Due milioni per le Unioni Montane bellunesi, per interventi di difesa del suolo e messa in sicurezza. Con l’impegno a incrementare le risorse se nelle casse di Palazzo Piloni arriveranno nuove entrate. È quanto varato oggi, 20 dicembre, dal consiglio provinciale, in sede di approvazione del bilancio di previsione 2025. Dopo l’adozione degli schemi di bilancio il 3 dicembre scorso, la “manovra” aveva passato anche il vaglio dell’assemblea dei sindaci. E oggi è stata ratificata dal consiglio, con un emendamento preciso che impegna l’amministrazione provinciale a integrare i 2 milioni di euro con ulteriori risorse qualora vengano sbloccati gli aumenti dei canoni idrici stabiliti con legge regionale (ma oggi impugnati dai grandi concessionari idroelettrici) o qualora entrino nelle casse della Provincia nuove risorse dai rimborsi di Anas sulla gestione delle strade ex provinciali ritornate allo Stato.
Approvata anche la convenzione con le Unioni Montane per la distribuzione delle risorse, suddivise in base ai criteri previsti dalla legge regionale 19/1992 (“Norme sull’istituzione e il funzionamento delle comunità montane”), applicando i valori desunti dalle banche dati Istat e Ispra. Risulta che le percentuali di suddivisione sono le seguenti: Um Agordina 15,42%, Um Alpago 7,96%, Um Cadore-Longaronese-Zoldo 9,85%, Um Val Belluna 6,62%, Um Belluno – Ponte nelle Alpi 9,47%, Um Centro Cadore 12,89%, Um Comelico 12,62%, Um Feltrina 13,67%, Um Valle del Boite 11,49%. I contributi saranno erogati con acconto al 90% del contributo in conto capitale concesso entro 30 giorni dalla presentazione dei progetti, mentre il saldo del 10% verrà dato entro 30 giorni dalla presentazione della rendicontazione.
«Abbiamo recepito quanto emerso dall’assemblea dei sindaci, molto partecipata, e abbiamo assunto un impegno preciso a fare un ulteriore passo per aiutare le Unioni Montane, oltre i 2 milioni già varati, se arriveranno nuove risorse», spiega il presidente della Provincia Roberto Padrin. «Un impegno che conferma la consapevolezza dell’importanza di questi enti per il nostro territorio, e il valore delle loro attività nel contrastare i dissesti idrogeologici e nel dare servizi ai Comuni e di conseguenza ai cittadini».
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