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sabato 21 Settembre 2024,

Mountain Wilderness: la Fondazione Dolomiti Unesco ha tradito lo spirito e gli obiettivi

L'associazione ha diffuso un documento di forte denuncia. Nella foto da sinistra Marmolada, Col di Lana, passo Pordoi, Sella, Sotsas: area a forte rischio di speculazione

Con un documento che porta la data di ieri, lunedì 2 settembre, l’associazione Mountain Wilderness Italia denuncia il fallimento delle tutele Unesco sulle Dolomiti, accusando la gestione politica e istituzionale della Fondazione Dolomiti Unesco di aver tradito lo spirito di conservazione naturale e culturale dell’area alpina dichiarata Patrimonio dell’Umanità.

Il documento ripercorre le tappe salienti del cammino verso il riconoscimento Unesco e lo spirito che contraddistinse i promotori. Nel 1993 diverse organizzazioni ambientaliste, tra cui Mountain Wilderness, raccolsero oltre 10.000 firme in soli tre giorni per promuovere l’inserimento dell’intera area dolomitica nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco. Il 26 giugno 2009 le Dolomiti furono dichiarate Patrimonio dell’Umanità a Siviglia, ma la soddisfazione iniziale – si coglie dal documento di Mountain Wilderness – si è rapidamente trasformata in frustrazione per i limiti della tutela concessa.

Mountain Wilderness critica aspramente la scelta di proteggere solo le aree rocciose e già inserite in parchi naturali o in Rete Natura 2000, trascurando un approccio integrato che considerasse area Unesco anche i fondovalle, gli alpeggi e i complessi ecosistemi montani. Questa decisione, secondo l’associazione, ha favorito una mercificazione del territorio e la sua riduzione a semplice «marchio turistico», con gravi conseguenze sulla cultura, la storia e l’identità delle popolazioni locali.

Nel 2009 fu approvata la Strategia Complessiva di Gestione, mirata a conservare e valorizzare le Dolomiti. Ma Mountain Wilderness lamenta che gli obiettivi previsti non sono stati realizzati. La delusione, maturata nel corso degli anni, ha portato Mountain Wilderness ad abbandonare il Collegio dei soci sostenitori della Fondazione nel 2019, in segno di protesta contro l’inefficienza operativa dell’ente, in particolare in relazione al piano di gestione Dolomiti 2040. L’associazione denuncia l’assenza di azioni concrete per limitare l’accesso turistico nelle aree già sovraffollate e per regolamentare il traffico nei passi dolomitici. Inoltre, critica duramente il potenziamento delle aree sciistiche e la diffusione di nuove infrastrutture, che stanno danneggiando il paesaggio e la biodiversità.

Il documento di Mountain Wilderness sottolinea anche la necessità di vietare pratiche come l’eliturismo, che continua a essere promosso in zone dove dovrebbe essere vietato, come in provincia di Bolzano. La costruzione di rifugi, l’ampliamento delle aree sciabili e la mancanza di controllo da parte delle autorità locali e nazionali sono ulteriori fattori che, secondo l’associazione, hanno compromesso la la finalità della conservazione del bene.

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