L’agricoltura di montagna si conferma elemento chiave per il territorio, con un ruolo che spazia dalla tutela del paesaggio alla prevenzione del dissesto idrogeologico, fino al rilancio turistico. Questi i temi centrali della 44esima edizione di Agrimont, inaugurata oggi a Longarone Fiere Dolomiti e in programma per due fine settimana consecutivi (15-16 e 21-23 marzo).
«L’agricoltura in montagna richiede sforzi maggiori, ma è fondamentale per governare il territorio e contrastare lo spopolamento» ha dichiarato l’assessore regionale all’agricoltura, Federico Caner, intervenuto alla cerimonia di apertura. «Per questo la Regione Veneto dedica particolare attenzione alle terre alte, dove, pur essendo presenti solo l’8% delle aziende agricole venete, viene destinato il 40% dei finanziamenti regionali».
Le nuove opportunità del cambiamento climatico
Oltre alle difficoltà, la montagna presenta anche nuove opportunità, in parte legate ai cambiamenti climatici. «Il climate change sta modificando il settore, aprendo scenari un tempo impensabili» ha sottolineato Caner. «L’agricoltura può trovare nuove possibilità di sviluppo e, al tempo stesso, contribuire alla tutela del territorio, contrastando l’avanzata del bosco e il dissesto idrogeologico». Investire nell’agricoltura significa dunque investire nella sicurezza del territorio e nella sua capacità di attrarre turismo.
Giovani e futuro dell’agricoltura
Un altro elemento emerso con forza è il crescente interesse dei giovani per il settore primario. L’istituto agrario “Della Lucia” di Vellai, con oltre 500 iscritti, ne è una testimonianza, così come il successo del bando regionale per i giovani imprenditori agricoli, che ha visto il 90% delle richieste provenire da ragazzi delle zone montane. «Tutte le domande saranno finanziate – ha spiegato Caner – segno che i giovani credono nell’agricoltura di montagna».
Anche il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione al Senato, ha evidenziato l’importanza della formazione: «Per far sì che i giovani restino in montagna, servono opportunità concrete di lavoro e un’adeguata preparazione. Il settore primario, con il suo ruolo di tutela del territorio e della biodiversità, offre entrambi». Ha poi citato l’esempio di Lattebusche, che con le sue strategie di supporto agli allevatori ha contribuito alla salvaguardia dei pascoli d’alta quota.
Un’edizione da record
L’edizione 2025 di Agrimont si distingue per numeri significativi: 248 marchi aziendali provenienti da 13 regioni italiane e 13 Paesi esteri, distribuiti su 17mila metri quadrati di area espositiva. «Agrimont è la seconda fiera di settore a livello triveneto» ha spiegato Giovanni De Lorenzi, amministratore delegato di Longarone Fiere Dolomiti. «Se Verona è la regina, Agrimont è la principessa. Abbiamo già una lista d’attesa per il prossimo anno».
La presidente della Fiera, Caterina Carrer, ha sottolineato la dimensione sempre più internazionale dell’evento: «Quest’anno ospitiamo espositori da Austria, Germania, Slovenia e altri Paesi europei ed extraeuropei. L’obiettivo è ampliare la rete verso il bacino dell’Est Europa e del Nord».
Agrimont non è solo esposizione, ma anche occasione di confronto e crescita culturale. «Abbiamo in programma 30 convegni e dibattiti dedicati al mondo dell’agricoltura di montagna» ha spiegato Carrer. Un appuntamento che si conferma imperdibile anche per famiglie e bambini, grazie alla fattoria didattica allestita all’esterno dei padiglioni.
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