proponendo soluzioni sostenibili ai problemi idrici senza ricorrere alla costruzione della diga. L’attesa ora è tutta per le controdeduzioni del Consorzio, che potrebbero segnare una svolta decisiva nel processo.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/