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giovedì 28 Novembre 2024,

Puos, in Casa di riposo il Vescovo ha ricordato la forza che viene dall’amore di Gesù

Un incontro atteso e gradito dai numerosi ospiti presenti insieme ai parroci e ai sindaci della conca.

C’erano molti ospiti nel pomeriggio di giovedì 20 aprile ad accogliere il vescovo Renato Marangoni alla Casa di soggiorno di Puos d’Alpago. Con loro i tre sindaci dell’Alpago, la direttrice della struttura, Mariaelena Merella, il personale sanitario e diversi operatori. Il Vescovo ha concelebrato una Santa Messa, molto attesa, assieme a tutti e quattro i parroci della conca.

Durante l’omelia, nel commentare le letture del giorno, mons. Marangoni ha evidenziato l’acceso ardore degli apostoli che dopo la Risurrezione del loro Maestro annunciano con coraggio il suo amore per ogni persona. Ed è proprio l’amore di Gesù che ogni giorno ci sostiene e ci offre occasioni di vita, anche quando ci sentiamo affaticati e il nostro corpo è fragile. Nell’introdurre poi il Padre Nostro, il Vescovo ha affermato che «noi tutti, riuniti dal Signore, siamo diventati negli anni la preghiera stessa che Gesù ci ha insegnato».

L’Eucaristia è stata animata con i canti offerti da alcuni volontari. Terminata la celebrazione Marilena, un’ospite della Casa, ha fatto dono al Vescovo di una corona di fiori lavorata da lei stessa a mano.

Nel suo intervento il sindaco di Alpago, Alberto Peterle, ha voluto ricordare il triste periodo che i nonni hanno passato lontano da Puos a causa dell’inagibilità della struttura dovuta all’alluvione del 6 dicembre 2020 e il successivo gioioso rientro appena un anno fa in una Casa rinnovata e accogliente. Assieme agli
altri amministratori ha poi regalato a monsignor Marangoni un libro con preziose immagini del territorio alpagoto.

L’incontro si è concluso con dolce e caffè preparati dai volontari. La gioia di tutti era più che evidente, soprattutto per essere stata l’occasione, dopo tante restrizioni dovute alla pandemia, di reincontrarsi con spirito di comunità. Una volontaria dell’Associazione «Ceno Barattin» si augurava, memore degli anni prima della pandemia, di poter presto riprendere le passeggiate e le uscite in paese per un momento ricreativo.

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