Una nota diffusa venerdì 20 dicembre da parte dello Spi Cgil Veneto, commenta con preoccupazione lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità in Veneto, previsti dalla Missione 6 (Salute) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Secondo l’indagine condotta dal sindacato Spi Cgil, soltanto nove strutture sono state completate e collaudate, sulle 130 programmate. Nonostante le rassicurazioni della Regione, il completamento dei progetti entro il 2026, come previsto dal cronoprogramma, pare complesso.
Case di comunità: un progetto a rilento
Per le 95 case di comunità previste in Veneto, lo studio del sindacato dei pensionati evidenzia che solo quattro strutture sono state ultimate e collaudate. Sebbene 57 cantieri siano stati avviati, 38 sono ancora da iniziare. Per questo progetto, il PNRR ha stanziato oltre 135 milioni di euro, destinati a creare strutture con dieci servizi integrati, tra cui medico di base, ambulatori specialistici, assistenza domiciliare e punti prelievi. Tuttavia, la Regione Veneto ha previsto livelli di assistenza ridotti rispetto agli obiettivi iniziali, limitandosi ad almeno tre servizi principali.
Ospedali di comunità: cinque strutture pronte su 35
Anche la realizzazione degli ospedali di comunità risulta in ritardo. Su 35 strutture pianificate, soltanto cinque sono state completate e collaudate. Per altre 12 i lavori non sono ancora partiti. Gli ospedali di comunità, che riceveranno circa 74 milioni di euro dal Pnrr, rappresentano un punto intermedio tra ricovero ospedaliero e domiciliare, con l’obiettivo di garantire un passaggio meno traumatico per i pazienti e fornire cure di breve durata.
Nuova sanità territoriale: altre iniziative
Oltre a case e ospedali di comunità, la Missione 6 del Pnrr prevede interventi per la presa in carico di persone fragili e anziane. Più di 300 milioni di euro sono destinati a supportare oltre 43mila ultrasessantacinquenni veneti affetti da patologie complesse. Tra le iniziative, figura l’implementazione delle centrali operative territoriali (Cot), che dovrebbero coordinare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Tuttavia, anche su questi progetti permangono ritardi.
Criticità e risorse umane
Il quadro delineato dalla segretaria generale dello Spi Cgil Veneto, Nicoletta Biancardi, è chiaro: «La nostra analisi evidenzia ritardi significativi nella realizzazione delle opere. È difficile pensare che si possa concludere tutto entro il 2026, ma ci aspettiamo un’accelerazione nel 2025». Biancardi sottolinea anche un’altra problematica: «Il Pnrr finanzia gli edifici, ma non il personale. Le risorse stanziate dalle leggi di bilancio del 2022 e 2023 per l’assunzione di infermieri e altro personale sono insufficienti». La segretaria esprime inoltre dubbi sulla destinazione di alcune strutture: «Non è chiaro quante saranno le case di comunità hub e che fine faranno le medicine di gruppo integrate. Si parla di 99, 95 o 91 strutture, ma manca chiarezza».
Un’occasione da non perdere
Nonostante le difficoltà, Biancardi ribadisce l’importanza strategica del progetto: «La sanità territoriale è un tema fondamentale, soprattutto per gli anziani. Questa è un’occasione unica per dare risposte concrete ai cittadini della nostra regione».
Con l’avvicinarsi del 2026, il sindacato auspica che la Regione possa accelerare i lavori, evitando come le strutture realizzate non debbano trasformarsi in “cattedrali nel deserto”.
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