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mercoledì 11 Dicembre 2024,

«CaN Be», Belluno prima provincia Carbon Neutral delle Alpi?

La Provincia ha presentato oggi l’avvio del progetto, che porterà a una certificazione e a un brand. Tutto parte dai ragazzi bellunesi che manifestarono nei Friday for Future. Nella foto Giana Drao, vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti.

Belluno potrebbe essere la prima provincia “carbon neutral” dell’arco alpino, la seconda in Italia dopo Siena. «CaN Be» si chiama il progetto, Carbon Neutral Belluno. Carbon neutral vuol dire che il bilancio delle emissioni inquinanti nell’atmosfera (traffico, industria, riscaldamento) “va in pari” grazie alla qualità dell’ambiente e soprattutto grazie alla presenza dei boschi e del verde. Probabilmente Belluno è già carbon neutral, si tratta di scattare la fotografia dell’esistente e di farla certificare.

L’idea viene dai ragazzi bellunesi delle scuole che manifestarono nei Friday for Future. Scuole in Rete per un mondo di solidarietà e pace e Consulta provinciale degli studenti hanno catalizzato le energie positive, trasformandole in un’idea. Che è stata presentata alla politica.

Simone Deola e Roberto Padrin.

La Provincia di Belluno è e sarà il referente naturale. Ci ha messo trentamila euro. «Voglio ringraziare Franco Chemello e Scuole in rete», ha detto il presidente Roberto Padrin nella conferenza stampa indetta oggi, martedì 20 ottobre, per presentare il progetto, «lo stimolo di lanciare la provincia di Belluno carbon neutral nacque un paio d’anni fa con quella manifestazione che coinvolse gli studenti, al seguito di Greta Thumberg. Ci siamo attivati, ci siamo messi in contatto con l’Università di Siena, abbiamo messo insieme un atto del Presidente che oggi presentiamo e che fa partire ufficialmente questo progetto». Coordina dal punto di vista tecnico l’Università di Siena, appunto, è il braccio operativo. «Vorremmo riuscire a dare a tutti questo marchio di “carbon neutral”», spiega Padrin. La Provincia vuole essere il riferimento per gli studenti nel portare avanti politiche ambientali.

Il progetto carbon neutral trova le sue radici nelle norme europee. «La valenza è prima di tutto di ordine ambientale ma è un importantissimo vettore di marketing», spiega Simone Deola consigliere provinciale delegato all’ambiente. «Adesso andiamo a fare una “fotografia” delle emissioni, dall’ambito produttivo, a quello domestico, al traffico. E le metteremo a confronto con il nostro ambiente, facendo la somma: dalla quota di emissioni sottrarremo la capacità di assorbimento del nostro territorio». E se tutto va bene sarà poi «importante fare incontri per far capire la valenza di questo marchio, utilizzabile anche dai settori privati produttivi come certificato di qualità di un prodotto, in un territorio che pareggia le emissioni di carbonio».

«È partito tutto quando abbiamo incontrato Simone Bastianoni, docente all’università di Siena», spiega Franco Chemello, il prof a cui fanno riferimento le migliaia di studenti bellunesi in qualche modo legati a Scuole in Rete e Consulta. «È la quadratura del cerchio: contenere le emissioni e sfruttare questo obiettivo per avere un brand tutto bellunese. Si potrà usarlo anche per promuovere il nostro territorio e le aziende del nostro territorio». Il percorso terminerà tra un anno. Dal punto di vista tecnico sarà il Registro Navale l’ente di certificazione che controllerà i dati bellunesi. La certificazione vale un anno, poi bisognerà portare avanti il monitoraggio ed essere confermati di volta in volta.

«Toccherà alla politica vedere quali sono gli elementi migliorabili, soprattutto in termini di CO2. Ma dev’essere chiaro che con questa iniziativa non si “blocca” nulla, è solo un’opportunità da cogliere. E prima di tutto il progetto sarà uno studio che ci permetterà di capire come siamo messi».

Siena, che è ben più avanti di noi, sta sfruttando il brand? No. «Siena non ha investito nel brand, non hanno giocato questa carta, se ne lamenta anche Bastianoni», dice Chemello, «però continuano ad andare avanti».

Giana Drao parla per la Consulta: «Laura e io siamo entrate in Consulta quando il progetto era già partito con Simone e Lorenzo, ne siamo molto orgogliosi. Intendiamo essere propositivi anche su altri progetti di questo tipo, sosterremo sempre iniziative del genere e ne proporremo ulteriori».

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