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«Vengo da un ambiente in cui ogni manifestazione di fragilità, debolezza, vulnerabilità viene solitamente “sanzionata” con prese in giro e prepotenze. Il fatto di trattare determinate tematiche introducendo elementi di autoironia è un modo per ‘’schermarmi’’, per mettere le mani avanti». Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, è il protagonista di uno dei più grossi casi editoriali degli ultimi anni. Partito dalle autoproduzioni, dal blog, dalle locandine per i centri sociali, è diventato un autore di best seller in grado di scalare le classifiche e di fare accendere i riflettori sul fumetto italiano come non capitava da molto tempo. Eppure non nasconde quello che è il suo tratto caratteriale: «Sono una persona timida e insicura e l’umorismo serve a rendere più leggeri pensieri che altrimenti sarebbero tristi o noiosi».
Zerocalcare sabato 23 novembre era al teatro di Rasai per ricevere il Premio internazionale “Bellunesi che onorano la provincia in Italia e nel mondo”, organizzato da Provincia di Belluno, Associazione Bellunesi nel Mondo e Rotary Club. La famiglia di Zerocalcare ha le sue radici proprio a Seren del Grappa. A Leonida Rech, nonno del fumettista, è tra l’altro intitolata la scuola media del paese.
Intervista e montaggio di Martina Reolon.
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