In occasione della Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, che si celebra lunedì 25 novembre, l’assessora regionale al Sociale, Manuela Lanzarin, ha tracciato un bilancio degli interventi messi in campo dal Veneto per contrastare questo drammatico fenomeno. «Fin dall’aprile 2013, con la legge n.5, promuoviamo azioni mirate per sostenere le donne vittime di violenza, consentendo loro di recuperare la propria libertà e dignità nel pieno rispetto della riservatezza e dell’anonimato», ha spiegato Lanzarin.
Attualmente, la regione sostiene 25 centri antiviolenza, con 34 sportelli e 37 case rifugio distribuiti su tutto il territorio. L’obiettivo è garantire accoglienza e protezione, non solo fornendo supporto logistico, ma anche promuovendo percorsi di autonomia per le donne e formando il personale con aggiornamenti continui. L’accessibilità ai servizi è stata ulteriormente ampliata nel 2024, con l’apertura di sportelli dei centri antiviolenza all’interno delle Università pubbliche del Veneto, tra cui Ca’ Foscari e l’Università di Padova. Questa iniziativa vuole avvicinare il mondo studentesco e prevenire episodi drammatici come il caso di Giulia Cecchettin. Inoltre, è in fase di elaborazione un piano di comunicazione biennale per sensibilizzare la cittadinanza e informare sull’esistenza della rete antiviolenza.
«Ci siamo rivolti anche agli uomini», ha sottolineato Lanzarin, riferendosi al sostegno fornito ai Centri per uomini autori di violenza (Cuav). La Regione ha recentemente approvato un elenco ufficiale che comprende 10 di questi centri operanti in Veneto, parte di un protocollo coordinato con altre regioni. L’obiettivo è prevenire la recidiva e favorire percorsi di consapevolezza e responsabilità.
La formazione resta un elemento cruciale. È attualmente in corso una nuova edizione del progetto rivolto al personale sanitario e socio-sanitario, in particolare nei Pronto Soccorso, per garantire un’accoglienza adeguata alle vittime. In passato, queste attività hanno coinvolto migliaia di operatori, inclusi farmacisti, assistenti sociali, forze dell’ordine e avvocati. Dal 2018, la Regione ha inoltre favorito la sottoscrizione di protocolli territoriali che coinvolgono enti locali, forze dell’ordine, scuole e altri soggetti per assicurare una presa in carico efficace e coordinata delle vittime. Quest’anno è stato avviato un monitoraggio di questi protocolli per verificarne l’efficacia.
I dati raccolti dai centri antiviolenza raccontano una realtà ancora complessa. Nel 2023, i centri hanno ricevuto 7.142 contatti (in aumento rispetto ai 6.009 del 2022) e hanno preso in carico 3.628 donne, una ogni 680 residenti. Tra queste, 2.406 hanno figli, di cui 1.304 minorenni. I bambini vittime di violenza diretta sono stati 123, mentre 851 hanno subito violenza assistita. Nelle case rifugio, sono state accolte 203 donne e 199 minori, per un totale di 402 ospiti. Questi numeri confermano l’importanza di una rete di supporto capillare e integrata.
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1 commento
Mario Vecellio
Rispetto, rispetto, rispetto verso tutte le donne,generatrici di vita.❤️❤️♥️