Si allontanano sempre di più i tempi in cui la provincia di Belluno si piazzava in testa nelle classifiche del Sole 24 Ore dedicate alla qualità della vita. L’edizione 2024 del rapporto relega Belluno e le Dolomiti Bellunesi al 45° posto, un gradino più giù rispetto all’anno scorso, ormai vicini alla metà della classifica (le province in Italia sono 107).
Allarga le braccia Roberto Padrin, il presidente della Provincia, e tenta una giustificazione del risultato scarso: «Queste classifiche vanno prese come le recensioni su internet dei ristoranti o degli alberghi: danno un’indicazione, certo, ma opinabile e mutevole, non certo la verità assoluta. Se in quel ristorante si mangia bene o male, dipende da tanti fattori, e anche dal gusto di chi giudica».
Novanta indicatori statistici a determinare questo podio: 1° posto per Bergamo, 2° per Trento, 3° per Bolzano (loro sì, Trento e Bolzano, stabilmente in vetta da anni).
Palazzo Piloni prova a inforcare gli occhiali dell’ottimismo e legge così le tabelle: «I valori positivi sono quelli dell’indicatore “Ricchezza e consumi” (8° posto in graduatoria), con il miglior risultato a livello nazionale per il basso numero di protesti e il secondo posto per il basso numero di famiglie con Isee sotto i 7mila euro; ottimi i risultati per quanto riguarda i risparmi bancari delle famiglie e le mensilità di stipendio per comprare casa. Positivi anche i valori dell’indicatore “Giustizia e sicurezza” (31° posto), con il rilievo dei bassi numeri di furti, rapine, incendi e litigiosità. L’indicatore “Affari e lavoro” (51° posto) è appesantito dal numero di ore di cassa integrazione autorizzate, dal numero di pensioni di vecchiaia e dalla scarsa incidenza di imprese sociali. Bene anche “Ambiente e servizi” (35° posto) dove spicca la raccolta differenziata (quarto miglior risultato nazionale nella sottocategoria). Nell’indicatore “Cultura e tempo libero” (79° posto), ottimi risultati per le sottocategorie aree protette e indice di lettura». Niente che brilli, in realtà.
A Nordest, sono molto, molto più in alto di noi Udine (6° posto), Verona (7°), Vicenza (8°), Pordenone (16°), Padova (18°), Trieste (19°), Treviso (24°). Fanno peggio Venezia (46°), Rovigo (53°). Fa ancora più male, osservando che la top ten è presidiata dal Triveneto.
Pesa il meteo e la Provincia lo usa per criticare i parametri del Sole: si registra infatti il peggior livello nazionale nell’indice climatico, a causa del conteggio di soleggiamento, pioggia e giorni freddi. «Già questo fattore ci dice come questo genere di graduatorie siano tanto complesse da stilare quanto “impacciate” nell’inquadrare il concetto di qualità della vita declinato nei vari territori dello Stivale» commenta Padrin. «È ovvio che nei giorni di soleggiamento, pioggia e freddo Belluno non potrà mai competere con Siracusa o Cagliari: e già questo la dice lunga su come può essere percepita la montagna, o meglio una parte di montagna, dato che Trento e Bolzano, oltre all’autonomia speciale, sono sempre a ridosso delle prime posizioni».
Rode. Ma avanti sempre: «È uno dei motivi per cui non dobbiamo leggere queste classifiche con entusiasmo quando siamo stati nei primi posti e con abbattimento quando siamo a metà graduatoria. Piuttosto, ci servano da stimolo a fare sempre meglio, a lavorare per lo sviluppo e il benessere delle nostre comunità».
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