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sabato 23 Novembre 2024,

«Lavoro nei boschi fondamentale per cura territorio e prevenire incendi»

Coldiretti si era fatta promotrice della richiesta di inserire anche la selvicoltura e la manutenzione delle aree forestali tra quelle essenziali che possono continuare ad essere svolte durante l'emergenza coronavirus.

Via libera alla ripartenza della silvicoltura, il taglio nei boschi per rifornire i combustibili solidi, la legna, e attività varie forestali. Il lavoro nei boschi è uno di quelli che, in base all’ultimo decreto per il contrasto del Covid-19 della presidenza del Consiglio dei Ministri, potrà riprendere dal 14 aprile. Una decisione accolta con favore della Coldiretti, che si era fatta promotrice della richiesta di inserire anche la selvicoltura e la manutenzione delle aree forestali tra quelle essenziali che possono continuare ad essere svolte durante l’emergenza coronavirus.

«L’inserimento delle attività di selvicoltura tra quelle non sospese è importante», sottolinea l’associazione di categoria, «per consentire alle imprese del settore di tornare al lavoro e concludere le operazioni programmate. I boschi, gestiti in modo sostenibile, assolvono funzioni importanti per tutta la collettività, come per la prevenzione dalle frane e dalle alluvioni, ma serve una corretta gestione per preservare i territori dall’abbandono affinché possano svolgere un insostituibile presidio rispetto all’assetto idrogeologico e mantenere un patrimonio naturale con importante valenza turistica e ambientale».

Il via libera al lavoro nei boschi è provvedimento che riguarda in Veneto 465 mila ettari di bosco, circa il 25% della superficie regionale. Molto diversificato dal punto di vista della specie arborea, gran parte del patrimonio boschivo veneto rientra nella Rete Natura 2000 che ha per obiettivo la conservazione della biodiversità.

«Una ricchezza verde da “governare” che non deve essere lasciata a sé stessa valorizzata rilanciandone la dimensione economica nella filiera del legno», continua Coldiretti. «La realtà veneta è stata segnata come in tutta Italia dai cambiamenti climatici e dopo l’uragano Vaia va salvaguardata anche da un 2020 particolarmente caldo e siccitoso, che ha creato condizioni ambientali particolarmente favorevoli allo scoppio degli incendi. La corretta manutenzione delle foreste aiuta infatti a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi delle fiamme. Se gli incendi sono il pericolo più temuto, con l’avanzare della stagione e l’arrivo del caldo, lo sblocco delle attività nelle aree colpite dalla tempesta Vaia consente la rimozione del legname ancora a terra con il rischio concreto che venga attaccato dai parassiti». M.R.

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