Dolomiti Ambiente chiuderà il 2024 con un bilancio positivo, superando l’utile di 155mila euro registrato nel 2023. Lo ha annunciato Angelo Smaniotto, amministratore unico della società provinciale di gestione dei rifiuti, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di venerdì 20 dicembre.
La partecipata di Palazzo Piloni punta su innovazione e sostenibilità, con l’obiettivo di consolidare l’economia circolare e accedere a investimenti per la transizione energetica. Tra i progetti in corso, spicca la produzione di idrogeno e metanolo attraverso il trattamento del rifiuto umido nell’impianto del Maserot, già utilizzato per alimentare un biodigestore che produce energia elettrica.
In una nota diffusa dall’addetto stampa della Provincia, il presidente Padrin ha sottolineato l’importanza strategica del Maserot, definendolo un impianto cruciale per chiudere il ciclo locale della gestione dei rifiuti. «Oltre ai risultati finanziari, è un elemento cardine per il nostro territorio, integrando raccolta, trattamento e smaltimento».
I progetti di efficientamento energetico elaborati dagli uffici tecnici prevedono investimenti per trasformare l’umido organico in idrogeno e metanolo, materie che potrebbero rivoluzionare il settore energetico e dei trasporti. «L’idrogeno rappresenta la sfida green dell’Unione Europea, mentre il metanolo può sostituire il gasolio nei motori» ha spiegato Michele Artusato, direttore generale della Provincia. «Dolomiti Ambiente ha le dimensioni ideali per sperimentare queste produzioni, creando un circolo virtuoso: i camion che trasportano rifiuti potrebbero essere alimentati con idrogeno prodotto dallo stesso trattamento dei rifiuti, riducendo le emissioni di CO2».
Oltre alle innovazioni tecnologiche, Dolomiti Ambiente ha avviato il progetto “Alpes”, finanziato da Cariverona, per migliorare la selezione del rifiuto umido già alla fonte. L’obiettivo è incentivare abitudini più virtuose tra i cittadini per ottenere compost più pulito, da destinare sia alla rete di agricoltori locali sia, in futuro, al mercato.
Sul fronte finanziario, i risultati del primo semestre 2024 confermano un andamento positivo, con proiezioni che suggeriscono un bilancio in linea con i dati del 2023. Smaniotto ha evidenziato la sostenibilità della gestione, con una tariffa per l’umido fissata a 80 euro per tonnellata e la redistribuzione dei costi del secco direttamente sulle società di raccolta.
Infine, Padrin ha annunciato che Palazzo Piloni metterà a gara le proprie quote, pari al 92,4% di Dolomiti Ambiente, come previsto dalla legge Madia, con un bando che sarà pubblicato nelle prossime settimane.
Nel frattempo Gianpaolo Bottacin, assessore regionale all’ambiente, ha commentato la notizia:
«Da cittadino sono estremamente preoccupato per la paventata ipotesi di acquisto di Dolomiti Ambiente da parte di Bellunum. Mi auguro che non ci siano aggravi di costi per i cittadini. Dalla stampa si apprende che verrà fatto un approfondimento da esperti. Essendomi occupato per anni di piani industriali per varie aziende, mi offro a titolo gratuito per analizzare nel dettaglio l’operazione, affinché non ci sia il rischio che un’operazione del genere possa avere ricadute negative sulle tasche dei bellunesi. Sapere che Dolomiti Ambiente ha chiuso il bilancio in attivo di 150mila euro, applicando una tariffa di trattamento di 80 euro a tonnellata non è per nulla rassicurante, visti i prezzi di mercato per il trattamento dell’umido». E poi aggiunge: «Ciò che non capisco è perché alcuni amministratori sostengano che il Maserot è strategico ed è fondamentale che rimanga in mano pubblica, anche se costa ai cittadini, mentre sulla cessione della maggioranza di Dolomitibus al privato, unico caso in Veneto, nessuno abbia eccepito. Credo fosse molto più strategico e importante mantenere una maggioranza pubblica in Dolomitibus, visto e considerato che la legge Madia non obbliga a cedere ai privati la maggioranza societaria».
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