Ore 18.05. La Provincia di Belluno ospita oggi, giovedì 17 giugno, a Villa Patt di Sedico la vicepresidente della Regione del Veneto Elisa De Berti e l’ingegnere Helmuth Moroder per la presentazione dei risultati dello studio sulle diverse ipotesi di tracciato per raggiungere Cortina d’Ampezzo con i binari. Alle 18, a fine lavori, sarebbe previsto un incontro con la stampa, ma la riunione riservata è ancora in corso, sono in sala i rappresentanti dei Comuni bellunesi.
Ore 18.15. L’assessore De Berti alza la voce, la riunione (che è a porte chiuse) si prolunga più del previsto, forse stanno emergendo dei contrasti. L’idea di collegare di nuovo Calalzo di Cadore e Cortina con il treno, com’era al tempo delle Olimpiadi del 1956, è stata ripresa negli anni scorsi e ha trovato forza con la prospettiva delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Ma si è perso troppo tempo, troppe indecisioni, troppe polemiche, il 2026 è un obiettivo praticamente impossibile. Si è iniziato a ragionare sul tracciato storico, in Valle del Boite. Poi si è affacciata l’ipotesi della Val d’Ansiei, via Auronzo di Cadore («tracciato B»). Che quasi subito ha fatto emergere una proposta di variante («tracciato C»). Finché anche l’Agordino non ha alzato la voce proponendo il collegamento via Belluno e la Val Cordevole («tracciato D»).
Ore 18.25. I sindaci escono. Due ore d’incontro. Si fermano al tavolo per parlare con i giornalisti Roberto Padrin, Elisa De Berti e Helmuth Moroder. De Berti: clima costruttivo che non mi aspettavo. Esclusi il tracciato C e il tracciato D. Il Treno delle Dolomiti sarà Valboite più un braccio che raggiunge Auronzo. Gli altri due tracciati costano troppo, troppe gallerie. Devo riuscire a fare un treno che abbia un potenziale da giustificare un treno ogni ora e d’estate ogni mezz’ora. Così diventa concorrenziale rispetto all’auto. Si ragiona sulla possibilità di “spostare” il 30% del traffico da gomma a rotaia. Provincia, Regione e Rfi devono istituire un tavolo tecnico, mediante un protocollo d’intesa, capace di dialogare con parti sociali, rappresentanze economiche, enti locali. L’ipotesi Agordino ha il punto debole proprio nella prospettiva di raggiungere Cortina, sul treno in Agordino si può ragionare ma in modo diverso. A luglio 2021 si prevede la firma del protocollo per l’istituzione del tavolo tecnico, nel luglio 2022 il tavolo produrrà i risultati. Al tavolo, già che ci siamo, studieremo anche l’ipotesi Agordino.
Ore 18.35. Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. Prima pietra concreta. Dobbiamo partire dal Ptcp, che indica la Valboite. Ma è giusto fare approfondimenti. Anche perché Agordino significa turismo ma anche Luxottica. Adesso non dobbiamo decidere con la pancia, ma considerando i numeri, costi di realizzazione e costi di gestione. Oggi nella riunione è stato anteposto l’interesse comune. Adesso è l’ora delle valutazioni, anche di prospettiva. Non possiamo sprecare l’opportunità né le risorse, tra qualche decennio dobbiamo poter constatare che avremo fatto la scelta giusta.
Ore 18.40. De Berti. Si può fare solo se scegliamo un tracciato senza gallerie. E comunque dobbiamo essere sicuri che poi venga usato. Sennò Rfi stessa dirà: non la facciamo, se non si sostiene. Dobbiamo collegare Cortina a Venezia con un piano d’esercizio che sia concorrenziale, mettendo in essere delle politiche che lo rendano interessante. D’estate, un treno ogni mezz’ora. Le Olimpiadi a fare da traino. Certo, bisognerà mettere insieme il ragionamento su strade e ferrovie.
Ore 18.50. De Berti. Se parliamo di Treno delle Dolomiti non sarà per le merci ma per la mobilità locale e turistica. Idrogeno? No, dobbiamo fare una linea elettrificata, senza rotture di carico. Sennò bisognerebbe fare cambi nel collegamento Cortina – Venezia. Moroder: in valle del Boite prevediamo numerose stazioni. De Berti: prevediamo un costo di realizzazione di 600 milioni di euro per il tratto in Valboite, 240 milioni per il tratto fino ad Auronzo. L’Agordino costerebbe 1 miliardo e 350 milioni di euro.
Ore 18.55. Moroder: bisognerà trovare il modo per farla e finirla, sono convinto che in 15 anni potrebbe funzionare. De Berti: giornata felice, c’era consapevolezza di voler fare la scelta migliore. Poi altre scelte future verranno da sé. Sono e saranno i dati a fare la differenza, nelle scelte.
Ore 19.00. De Berti: ho alzato la voce? Con Svaluto! Mi ero spiegata male.
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2 commenti
Rita
Qualche precisazione in più. L’idea di collegare Calalzo con Dobbiaco, passando naturalmente per Ampezzo, nasce ancora prima della Grande Guerra; verrà poi realizzata usufruendo proprio del sedime fatto a suo tempo dai due eserciti, a scartamento ridotto, ed inaugurata già nel 1924. Qualche anno dopo la sua elettrificazione. Nel 1956 si dimostra un’opera provvidenziale in occasione dell’assegnazione delle Olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo. Il suo scopo, e secondo me dovrebbe rimanere tale, è quello di collegare Venezia con la Pusteria e quindi l’Austria.
Svaluto Moreolo Mario-Segretario P.D. Circolo Oltrardo-Belluno
Il Circolo P.D. dell’Oltrardo-Belluno si è espresso più volte in questi ultimi anni per la scelta del percorso della Ferrovia: Venezia-Belluno-Calalzo-Auronzo-Cortina e…..
Ciò con l’indizione di due convegni nel 2016 e 2019 che hanno con chiarezza indicato tale percorso.
La motivazione tecnica unanime è stata l’inidoneità del terreno della valle dl Boite in gran parte in frana.
Lo stesso accordo fra Governo-Regione Veneto e Provincia di Bolzano siglato a Cortina ha indicato il percorso per Auronzo.
La scelta della Regione Veneto comunicata dall’assessore Berti è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di programmare in funzione dello sviluppo della Provincia e del suo collegamento a Sud ed a Nord.
Risponde ancora alla vecchia logica del “consenso” e all'”atavica incapacità” degli Enti Locali Bellunesi a fare squadra ed a superare il localismo territoriale.
L’Amministrazione della Provincia di Belluno non può limitarsi a fare la passa carte nei confronti della Regione Veneto.
Manca la cultura politica ed istituzionale dei Corpi Sociali tutti.
Altro che “autonomia della Provincia”.
La Provincia si trova e si troverà schiacciata fra i due “blocchi” oggi preminenti sotto il profilo politico ed economico: a sud la Città Metropolitana ed a nord le due Provincie Autonome di Bolzano e Trento.
E’ opportuno che si valuti la proposta avanzata alcuni anni fa dal Circolo P.D. dell’Oltrardo-Belluno: aderire alla Citta Metropolitana di Venezia, Treviso e…rivendicando la specificità prevista dall’Art. 15 dello Statuto Veneto e dalla Legge nr. 25 della Regione Veneto.
Diversamente questa nostra Provincia non si salverà!!!