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lunedì 25 Novembre 2024,

Al rifugio Faloria il primo kit di telemedicina “ad alta quota” del Veneto

Si tratta del primo di 10 kit che, previa formazione del personale, saranno collocati nei prossimi mesi in rifugi con alto afflusso di escursionisti e lontani dalle vie di comunicazione.

Al rifugio Faloria di Cortina d’Ampezzo è attivo da questa settimana il primo kit di telemedicina “ad alta quota” del Veneto: uno zaino rigido, facilmente trasportabile, e al cui interno si trova una bodycam, un pulsimetro, un misuratore di pressione arteriosa e un elettrocardiografo a 12 derivazioni pronti all’uso. Si tratta del primo di 10 zaini per la telemedicina che, previa formazione del personale, saranno collocati nei prossimi mesi in rifugi con alto afflusso di escursionisti e lontani dalle vie di comunicazione, nell’ambito di un progetto voluto dalla Regione del Veneto con la fondamentale collaborazione dell’Ulss Dolomiti e la consulenza del Gruppo regionale Cai Veneto e del Soccorso alpino bellunese.

Giovedì 11 gennaio il kit di telemedicina destinato al rifugio Faloria è stato infatti sperimentato alla presenza di Giulio Trillò, direttore del Suem 118 dell’Ulss Dolomiti, Alex Barattin del Soccorso alpino bellunese, Renato Frigo presidente del Cai Veneto e Massimo Pavan della segreteria tecnica, ideatori e fautori del progetto assieme alla Regione del Veneto.

Sono stati eseguiti tutti i test riguardanti il funzionamento della strumentazione presente nel kit di telemedicina, il collegamento con la centrale operativa 118 e una serie di simulazioni dal vivo, effettuate autonomamente dal personale del rifugio Faloria e dai Carabinieri che già svolgono un importante lavoro sulle piste da sci di primo soccorso e di controllo.

Tutte le procedure sono state svolte da volontari che hanno dato la propria disponibilità nell’utilizzo della strumentazione, in collegamento telefonico con la direzione della Centrale operativa 118 dell’Ulss Dolomiti. La supervisione sulle procedure è stata effettuata da parte del dottor Trillò che, alla fine della verifica, ha manifestato la propria soddisfazione per l’eccellente risultato ottenuto, per la qualità dei risultati
trasmessi e per l’impegno dei soccorritori volontari.

La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alle risorse messe a disposizione dal Fondo Comuni Confinanti. Con questo servizio la provincia di Belluno si colloca ai primi posti in Italia, e non solo, per la capacità di fornire al turista un servizio migliore, attraverso una più rapida disponibilità di informazione sulla sua salute, consentendo di accrescere la qualità e tempestività delle decisioni dei professionisti sanitari, particolarmente utili nelle condizioni di emergenza e urgenza.

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