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lunedì 25 Novembre 2024,

Il Consiglio provinciale a sostegno della formazione di nuovi Oss

In provincia di Belluno stimato un fabbisogno non soddisfatto di almeno 400 operatori socio-sanitari occupabili nei settori della non autosufficienza e della disabilità (foto d’archivio).

La formazione degli operatori socio-sanitari entra ufficialmente nel Dup (Documento unico di programmazione) della Provincia di Belluno. È una scelta in linea con le necessità del territorio, quella operata dal Consiglio provinciale riunitosi in seduta oggi, martedì 9 aprile. Un voto all’unanimità che ha come obiettivo quello di incentivare la formazione di queste figure, troppo spesso difficili da reperire, ma indispensabili.

FORMAZIONE OSS
«In provincia di Belluno la necessità di Oss si sta rivelando particolarmente critica, al punto che la più recente ricognizione ha evidenziato un fabbisogno non soddisfatto di almeno 400 figure occupabili nei settori della non autosufficienza e della disabilità», la premessa del presidente Roberto Padrin, evidenziata anche dall’atto portato al voto del Consiglio provinciale. Infatti, nonostante ogni anno vengano proposti corsi per conseguire la qualifica di Oss, sussiste una vera e propria emergenza, fotografata da numeri eloquenti: 250 unità in meno rispetto alle necessità delle strutture pubbliche (case di riposo e Ulss), almeno altre 200 unità che mancano nelle cooperative, nell’assistenza domiciliare e negli altri servizi rivolti ad anziani non autosufficienti e persone fragili (che in totale sono circa 15 mila sul territorio provinciale).

La Provincia negli ultimi anni ha promosso e supportato attivamente la partecipazione ad attività finalizzate alla qualifica di Oss, erogando un contributo economico e un finanziamento per i corsi di formazione. Per dare seguito a questa linea politica, ha modificato oggi il Dup 2024-2026, inserendo nella Missione 4 programma 2 («altri ordini di istruzione non universitaria») l’obiettivo specifico riguardante l’avvio di iniziative che promuovano la formazione e il reclutamento di operatori socio-sanitari. Le risorse da destinare all’obiettivo e le modalità di raggiungimento saranno definite prossimamente.

CONSIGLIERA DI PARITÀ
Il Consiglio ha preso atto anche dell’attività 2023 della consigliera di Parità, presentata in un’ampia relazione. Il servizio di consulenza della consigliera ha avuto 161 accessi complessivi, di cui 91 da parte di donne e 70 da parte di uomini. Sono stati 15 i casi di discriminazione individuale segnalati e seguiti puntualmente: 3 casi hanno riguardato la conciliazione vita-lavoro; 1 caso ha riguardato la progressione di carriera; 1 la disparità salariale; 1 le molestie; 4 i regolamenti, la contrattazione e l’organizzazione del lavoro e 4 sono stati i casi di molestie sessuali vere e proprie sul luogo di lavoro.

«Sono numeri che ci spingono a riflettere, perché al di là del lavoro della consigliera, serve un cambio di passo a livello culturale. E deve partire da tutti noi», ha detto la consigliera Flavia Monego. «L’esempio infatti è e rimane sempre la più alta forma di insegnamento. E direi anche di costruzione di una società diversa. Dei casi citati, grazie al lavoro di mediazione portato avanti, 11 si sono conclusi con esito positivo, 2 sono attualmente in fase di mediazione e solo 2 sono stati archiviati».

Attenzione particolare è stata dedicata anche al Centro Antiviolenza, su cui pendeva il rischio di chiusura dopo l’entrata in vigore dell’accordo Stato-Regioni sui requisiti minimi per i finanziamenti pubblici. «Dopo aver coinvolto i sindaci, assieme al presidente della Provincia, ho interessato del problema l’assessora regionale Manuela Lanzarin, chiedendo anche di valutare la possibilità di una deroga alla montagna. L’azione sinergica e l’interessamento dell’assessora hanno portato a un primo risultato: la proroga dei termini per adeguarsi ai requisiti minimi», ha concluso Monego. «Ma ora è necessario fare un ulteriore step per scongiurare in maniera definitiva e strutturale la chiusura del Centro Antiviolenza. Ulteriore step che richiede l’impegno di tutti e la volontà di un cambio di passo culturale».

DIFESA DEL SUOLO
Il Consiglio provinciale ha ratificato anche alcune manovre in materia di Difesa del suolo. In particolare una somma urgenza da 100 mila euro per l’intervento in località Selle di Gosaldo (già effettuato, a seguito dell’episodio di maltempo di inizio marzo). Un’aggiunta di 500 mila euro al fondo delle somme urgenze, in vista della stagione dei temporali estivi. E l’acquisto di alcuni terreni a Lozzo di Cadore, in maniera tale da agevolare l’intervento di messa in sicurezza della frana di Revis, problema annoso per il quale è previsto un progetto di sistemazione da quasi 1 milione di euro.

AREE AGRICOLE DI PREGIO
In Consiglio anche il via libera alla perimetrazione delle aree agricole di pregio. La Provincia le ha individuate ai sensi della legge regionale 17 del 2022 («Norme per la disciplina per la realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra») che parte dall’obiettivo di perseguire la transizione energetica del sistema socio-economico e di promuovere l’uso dell’energia da fonti rinnovabili, e pone particolare attenzione a preservare il suolo agricolo quale risorsa limitata e non rinnovabile, individuando aree con indicatori di presuntiva non idoneità alla realizzazione di impianti fotovoltaici.

Le aree con indicatori di idoneità, definite dall’articolo 7, sono le aree industriali, artigianali e servizi, incluse quelle dismesse; le discariche, miniere e cave chiuse o cessate; le aree interessate da processi di urbanizzazione ed opere pubbliche; i terreni agricoli abbandonati o incolti da almeno 5 anni; i siti dove sono già installati impianti della stessa tipologia. Per contro, le aree particolarmente vulnerabili alle trasformazioni territoriali e del paesaggio, sono definite dell’articolo 3 quali aree con indicatori di presuntiva non idoneità e sono suddivise in base alle seguenti materie di tutela: Patrimonio storico-architettonico e del paesaggio; Ambiente; Agricoltura.

Il Consiglio ha approvato le proposte di perimetrazione, controdeducendo le sette osservazioni pervenute da altrettanti Comuni (Voltago, Fonzaso, Calalzo, Sospirolo, Santa Giustina, Sedico, Pedavena). La perimetrazione in ogni caso può cambiare nel caso in cui i terreni agricoli individuati vengano abbandonati per un periodo superiore ai 5 anni. E in ogni caso, la non idoneità all’installazione di impianti fotovoltaici non vale per le aziende agricole che ne abbiano necessità per mandare avanti la loro attività.

CENTRO RECUPERO ANIMALI SELVATICI
Il Consiglio ha approvato anche la convenzione con Regione e Veneto Agricoltura per la riattivazione del Cras (Centro recupero animali selvatici). È stata individuata la zona di Villa Zuppani, a Villiago (Sedico), di proprietà dell’ente Provincia, chiamata a diventare parte di un’area ambientale ed ecologica di pregio, a servizio del territorio bellunese.

Sono già state avviate alcune operazioni per la riattivazione, come il ripristino delle gabbie dove ricoverare gli animali feriti e alcune piccole manutenzioni. La convenzione dà il via libera a tutte le azioni conseguenti. Il Cras avrà il compito di recuperare e curare la fauna selvatica che a seguito di incidente viene valutata dal veterinario in grado di riprendersi e tornare in natura.

NOMINE UPI
È passata per il Consiglio anche la nomina dei rappresentanti della Provincia all’assemblea Upi Veneto (Unione Province d’Italia). Sono stati designati Massimo Bortoluzzi, Marzio Sovilla e Vanessa De Francesch.

VARIANTE URBANISTICA CORTINA
Rinviato invece a una nuova seduta di Consiglio il punto relativo alla variante urbanistica di Cortina. Si tratta di una modifica al Prg vigente, un atto tecnico già vagliato dagli uffici competenti della Provincia, su cui i consiglieri hanno prima scelto di sospendere la seduta per un approfondimento e poi hanno votato per il rinvio. Il Consiglio ne parlerà martedì prossimo alle 15.

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