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giovedì 30 Gennaio 2025,

Lettera aperta ai postatori seriali di incidenti stradali

La prima puntata di una nuova rubrica dell'Amico del Popolo a cura di Fabio Bristot "Rufus" (foto elaborazione Gemini)

Questa è la prima puntata di “Rufus in fabula” una nuova rubrica che il sito dell’Amico del Popolo ospiterà da oggi in poi. Fabio Bristot, da tutti conosciuto con il soprannome “Rufus”, da sempre appassionato ai temi e ai problemi della montagna e attualmente membro della Direzione nazionale del Corpo Soccorso alpino e speleologico, racconterà, con il suo stile brillante, esperienze di soccorritori e soccorsi, darà consigli su come godere del nostro territorio senza rischi e proporrà spunti di riflessione sui temi della montagna e non solo.

Anche in questi giorni si sono purtroppo consumati nel nostro territorio regionale un numero significativo di incidenti sulla strada, dove si sono contate mestamente le consuete vittime e gli altrettanti numerosi feriti. Non è una novità invero, ma una cronaca alla quale ci stiamo sempre più abituando, ma che allo stesso tempo non deve diventare assuefazione. Se così fosse verrebbe anche meno la capacità di mettere in campo specifiche azioni legate alla prevenzione degli incidenti, alla pratica di buone regole e all’uso di comportamenti consapevoli che ci devono invece vedere tutti responsabilmente coinvolti, senza defezioni di comodo con la scusa del «tanto sarà sempre così, gli incidenti ci sono sempre stati, cosa vuoi che faccia io?».

Ma se da una parte si registra questo stato d’animo di fronte alle tante vittime della strada, soggetti che si tendono quasi ad ignorare quale forma di infelice e, forse, inconscia autodifesa, dall’altra sta diventando sempre più in voga un atteggiamento (da parte di taluni) che è quasi paradossalmente il contrario, ma che crea quasi una sorta di dipendenza al macabro e che si connota, alla fine, dall’assenza di una qualsiasi etica. Ma scopriamolo assieme.

Accade l’ennesimo incidente stradale, i soccorsi sono ancora in atto con il personale sanitario del 118 e dei Vigili del Fuoco intenti magari ad estrarre copri e a stabilizzare feriti, le dinamiche sono ancora poco chiare e in ogni caso al vaglio dell’autorità intervenuta e, ciò nonostante, da quanti passano a lato del groviglio di lamiere più o meno intricato iniziano ad essere pubblicati sui social accenni descrittivi puntuali alla marca e al modello delle auto coinvolte, alla dinamica, alle colpe e alle responsabilità, il più delle volte supportato con foto dell’evento drammatico e da domande oziose per destare la curiosità del web.

Non voglio allora assumere le vesti del censore o del bacchettone moralista, ma quando trovo queste situazioni sui social è pressoché fisiologico che mi alteri in modo pesante e dica: «Cari ‘postatori’ seriali di incidenti stradali, siete o meno consapevoli che i famigliari delle persone ferite o del soggetto deceduto nel tal incidente possono apprendere in modo tanto casuale quanto violento dal tuo stesso post, corredato di immagini e commenti, della perdita del loro congiunto? Se scoprissi da un social di aver perso un figlio o un genitore, una moglie o un marito, un amico, quale sarebbe il tuo stato d’animo? Angosciato? Devastato? Alterato quanto lo sono io o forse invece qualcosa in più della mera alterazione?».

Non vale aggiungere altro a questa sfogo che deve essere anche associato ad una denuncia, ma solo riflettere in modo autentico, quindi anche in modo severo su come siffatti atteggiamenti, anche e soprattutto nelle tragedie che si stanno ancora consumando, modifichi profondamente, in peggio, le nostre relazioni, già di per sé fragili e troppo spesso troppo virtuali perché possano difendersi efficacemente dall’assenza di etica e dal mancato rispetto che questi “postatori” seriali di incidenti manifestano, tesi solo a pensare alla loro perversa proiezione sui social e alla pubblicazione di materiale raccapricciante “acchiappa like”.

Fabio Bristot – Rufus

Fabio Bristot

Nasco a Belluno nel 1968, dove risiedo con la moglie Antonella e la figlia Caterina. Laureato in filosofia, sono attualmente impiegato in una cooperativa sociale. Già Consigliere comunale e Assessore del Comune di Belluno, Consigliere provinciale, sono da sempre appassionato alla montagna: «Non un’enunciazione, ma una pratica che tutti dovrebbero, tanto o poco, interpretare autenticamente, ogni giorno, a favore delle proprie comunità e del proprio territorio». Iscritto al Soccorso Alpino dal 1994, ho rivestito a livello locale e regionale vari incarichi dirigenziali e sono attualmente membro della Direzione nazionale del Cnsas.

Sui temi a me più cari ho scritto “Gli Angeli delle Dolomiti 1954-2004” – 2004, Crocetta del Montello (TV), Grafiche Antiga; “Falco… Dario, Fabrizio, Marco e Stefano” – 2010, Longarone (BL), Grafiche Longaronesi; Fabio Bristot, “Subsidium afferre: l’opera di Matteo Fiori per il Soccorso Alpino” e “Post-scriptum a una lettera che non ebbe risposta” in: “Matteo Fiori, il cercatore di orizzonti” a cura di Francesco Piero Franchi – 2016, Belluno, Isbrec; “Falco I-REMS” – 2018, Belluno Dolomedia e “Don Claudio e la luna”– 2021, Belluno, Dolomedia e, infine, “Scaie de Cor” – 2022, Belluno, I Sette Messaggeri. Ho effettuato, inoltre, alcune collaborazioni per saggi e riviste tra le quali “Notizie”, rivista del CNSAS nazionale.

2 commenti

  • Complimenti Fabio, condivido in pieno. Io mi sono occupato di incidenti da giornalista e non sopporto i cosiddetti curiosi; figurati i famosi leoni da tastiera! Ma ti dico anche complimenti Rufus, perché ti esponi in un campo popolato da bestie che basta niente per farle scatenare e coprirti di ogni tipo di insulti. Ma so che come componente del Soccorso alpino hai le spalle robuste!

  • Nemmeno le testate giornalistiche sono esenti dal sensazionalismo a scapito delle vittime e della sensibilità del fruitore dei loro servizi… Quindi sono sicuro che tutti troveremo vantaggio da quanto lei scriverà e le auguro buon lavoro.

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