L'Amico del Popolo digitale

Agordino Dai nostri paesi 24 L’Amico del Popolo 29 OTTOBRE 2020 - N. 43 Presentato mercoledì scorso (21 ottobre), in vide- oconferenza, da parte delle società Ski Area Miara srl di San Vigilio di Marebbe e San Lucano Idroelettrica srl di Mantova, rappresen- tate rispettivamente da Ze- no Kastlunger e Francesco Pastore, il progetto per la re- alizzazione di una centrale idroelettrica («Col di Prà») sul torrente Tegnas, in valle di Angheraz-San Lucano. Alla presentazione online, uno dei quattro cittadini col- legati, Lucia Ruffato, presi- dente del Coordinamento nazionale tutela fiumi free rivers Italia, non ha esitato a manifestare la sua con- trarietà: «Se danno l’ok a questa centralina devono andare a chiedere scusa a tutti quelli a cui in altre zo- ne hanno dato parere con- trario in passato». Quella del progetto in que- stione è una storia che inizia almeno nel 2004, quando le due società, allora in ma- niera separata, presenta- rono una prima richiesta di concessione. Quindi, nel 2012 si allearono per fron- teggiare la concorrenza di Ivano Cazzaro di Treba- seleghe. Tutto finì poi nel cassetto, ma nel dicembre 2019, a un anno circa dalla tempesta Vaia che ha deva- stato l’intera Valle di San Lucano, Skiarea Miara e San Lucano Idroelettrica hanno presentato in Regio- ne l’aggiornamento degli elaborati progettuali relati- vi all’istanza del 2004 per il rilascio del provvedimento di valutazione di impatto ambientale (Via). Secondo la descrizione dell’intervento sul sito del- la Regione, l’impianto idroe- lettrico avrebbe uno sbarra- mento sul torrente Tegnas con vasca di decantazione e vasca di carico in sinistra orografica, una condotta for- zata completamente interra- ta di circa 1450 metri e un edificio di centrale adiacen- te all’esistente centrale del Comune di Taibon. Svilup- perebbe una potenza media di concessione pari a 347,63 kW (salto di 144,05 metri), avrebbe una portata media di 246 l/s e una portata mas- sima di 600 l/s. Ruffato (che assieme a Giovanna Ceiner di Italia Nostra ha presentato os- servazioni al progetto), ha quindi spiegato che «Nell’in- contro le società hanno detto che il costo di realizzazione del progetto ammonta a 2.115.000 euro per la costru- zione a cui si sommano altri 50 mila euro di costi opera- tivi. Il ricavo sarà invece di 175 mila euro l’anno. Han- no detto che l’investimento è economicamente soste- nibile anche senza incen- tivi». Si dice però convinta che l’impianto idroelettrico in questione non riceverà il via libera, dal momento che ci sono già tre signifi- cativi pareri negativi e che sul Tegnas insistono già tre centraline. La Soprintendenza ar- cheologica, alle belle arti e al paesaggio ha espresso la sua contrarietà («il sito» dice Ruffato, «per le sue caratteristiche pressoché intatte, presenta un parti- colare valore paesaggistico tale da costituire uno dei siti più significativi del paesag- gio dolomitico, riconosciuto nell’area core del sistema 3 «Pale di San Martino, San Lucano-Dolomiti Bellunesi- Vette Feltrine del sito Dolo- miti patrimonio Unesco»). Un deciso no è arrivato pure dall’Autorità di bacino che ha ricordato come è fatto divieto di realizzare nuove derivazioni ad uso idroe- lettrico qualora il bacino sotteso dall’opera di presa sia inferiore o uguale a 10 chilometri quadrati (quello in questione è di 8) e come la nuova centralina porterebbe lo stato del regime idrologico del Tegnas da elevato a non buono. Sulla stessa linea anche il Comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco che evidenzia come gli interventi proposti siano incompatibili con lo status di Patrimonio mondiale. Da parte sua il sindaco di Taibon, Silvia Tormen, ha espresso la contrarietà dell’amministrazione comu- nale al progetto e criticato le due società per il modus operandi. «Ho provato a en- trare e non ci sono riuscita, se vuoi far conoscere bene il progetto alla cittadinan- za non lo presenti alle 10 del mattino e non imponi di mandare la richiesta tra- mite Pec». Ha poi così con- cluso: «Dobbiamo chiedere il nulla osta all’Autorità di bacino per ogni intervento che facciamo sul Tegnas. Non possono permettere una centralina». TAIBON – Una suggestiva immagina della valle di Angheraz- San Lucano. taibon - Graverebbe sul torrente Tegnàs, in valle di San Lucano Presentato il progetto della centralina Avrebbe una condotta forzata completamente interrata di circa 1450 metri gosaldo C’è il biotopo Niente laghetto Il laghetto a Forcella Aurine finanziato (assieme a infrastrutture accessorie e a mezzi per l’Agricola Canòp di Rivamonte) con un milione di euro dei fondi di confine di area vasta nel 2016 non verrà realizzato dove era stato concepito. È questa purtroppo la novità certa emersa durante l’estate relativa alla presenza di un biotopo di pregio nel terreno di Riccardo Bedont che ha infatti portato all’approfondimento del caso e alla decisione di non proseguire oltre. Pertanto, o arrivano nuovi fondi o il progetto del bacino per la produzione di neve artificiale a Forcella Aurine rischia di non vedere la luce. Come spiega l’ex sindaco Giocondo Dalle Feste: «Il laghetto non si può fare né a cavallo tra la proprietà pubblica e quella di Bedont (come era stato ipotizzato all’inizio) perché i costi sono alti e c’è di mezzo un ruscello, né interamente sul terreno di Bedont, più vicino al bar, come era stato concordato in un secondo tempo, perché è emersa l’esistenza di un biotopo con piante rare. Biotopo che non era indicato da nessu- na parte, motivo per cui il progettista non ne aveva tenuto conto». Per Dalle Feste l’unico posto in questione resterebbe il bosco comunale: «Quella è l’altra possibilità, che tuttavia implica dei costi aggiuntivi per il taglio delle piante e altri interventi. Per coprire le ulteriori spese avevo fatto richiesta in conferenza dei sindaci di altri 400 mila euro fra quelli avanzati su vari progetti». Resta ora da vedere se questi soldi verranno conces- si o se bisognerà attendere la prossima ripartizione dei fondi di area vasta. Il nuovo sindaco Stefano Da Zanche, intanto, atten- de di capire bene la situazione pregressa. «Il nostro segretario è molto impegnato nelle prossime due set- timane», dice, «ma la questione di Forcella Aurine è in cima alla lista. Per noi rappresenta un tema molto importante». Desma, la società che gestisce gli impianti di risa- lita di Forcella Aurine, resta alla finestra con non poca preoccupazione: «Ci attende un inverno in cui non sappiamo se la neve che spareremo potrà essere fruita dagli sciatori a causa dell’emergenza sanita- ria», affermano i soci, «e intanto continuiamo a non avere certezze sulla realizzazione di un bacino che per Forcella Aurine è fondamentale. Dal nostro punto di vista finora è mancata la volontà politica di fare le cose». GOSALDO – Una veduta di Forcella Aurine con, sulla de- stra, la zona interessata dalla presenza di un biotopo. agordo Aperto il cantiere per la ristrutturazione del Pronto soccorso Il nuovo percorso di ingresso degli utenti è stato segnato con apposita cartellonistica, parcheggi per i prelievi Aperto lunedì 19 ottobre il cantiere per la ristruttu- razione del Pronto soccorso di Agordo. Per consentire i lavori in sicurezza, il pun- to prelievi sarà spostato dal fronte sud dell’ospe- dale a quello nord (corpo C), nell’area attualmente dedicata alle donazioni di sangue, la cui programma- zione non sarà comunque sospesa. Il nuovo percorso di in- gresso degli utenti è stato segnato con apposita car- tellonistica e sono stati dedicati alcuni parcheg- gi riservati per i prelievi dalle 7 alle 10 (l’accesso è su prenotazione telefonica tramite Cup). Come è noto, la ristrutturazione e l’am- pliamento del Pronto soc- corso sono finanziati con 2, 5 milioni dal Fondo comuni confinanti e solo per 500 mila euro dalla Regione. I lavori consistono nell’am- pliamento della superficie dedicata al Pronto soccor- so, in interventi strutturali volti al miglioramento si- smico dell’ospedale e nella messa a norma dal punto di vista impiantistico ed antincendio dell’area og- getto d’intervento situata al piano terra. In parti- colare, sarà ristrutturata l’attuale area interna del Pronto soccorso, sarà co- struita una nuova camera calda e saranno sistemate le aree esterne curando la viabilità e la sicurezza de- gli accessi. Nel dettaglio, saranno ristrutturati gli ambienti interni al volume ospe- daliero, collocati nell’ala sud-est del piano terra dell’edificio C, per una su- perficie lorda complessiva di 740 mq e sarà costruita una nuova area esterna, corrispondente al volume esterno della camera calda e dei relativi spazi di sup- porto. Il volume si sviluppa su una superficie coperta di 325 mq lordi per l’altezza di un solo piano. Il nuovo fabbricato sarà articolato in tre volumi distinti: il primo a ridos- so dell’edificio conterrà gli spazi di supporto e i necessari filtri d’ingresso; il secondo, di forma tra- pezoidale, costituisce la camera calda vera e pro- pria e presenterà un lato smussato per consentire esternamente il passaggio dei mezzi di servizio attor- no al fabbricato; il terzo è costituito dalla rimessa ambulanze. «Il progetto mira a poten- ziare e a consolidare il pre- sidio, offrendo ai cittadini una struttura funzionale al territorio con maggio- re confort e sicurezza per l’utenza di un servizio ne- vralgico come il Pronto soc- corso», ha spiegato il diret- tore generale Adriano Rasi Caldogno, «il finanziamen- to con i fondi delle aree di confine e il cofinanziamen- to della Regione sono una azione concreta per conso- lidare e potenziare i servizi sanitari della montagna». Approvato mercoledì 14 ottobre dalla Provincia il progetto di Veneto Strade arrivato a Palazzo Piloni il 2 settembre scorso relativo alla messa in sicurez- za della Sp 3 che congiunge Agordo a Rivamonte e al ripristino del tratto di carreggiata franato con l’ultimo episo- dio di maltempo. Come spiega il consigliere provincia- le delegato, Fabio Luchetta: «Si tratta di un progetto da 1,4 milioni di euro, la Sp 3 necessitava di cure particolari da tempo, fin dall’indomani della tempe- sta Vaia. È per questo che con celerità è stata data risposta al progetto pre- sentato da Veneto Strade il 2 settembre scorso. L’ultimo dissesto non ha fatto altro che rendere ancora più eviden- te la necessità di intervento che sia la Provincia sia Veneto Strade avevano già inserito fra le priorità». Non resta dunque da sperare che con questa delibera sia finalmente e defi- nitivamente calato il sipario sul “tea- trino” dei rimpalli di responsabilità e competenze, fra la Provincia e Veneto Strade, relativo a una situazione viaria che meritava da troppo tempo la dovuta attenzione. Un problema, quello della Sp3 di Valle Imperina, reso ancor più grave ed evidente dopo i disastri di Vaia e i successivi danni causati dal meteo, fino ai giorni recenti con l’ul- teriore smottamento nel tratto poco sopra Ponte Alto che pare aver fatto comprendere a chi di dovere la “somma urgenza” di una definitiva soluzione. Valle Imperina, 1,4 milioni dalla Provincia RIVAMONTE - Lo smottamento.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTA1MTI=