L’iniziativa della Provincia autonoma di Trento, che prevede incentivi fino a 100.000 euro per chi decide di trasferirsi e ristrutturare immobili in 33 comuni montani, ha acceso il dibattito anche in altre realtà alpine. Il movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti (BARD) guarda con interesse al modello trentino, sottolineando la necessità di risorse adeguate e di maggiore autonomia per poter attuare misure simili nel Bellunese.
Il presidente del BARD, Andrea Bona, evidenzia come la provincia di Belluno affronti problematiche di spopolamento ancora più gravi rispetto a quelle trentine. «È certamente un modello da seguire anche per la nostra provincia – afferma Bona –. Una via rapida potrebbe essere quella di destinare a questo progetto una parte del Fondo dei Comuni Confinanti, come ha già anticipato il presidente Dario Bond». L’obiettivo non sarebbe solo attirare nuovi residenti, ma anche offrire ai giovani bellunesi un sostegno per affrontare i costi del mercato immobiliare, che rischia di diventare insostenibile per molte famiglie.
Un altro aspetto sollevato dal BARD riguarda la tutela della minoranza ladina presente nel territorio. Secondo Bona, è fondamentale garantire la sopravvivenza di questa comunità, poiché lingua, storia, cultura e tradizioni si preservano solo attraverso la presenza di chi le tramanda.
I vantaggi di un piano di incentivi abitativi sarebbero molteplici: il ripopolamento contribuirebbe a mantenere attivi servizi essenziali come scuole, presidi sanitari e attività commerciali; il recupero degli immobili abbandonati valorizzerebbe il patrimonio edilizio locale; un aumento della popolazione favorirebbe lo sviluppo economico e garantirebbe una migliore manutenzione del territorio, riducendo il rischio di dissesti idrogeologici e incendi.
Tuttavia, secondo il BARD, la vera soluzione per contrastare lo spopolamento rimane l’autonomia. «Al Bellunese serve un’autonomia normativa, che permetta di indirizzare le politiche di sviluppo secondo le reali necessità del territorio, e un’autonomia fiscale, per investire su progetti che abbiano un impatto positivo nel lungo periodo – sostiene Bona –. Le risorse del Fondo dei Comuni Confinanti non sono infinite e non si può dare per scontata la loro esistenza. Inoltre, quei fondi sono essenziali per garantire la sopravvivenza dei comuni e realizzare opere che un tempo rientravano nell’ordinaria amministrazione».
Infine, Bona sottolinea il legame tra l’autonomia e le Olimpiadi invernali del 2026. «Oggi l’attenzione è puntata su di noi, ma una volta concluse le Olimpiadi resteranno i costi di gestione delle opere realizzate. Non possiamo permettere che questi ricadano sulla comunità bellunese, quando già mancano i servizi di base per una qualità della vita dignitosa. Anzi, proprio l’attenzione mediatica dei prossimi anni potrebbe essere l’occasione per riconoscere alla Provincia di Belluno l’autonomia necessaria e doverosa».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/