«Per arrivare a una vera equità di genere, servono servizi a sostegno delle persone e delle famiglie. Le aziende bellunesi stanno introducendo sistemi sempre più sofisticati di welfare, ma anche la politica – a tutti i livelli – deve fare la propria parte. Servono asili, case, sgravi per colf e badanti, più posti nelle rsa. Senza strumenti concreti, la parità tra uomini e donne – sulle quali gravano ancora i maggiori carichi familiari – non si raggiungerà mai». A dirlo è Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, in occasione della Giornata internazionale della donna. «“Il manifatturiero bellunese è tra i più avanzati in tema di welfare e inclusione, ma questo non può bastare se intorno alle fabbriche non ci sono servizi all’altezza. Le donne che lavorano vanno supportate nel gestire i figli e i familiari anziani. Se manca questa rete, anche lavorare diventa più difficile. Allo stesso tempo, si deve procedere con tutte quelle azioni culturali perché i carichi familiari siano sempre più condivisi. Sono due fronti da portare avanti insieme», afferma Berton.
Nel frattempo, sono numerose le aziende che hanno avviato l’iter che porta alla certificazione di genere, possibilità introdotta nel 2021 nell’ambito del perseguimento degli obiettivi del Pnrr, in particolare della Missione 5 “Inclusione e Coesione”. «Lo strumento della certificazione consente alle aziende di intraprendere un percorso virtuoso in materia di retribuzione e formazione, pari opportunità di carriera, tutela della maternità e conciliazione vita-lavoro; chi decide di certificarsi, inoltre, può ottenere una serie di vantaggi, anche in termini di sgravi contributivi», spiega Flavio Mares, consigliere con delega al Sociale di Confindustria Belluno Dolomiti, che – attraverso il braccio operativo Reviviscar – ha attivato uno sportello dedicato alle aziende che vogliono attivare tale percorso. «Molte sono le richieste pervenute ai nostri uffici per l’ottenimento della certificazione: è un segnale di responsabilità e lungimiranza», sottolinea Mares.
In occasione della Giornata internazionale della donna, Confindustria Belluno Dolomiti ricorda, ancora una volta, le tante, troppe, donne vittime di violenza e femminicidio. «È una piaga che ci deve indignare e spingere all’azione. Giulia Cecchettin, Vanessa Ballan, Sara Buratin sono i nomi di alcune delle vittime di una brutalità senza fine, che abbiamo il dovere etico di combattere tutti insieme, Istituzioni, politica, società civile, mondo dell’impresa e del sindacato, terzo settore. Contrastare questa violenza è il primo passo per una vera inclusione e parità», concludono Berton e Mares.
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