Venerdì 18 ottobre è stato ufficialmente presentato a Belluno il progetto Filò Ladin, promosso dall’amministrazione provinciale di Belluno nell’ambito della legge 482/1999 sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Museo Dolom.it, ha l’obiettivo di preservare e promuovere la cultura ladina attraverso le sue varietà linguistiche presenti nel Cadore, nel Comelico, nell’Agordino e nello Zoldano.
Coinvolgendo attivamente 13 istituzioni locali, tra musei e Unioni ladine, Filò Ladin mira a far conoscere la ricchezza linguistica e culturale di queste comunità. Tra le istituzioni partecipanti figurano il Comune di Val di Zoldo, il Museo del Ferro e del Chiodo, il Museo etnografico di Goima, il Museo Albino Luciani, l’Ecomuseo Valle del Biois, l’Union Ladina Val Biois, il Musla – Moviment de Union e Sensibilisazion Linguistica del Agordin, il Museo geologico di Agordo, l’Union Ladign da Selva, il Museo del Seggiolaio Gosaldo, l’Union Ladina del Cadore de Medo, la Magnifica Comunità di Cadore e Algudnei – Spazi per la cultura ladina del Comelico.
Secondo Fabiana Fazzi, Giacomo Pompanin e Claudia Meneghetti, responsabili del progetto, la forza di Filò Ladin sta nel suo impegno per «la preservazione e diffusione di una lingua che altrimenti rischierebbe di scomparire, insieme alla grande varietà, ma allo stesso tempo unità, di termini che comprende».
Un patrimonio linguistico a portata di clic
Il progetto prevede la raccolta di numerosi termini ladini sulla piattaforma digitale del Museo Dolom.it, dove ogni parola è associata a tradizioni, mestieri, piatti tipici, luoghi e fenomeni naturali che caratterizzano le vallate dell’Alto Bellunese. La piattaforma include anche fotografie, oggetti museali, racconti di vita comunitaria e file audio per ascoltare la corretta pronuncia dei termini. Inoltre, il progetto ha un’estensione social: le pagine Instagram e Facebook del Museo Dolom.it condividono settimanalmente un nuovo termine ladino, permettendo agli utenti di scoprire e imparare nuove parole.
Il nome stesso del progetto, Filò, richiama l’antica tradizione delle comunità ladine, che si riunivano attorno al focolare (il larìn) per raccontarsi storie e condividere esperienze. L’obiettivo di Filò Ladin è proprio quello di riproporre questa forma di condivisione in chiave moderna, attraverso il digitale, con un focus particolare sugli aspetti linguistici.
Educazione e metodologia CLIL
Il progetto Filò Ladin si inserisce anche nel più ampio contesto della valorizzazione della lingua ladina nelle scuole. Recentemente si è concluso il progetto pluriennale “Plurilinguismo, interculturalità e metodologia Clil con il ladino”, avviato nell’ambito della programmazione strategica del Fondo Comuni confinanti. La metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning), che prevede l’insegnamento di alcune materie in una lingua diversa da quella madre, è stata applicata anche al ladino, coinvolgendo diverse scuole della provincia di Belluno. I responsabili del progetto spiegano come Filò Ladin potrebbe in futuro rappresentare uno strumento utile per gli insegnanti che vogliono introdurre la metodologia CLIL in ladino, offrendo una base per l’insegnamento della lingua e per la promozione del patrimonio culturale ladino nelle nuove generazioni.
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