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lunedì 25 Novembre 2024,

Comune di Alpago, minoranze contro la conferma dell’aumento dell’addizionale Irpef

A giudizio delle opposizioni (nella foto i tre consiglieri De Francesch, Costa e Dal Paos) non è opportuno aumentare le tasse ai cittadini finché vi sono i benefici economici derivanti dalla fusione dei Comuni.

«Sugli aumenti decisi dall’Amministrazione Peterle sull’Irpef ci siamo opposti l’anno scorso nel Consiglio comunale del 3.2.2023 e lo abbiamo fatto di nuovo, con forza, anche in occasione dell’ultimo Consiglio comunale del 29.12.2023 nel corso del quale è stato approvato il bilancio di previsione 2024 e pluriennale 2024-2026». Lo sottolineano i consiglieri di minoranza Vanessa De Francesch e Federico Costa del Gruppo «Alpago, Insieme per il futuro» e Attilio Dal Paos di «A come Alpago» facendo memoria delle nuove aliquote: esenzione come prima per i redditi inferiori ad euro 15.000 annui, ma aumento dallo 0,35 % allo 0,65 % per la fascia di reddito da 15.000 a 28.000 euro, da 0,35 a 0,72% per lo scaglione tra i 28.001 e i 50.000 euro, fino a 0,78% per redditi superiori ai 50.000 euro.

Per evitare questi aumenti i consiglieri Vanessa De Francesch e Federico Costa ricordano di aver presentato nei giorni antecedenti al Consiglio un emendamento a bilancio – sottoscritto anche dalle altre minoranze con i consiglieri Massimo Bortoluzzi e Attilio Dal Paos – con il quale si chiedeva alla maggioranza di riportare le aliquote ai livelli precedenti, rinunciando a una entrata di circa 300.000 euro attraverso anche una rimodulazione delle spese correnti, tenuto conto anche dell’importante avanzo di amministrazione accumulato.

L’emendamento però è stato giudicato «irricevibile» per questioni di tecnica finanziaria che secondo De Francesch e Costa avrebbero potuto essere superate se vi fosse stata una reale volontà di alleggerire le tasse ai cittadini di Alpago e di ricorrere ad aumenti prudenti e dilazionati nel tempo, almeno finché vi sono i benefici economici della fusione (anche alla luce delle notizie che giungono da Roma in merito a una possibile estensione da 10 a 15 anni delle premialità economiche derivanti dalla fusione dei Comuni). A parere delle minoranze, insomma, finché vi sono in essere queste misure straordinarie non è opportuno aumentare le tasse ai cittadini che hanno creduto nella fusione e nel miglioramento dei servizi.

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