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sabato 29 Marzo 2025,

Lorraine Berton: «Serve una programmazione seria» contro lo spopolamento

Lo spopolamento «è un circolo vizioso dal quale dobbiamo uscire prima che sia troppo tardi».

Il tema dello spopolamento delle aree montane torna al centro del dibattito, con un appello forte da parte di Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. «Sono seriamente preoccupata, chi ci dovrebbe rappresentare sembra non rendersi conto della gravità del problema. Lo spopolamento logora energie e competenze: è un circolo vizioso dal quale dobbiamo uscire prima che sia troppo tardi», ha dichiarato Berton, sottolineando la necessità di una strategia concreta per contrastare il fenomeno.

Secondo la presidente di Confindustria, le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 rappresentano un’opportunità unica per invertire la tendenza, ma solo a condizione che si avvii una programmazione seria. «Basta trovare scuse: l’ente Provincia, per primo, deve avere un sussulto di dignità, lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Le imprese bellunesi già lo fanno ogni giorno, investendo in innovazione, creando lavoro e opportunità». Berton ha anche evidenziato il ruolo svolto dalla stessa Confindustria, che, insieme ad altre associazioni, ha promosso iniziative per attrarre e trattenere i giovani, spesso sostituendosi agli enti pubblici.

Il dibattito si accende in un momento in cui le misure adottate dalla Provincia autonoma di Trento per contrastare il calo demografico, tra cui contributi a fondo perduto per giovani e famiglie, sollevano preoccupazioni. «La mossa della Provincia autonoma rischia di essere letale per il Bellunese perché favorisce migrazioni interne e intervallive, mettendo sul piatto risorse vere per giovani e famiglie. Come risponde la politica bellunese, regionale, nazionale?», si chiede Berton.

La presidente di Confindustria esorta a non utilizzare la mancata autonomia della provincia come giustificazione per l’inerzia politica. «Non essere una provincia autonoma non deve essere il solito alibi per non fare, per non parlare di futuro. Non possiamo aspettare Godot perché nel frattempo rischiamo di morire di inedia».

L’appello si conclude con un monito rivolto alla politica e agli amministratori locali: «A chi continua a rimandare il problema, a sperare che le risorse arrivino da sole, dico che invece dovrebbero avere paura di un territorio senza giovani, senza idee e, in futuro, forse con molte meno imprese. Abbiamo davanti un anno “olimpico”. Facciamo in modo di non trovare ancora scuse». Confindustria, ha ribadito Berton, resta aperta al dialogo e pronta a fare la propria parte per garantire un futuro alle aziende e al territorio.

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