L’innovazione come strumento per attirare i giovani verso l’agricoltura e favorire il ricambio generazionale nel primario. È il messaggio emerso dal convegno tecnico «Innovazione in agricoltura: opportunità e scenari per i territori montani nell’ambito della Pac 2023-2027», organizzato dalla Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti e dal Centro Europe Direct Montagna Veneta, in cui sono stati presentati strumenti, approcci e processi per attuare pratiche innovative.
Fare innovazione non significa solo adottare nuove tecnologie, ma anche un nuovo approccio che metta in relazione tutti i soggetti che operano nel settore: agricoltori, accademici, ricercatori, istituzioni, rappresentanti del mondo imprenditoriale, consumatori. Lo ha confermato Vladi Finotto, professore associato della Venice School of Management di Ca’ Foscari. «Le soluzioni sono tante», ha spiegato, «a patto di partire dalle esigenze del territorio e delle imprese, senza necessariamente guardare a modelli lontani. Inutile progettare la Silicon Valley agricola dei prossimi 20 anni, quando mancano le risorse e i sistemi innovativi non sono compatibili con le aziende esistenti».
Con il progetto Sheep Up, sviluppato anche nel Bellunese per preservare quattro razze ovine a rischio estinzione, si è ragionato in questa ottica, ha sottolineato Enrico Sturaro, professore associato dell’Università di Padova. Nonostante le piccole dimensioni, è stato selezionato da Eip Agri Innovation Award tra i 30 migliori progetti europei del 2024. «Il punto è creare un ambiente di lavoro in grado di trasferire l’innovazione nei contesti reali».
Un esempio concreto di recupero e rilancio lo hanno portato Carlo Murer e Giacomo Piazza, che con la cooperativa «Pascolando» hanno preso in gestione Malga Van a Limana. Qui l’innovazione passa attraverso modelli sociali, ambientali e tecnologici operati in collaborazione con la Fondazione Elserino Piol, integrando al contempo pratiche tradizionali quali la turnarietà, la produzione di cibo a km zero, e la vendita di prossimità, tali da generare fiducia della comunità e attrattività territoriale.
Infine, rimane fondamentale la formazione, come ha detto Ezio Busetto, dirigente scolastico dell’Istituto Agrario Della Lucia. «C’è un grosso investimento nel settore e grande attenzione. Siamo al massimo storico di iscritti, oltre 500 e l’implementazione delle strategie innovative dell’istituto passa attraverso un lavoro di rete che coinvolge le imprese»
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