Si amplia il progetto «Rifugi sani e sicuri» con il riconoscimento di altre 15 strutture alpine delle Dolomiti che hanno completato il percorso di certificazione. La consegna delle targhe si è svolta ieri, lunedì 27 gennaio, presso il Rifugio Laresei, a Cima Pradazzo, Falcade, alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali e dei partner del progetto. Con questi nuovi ingressi, salgono a 42 i rifugi certificati, dopo i 27 già accreditati lo scorso anno.
L’evento di consegna
Alla cerimonia erano presenti il Commissario dell’Ulss 1 Dolomiti Giuseppe Dal Ben, il Prefetto di Belluno Antonello Roccoberton, Paolo Rosi in qualità di Regional Medical Officer per le Olimpiadi, Federica Michieletto per la Direzione della Prevenzione Regionale, e diversi partner del progetto, tra cui il Soccorso Alpino rappresentato dal presidente nazionale Maurizio Dell’Antonia, il presidente di Agrav Mario Fiorentini, il presidente del Cai Veneto Renato Frigo, Giancelso Agazzi della Commissione Centrale Medica del Cai nazionale, e rappresentanti di Confcommercio. Tra i rifugi premiati, figurano:
- Antelao (Pozzale di Cadore)
- Capanna Cima Comelle (Canale d’Agordo)
- Casera Ere (San Gregorio nelle Alpi)
- Ciareido (Lozzo di Cadore)
- Faloria (Cortina d’Ampezzo)
- Pietro Galassi (Calalzo di Cadore)
- Kekeglo (Borgo Valbelluna)
- Laresei (Falcade)
- Volpi al Mulaz (Falcade)
- Palafavera (Val di Zoldo)
- Remauro (Passo Cibiana)
- Pelmo (Val di Zoldo)
- Staulanza (Val di Zoldo)
- Vallorch (Pian del Cansiglio)
- Vazzoler (Taibon Agordino)
I rifugisti presenti hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, sottolineando il valore del progetto per la sicurezza e l’accoglienza dei visitatori.
Obiettivi del progetto
Il progetto «Rifugi sani e sicuri», promosso dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti guidato da Sandro Cinquetti, punta a migliorare gli standard igienico-sanitari dei rifugi alpini, in vista dell’aumento del turismo montano e degli appuntamenti olimpici che coinvolgeranno le Dolomiti. «Alzare il livello di qualità delle strutture ricettive del nostro territorio, inclusi i rifugi alpini, è un deciso passo in avanti che l’azienda sanitaria sostiene nell’ambito del grande impegno multidisciplinare verso l’evento a cinque cerchi», ha dichiarato Giuseppe Dal Ben.
Un team dedicato ha accompagnato le strutture nel percorso per ottenere la certificazione, che garantisce il rispetto di elevati standard di sicurezza sanitaria e promozione della salute. A ciascun rifugio è stato inoltre consegnato un defibrillatore, con relativa formazione per il personale, e uno “starter kit” contenente prodotti per la protezione dai raggi solari e materiali ecosostenibili per la pulizia, donati da aziende partner del progetto.
Un impegno condiviso
L’iniziativa, partita dal Veneto, è stata estesa a livello regionale grazie al supporto dei Dipartimenti di Prevenzione locali. Il progetto coinvolge anche il Soccorso Alpino, il Cai, aziende come Essilor Luxottica, Karpos, Unifarco e Terra Alp, oltre a scuole locali che hanno contribuito con tovagliette create dai bambini per sensibilizzare alla prevenzione del melanoma.
La collaborazione tra istituzioni e partner rappresenta un modello di rete che valorizza il territorio montano e ne migliora la fruibilità in sicurezza, assicurando una maggiore tutela per escursionisti e turisti.
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