L’incontro ha rappresentato l’occasione per fare il punto sulle attività svolte nel 2024 e per delineare le prospettive future.
Ad aprire l’evento sono stati i saluti istituzionali di Raffaele Addamiano, assessore alla cultura del Comune di Belluno, Ennio Vigne, presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, e Roberto Padrin, vicepresidente della Fondazione e presidente della Provincia di Belluno. Nel suo intervento, Padrin ha ringraziato i sostenitori e lo staff della Fondazione, sottolineando il lavoro svolto nel corso dell’anno: «È stato un anno estremamente impegnativo, ma c’è ancora molto da fare. Guardiamo al 2025 con l’obiettivo di continuare nel solco tracciato, lavorando per le comunità e in vista del turno di presidenza che tornerà alla Provincia di Belluno».
L’assessore Addamiano ha ricordato l’importanza della bellezza delle Dolomiti, citando Le Corbusier: «Le Dolomiti sono la più bella opera architettonica del mondo. Questa bellezza ci richiama a una responsabilità morale e politica, come sancito dall’articolo 9 della Costituzione, a tutela delle future generazioni». Anche Ennio Vigne ha sottolineato il valore del riconoscimento UNESCO, evidenziando la necessità di promuovere il territorio attraverso iniziative sostenibili, soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali.
Il Collegio dei Sostenitori e le attività del 2024
Il Collegio dei Sostenitori è un organo statutario della Fondazione che include, oltre ai soci fondatori, enti pubblici, associazioni, professionisti e cittadini che contribuiscono alle attività della Fondazione. Durante l’incontro, i membri del Collegio hanno discusso i progetti portati avanti nel 2024, illustrati dalla direttrice Mara Nemela e dai collaboratori della Fondazione.
Nemela ha evidenziato il metodo collaborativo che caratterizza il lavoro della Fondazione, basato sulla condivisione tra i diversi territori coinvolti. Tra le iniziative principali, è stato citato lo sviluppo del portale «Dolomites World Heritage Geotrail» e di una mostra fotografica itinerante. Nel campo della promozione culturale, la Fondazione ha collaborato con il Trento Film Festival e prodotto documentari dedicati ai Parchi delle Dolomiti.
Per la tutela della biodiversità, sono stati valorizzati i produttori locali e condotte analisi sulla gestione dei prati da sfalcio, mentre la ricerca «Flora di vetta» ha approfondito l’impatto del cambiamento climatico sulle specie floristiche. Importanti anche le attività di formazione per amministratori, insegnanti e gestori di rifugi, accompagnate dalla campagna #vivereinrifugio, che mira a sensibilizzare escursionisti e turisti sul cambiamento climatico e sulla vita in quota.
Sul fronte della comunicazione, sono proseguiti i progetti multimediali, con particolare attenzione alla promozione responsabile del Patrimonio Mondiale. L’inclusività è stata al centro di progetti come la brochure per persone con disabilità cognitiva e la collaborazione con l’associazione Dolomiti Open per l’evento «Brenta Open».
Riconoscimenti e nuove prospettive
Premi speciali sono stati assegnati a opere e tesi di laurea che hanno valorizzato i temi legati al Patrimonio Mondiale, mentre il mondo dell’alpinismo è stato protagonista grazie al premio Piolet d’Or, ospitato per la prima volta nelle Dolomiti, e alla realizzazione di documentari sulla storia dell’alpinismo.
A concludere l’incontro è stato Cesare Lasen, membro del Comitato Scientifico, che ha ribadito l’importanza del coinvolgimento collettivo: «Le Dolomiti non sono solo paesaggio e biodiversità, ma anche un luogo dell’anima. Questo è un patrimonio di tutti e voi ne siete i protagonisti».
L’appuntamento si è chiuso con un rinnovato impegno da parte di tutti i presenti per proseguire nella tutela e valorizzazione di un territorio unico, simbolo di bellezza e responsabilità condivisa.
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