(Aggiornato)
Il Comelico rischia di pagare un conto salato per il proprio isolamento. A parte i passi alpini, la galleria di quattro chilometri tra Santo Stefano e il Centro Cadore è l’unica strada “normale” di accesso e di uscita dalla vallata, ma da aprile resterà chiusa tutte le notti e di giorno sarà percorribile soltanto a senso unico alternato. Per due anni. Ne abbiamo parlato con l’onorevole Herbert Dorfmann, che rappresenta anche la provincia di Belluno nel Parlamento europeo.
Onorevole Dorfmann, non crede che sarebbe diverso lo scenario se il Comelico avesse anche un collegamento a Nord? Se ci fosse, tornerebbe utile nei prossimi due anni per far fronte a eventuali necessità. E se il Comelico fosse una valle di comunicazione forse avrebbe ricevuto più attenzioni su quella galleria, trascurata e priva di alternative.
«Sì, ho sentito del problema del tunnel che chiaramente rende ancor più difficile l’accessibilità del Comelico. È chiaro che un’apertura verso Nord renderebbe questa zona più interessante economicamente e anche turisticamente, perché oggi per chi viene dal Nord Europa, dalla Germania, dall’Austria, dall’Olanda che sono mercati turistici importantissimi raggiungere il Comelico è un’avventura: deve attraversare tutta la Pusteria o comunque cercare in qualche maniera di arrivarci, però è difficile. E quindi il mercato turistico è molto più limitato di quel che potrebbe essere. Un collegamento sicuramente non è una cosa che si può fare nei brevi periodi. Purtroppo però anche il collegamento sciistico con Sesto non va avanti e questa sarebbe stata un’opzione sul tavolo che si sarebbe potuta realizzare – o si potrebbe realizzare – anche nell’arco di mesi, più che di anni, e renderebbe tutta la zona, sicuramente l’alto Comelico, più appetibile».
Pensare a grandi collegamenti non è possibile, ma una strada turistica transfrontaliera poteva e forse potrebbe essere immaginata. D’altra parte, il Veneto ha proprio nel Comelico ben 30 chilometri di confine con l’Austria, oggi attraversato soltanto da sentieri alpini.
«Sì, mi rendo conto, non è facile: io non so se in questo momento c’è una volontà di riaprire un dibattito su un’apertura verso Nord, mi sembra comunque non facile. Forse per rendere la zona turisticamente più interessante sarebbe veramente da ricominciare a riflettere sui collegamenti sciistici, per rendere quelle zone, almeno d’inverno, turisticamente più attrattive».
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6 commenti
Giuseppe
Un territorio montano con nuovi problemi che vanno sommandosi ad altri mai risolti. Che disastro per la vita di quelle popolazioni.
bruno zannantonio sagrestan
BON NADA’
Prima di pensare ai collegamenti ed alle grandi infrastrutture, poco compatibili per un territorio come quello del Comelico, sarebbe, è e… sarà sempre meglio pensare ai servizi essenziali per vivere in Montagna: dai servizi essenziali della sanità e delle scuole, all’assistenza migliore, non ultima quella informatica, per le aziende locali, ecc. ecc. e l’elenco sarebbe lungo ed infinito. Un particolare saluto a Gigi con: na bona fin e n bon prinzipiu d’an !
Bruno
Frequento il Comelico da più di 30 anni.
Di anno in anno ho visto la valle spopolarsi, hotel bar negozi chiudere inesorabilmente.
Prati e pascoli sono stati ingoiati dai boschi che lentamente riprendono ciò che l’uomo con l’agricoltura di montagna aveva conquistato.
I giovani vanno a lavorare e vivere nelle valli della vicina pusteria ben più ricca.
Un grazie sentito alla classe politica veneta e nazionale che è molto concentrata in chissà dove.
Buone feste
Emanuela
Prima di mettere a posto il Comelico bisogna cambiare i comeliani ……
Nessuna opera avrà mai risultato finché la mentalità resta quella di 80 anni fa e poi bisogna cambiare radicalmente gli amministratori che ricalcano lo stesso cliché e non aggiungo altro….
Italo
Concordo con Bruno , 30anni in Comelico, in poche parole ha detto tutto e così continuiamo a retrocedere inesorabilmente, noi del Comelico contiamo poco più di zero di fronte al potere, ad esempio negli ultimi anni ho assistito a sprechi enormi da parte dell’ANAS senza sostanzialmente mettere mano nei punti critici della viabilità, non parliamo poi del collegamento sciistico d’altra parte abbiamo tanti “sapienti” che vanno predicando che la montagna vera è quella grezza o meglio quella povera ma questi, salvo qualche raro caso di masochismo, vivono agiati e pronti a dare lezioni di saggezza e ricordare i tempi passati di quando il Comelico era molto più prospero e con il triplo dagli abitanti. Fortunatamente abbiamo la vicina Pusteria che ci da un po’ di respiro altrimenti saremmo messi ancor peggio. Fateci gli auguri di un futuro migliore, ne abbiamo bisogno. Grazie
Pino
Benone qua si pensa a servizi sanitari ed altro senza una strada sicura e veloce magari un ospedale moderno con tutte le specializzazioni isolato in comelico VEDE SE CI FOSSE STATA LA SUPERSTRADA DEL CAVALLINO ERA TUTTO RISOLTO MA CERYE MENTI ANCORA NON CI ARRIVANO