«Siamo davvero una generazione socialmente disimpegnata? In che modo il Covid ha inciso sul volontariato e in particolare su quello giovanile?». Partendo queste domande, venti studenti dell’indirizzo linguistico del Liceo “G. Dal Piaz” di Feltre (classi 3AL, 3BL, 4AL) hanno realizzato una videoinchiesta, dando la parola al Centro Servizi per il Volontariato di Belluno Treviso e ad alcune associazioni: il Comitato di Feltre della Croce Rossa Italiana, l’Associazione Feltrina Donatori Volontari del Sangue, il Centro Internazionale del Libro Parlato, il Coordinamento delle Associazioni di Protezione Civile della Comunità Montana Feltrina e l’Odar, che gestisce le strutture diocesane del Villaggio San Paolo al Cavallino e della “Gregoriana” di Auronzo di Cadore.
Il video, intitolato «Perché lo fai? – la parola ai volontari», è stato realizzato dagli studenti con dei semplici telefonini a conclusione del progetto “Articolo 21” ed è ora disponibile sul canale youtube dell’istituto, a questo link: https://youtu.be/xxtNA816AqU.
Durante il percorso teorico e pratico gli studenti, guidati dal prof. Giambattista Zampieri, si sono soffermati sull’origine del diritto alla libertà di parola, sulle norme che la circoscrivono, sul diritto-dovere di informazione, sulla deontologia del giornalismo, al fine di diventare lettori/analisti competenti, capaci di discernere le fonti di informazione, di individuare una fake news e di realizzare alcuni elaborati giornalistici. Il tema scelto per il lavoro finale ha consentito di ampliare ulteriormente il valore civico del progetto, immergendo i partecipanti nella ricca realtà del volontariato bellunese e feltrino.
Qual è stato, dunque, l’esito dell’inchiesta? Le associazioni interpellate hanno permesso di concludere che in alcuni casi l’interesse e la disponibilità a svolgere attività di volontariato sono andati addirittura aumentando durante il periodo del Covid, mentre in altri si registra la difficoltà a trattenere i giovani in un impegno stabile e duraturo.
«I giovani ci sono e sono impegnati, ma bisogna tener conto del fatto che non hanno una prospettiva stabile di vita e lavoro, che consenta di programmare un’attività di volontariato altrettanto stabile», afferma a conclusione dell’inchiesta il direttore del Centro Servizi per il Volontariato Nevio Meneguz, che sottolinea dunque la necessità di cambiare il modo di approcciarsi al tema anche da parte delle stesse associazioni: «I dati socio-demografici sono implacabili: i giovani in provincia di Belluno sono pochi, ma svolgere attività di volontariato può essere un fattore di trattenimento sul territorio. Le associazioni hanno bisogno di trovare il giusto spunto per cambiare e voi ragazzi potete essere il fattore di cambiamento».
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