34 L’Amico del Popolo 7 novembre 2024 - N. 44 Cultura In memoria DI DON GABRIELE BERNARDI La gioia di dare la vita Dio chiede eternità Dio chiede eternità e l’eternità, parla di Dio, è la sua casa. L’eternità è il tutto per sempre, il per sempre del tutto. Non ci sono limiti di spazio, di tempo, quei limiti che noi sperimentiamo e che spesso assolutizziamo uccidendo l’eternità. La cosa più tragica, che spezza il tempo, è la morte, ma nel momento stesso in cui parla di un termine, di una fine apre all’eternità. Una vita che in prospettiva non avesse l’eternità sarebbe una triste vita. Potrebbe essere chiamata vita? Sì, perché è la prospettiva dell’eternità che dà valore alle nostre scelte, alle nostre fatiche, alle sofferenze, alle relazioni, ai progetti, all’amore. È l’incapacità di credere nell’eternità che ci rende banali a noi stessi. Per questo motivo non abbiamo più i supporti di quella fedeltà che ci introduce in una esperienza positiva della vita senza se, e senza ma. L’eternità dà valore infinito all’attimo, all’istante, al tempo. Purtroppo abbiamo mitizzato a tal punto il tempo reale, il tempo denaro, il tempo libero, il tempo “mio”, che abbiamo perso ciò che stava all’origine: l’eternità, con la sua capacità di rendere eterna ogni cosa. Dio è eterno, e ha fatto l’uomo per l’eternità, perché l’uomo la distribuisce a tutte le creature. Noi abbiamo un po’ forse girato la gerarchia delle cose: abbiamo rese eterne le cose, togliendole agli uomini, abbiamo resi eterni gli uomini togliendoli a Dio. Non più le cose a servizio dell’uomo e l’uomo a servizio di Dio, ma Dio alla mercé degli uomini e gli uomini alla mercé delle cose. Dio ci vuole con sé. Per questo ha messo dentro di noi un desiderio di eternità. Senza Dio non c’è eternità, e senza eternità Dio non ha un posto dove poter abitare. Trovare Dio è andare ad abitare nell’eternità. don Gabriele [domenica 9 giugno 2019] ROMA - Convegno promosso dalla Fondazione Vaticana e dall’Università Gregoriana Albino Luciani e l’eredità del Concilio Attualità del tema dopo il sinodo su «comunione, partecipazione e missione» CANALE D’AGORDO - Finiti i restauri della casa natale di Papa Luciani La ‘‘reliquia’’ in pietra del beato Donazione del cardinal Stella per onorare il ‘‘suo’’ vescovo Il 12 novembre 2024, la Pontificia Università Gregoriana ospiterà un convegno dedicato all’impegno di Albino Luciani nel promuovere e difendere l’eredità del Concilio Vaticano II. L’evento si terrà dalle 9 alle 13, proseguendo il percorso di studi sulla figura di Giovanni Paolo I avviato dalla Fondazione Vaticana che porta il suo nome. La scelta della sede non è casuale: l’Università Gregoriana, infatti, vanta tra i suoi laureati proprio il futuro Papa Luciani. Il programma si aprirà con i saluti istituzionali. Interverranno il rettore della Gregoriana, padre Mark A. Lewis; il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato e presidente della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I; padre Rocco Ronzani, prefetto dell’Archivio Vaticano; e don Mauro Mantovani, prefetto della Biblioteca Apostolica. A moderare le sei relazioni previste sarà il gesuita padre Federico Lombardi. Il convegno si concentrerà su vari aspetti dell’esperienza conciliare di Luciani e sul modo in cui ha vissuto, divulgato e difeso i cambiamenti nella Chiesa. Maria Grazia Zunelli, docente presso l’Università Gregoriana, aprirà la serie di interventi con una relazione dal titolo “Albino Luciani prima del Concilio: una visione di Chiesa in fermento”. A seguire, Dario Vitali, anch’egli della Gregoriana, affronterà il tema “Albino Luciani al Concilio: una visione di Chiesa in sviluppo”. Davide Fiocco, della diocesi di Belluno-Feltre e docente presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Treviso, parlerà de “Il vescovo Luciani e la ricezione del Concilio a Vittorio Veneto”. Giovanni Vian, dell’Università di Ca’ Foscari, offrirà un contributo su “I vescovi del Triveneto al Vaticano II: il contributo di Albino Luciani”. Mauro Velati, membro del Comitato scientifico della Fondazione Giovanni Paolo I, presenterà un intervento su “Il Patriarca Luciani e il postconcilio a Venezia”. L’ultimo intervento sarà di Gilfredo Marengo, dell’Istituto teologico Giovanni Paolo II, che proporrà uno studio su “Luciani, l’Anno della Fede e il Giubileo del 1975”. Il convegno si inserisce tra le attività di ricerca della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I, che continua a indagare il magistero e il pensiero di Luciani. «Vogliamo continuare nella prosecuzione dell’eredità del Concilio Vaticano II», aveva dichiarato Giovanni Paolo I all’indomani della sua elezione, il 27 agosto 1978, esprimendo il desiderio di un equilibrio tra rinnovamento e fedeltà. La riflessione su questa eredità appare più che mai attuale oggi, mentre arriva alla meta l’esperienza del sinodo sul tema «Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». Infatti il documento finale, approvato e pubblicato il 26 ottobre scorso, ha riconosciuto: «Il cammino sinodale [...] costituisce un vero atto di ulteriore recezione del Concilio, ne prolunga l’ispirazione e ne rilancia per il mondo di oggi la forza profetica» (n. 5). Pochi giorni dopo, il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, ha rimarcato questo intento di «proseguire sul sentiero avviato dal Vaticano II», cui riconosce il merito di aver colmato «il “contrattempo” tra il passo della Chiesa e il passo dell’umanità». VATICANO - Il vescovo Luciani, primo da sinistra in seconda fila, durante una sessione conciliare. (Foto Musal Canale) SAN PIETRO (27 dicembre 1958) - Ordinazione episcopale di monsignor Luciani: 29 giorni dopo, il Papa annunciò il progetto del Concilio. Autorità e cittadini davanti alla casa natale di Papa Luciani. Prolungati applausi per la Piccola Orchestra Veneta, diretta dal Maestro Giancarlo Nadai. Quando si arriva al tetto, l’usanza paesana prevede la “festa del colmo”. È il motivo del festoso incontro che si è vissuto a Canale d’Agordo nel pomeriggio di domenica 3 novembre. Una piccola folla di persone, provenienti da diverse parti del Veneto, si è raccolta davanti alla casa natale di Papa Luciani, un edificio che risale almeno al 19° secolo, ma che negli ultimi cinque anni è stato oggetto di un’importante opera di ricupero strutturale e funzionale. Tra i presenti il cardinale Beniamino Stella, che è stato postulatore della causa di canonizzazione dal 2015 al 2022; e poi il vescovo di Belluno-Feltre, Renato Marangoni; il vescovo emerito Giuseppe Andrich e il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, nelle vesti del padrone di casa. Infatti nel 2019 è stata la sua diocesi ad acquisire la casa, grazie alla generosa donazione del cardinale Beniamino Stella, che ha voluto onorare il Vescovo della sua giovinezza, offrendo la somma per mettere a disposizione dei pellegrini questa casa, destinata a diventare una significativa “reliquia” del Beato. Ha pienamente colto il senso di questa festa la vicesindaca Marilena Luchetta, portavoce di un messaggio del sindaco Massimo Murer: «Quando il nuovo papa Giovanni Paolo I, il 3 settembre 1978, aveva accolto i Vittoriesi all’udienza privata aveva esclamato: “Il primo amore non si scorda mai!”. E fu in effetti il primo amore quello che unì il nuovo pastore vittoriese alla sua gente, nella sua prima esperienza da vescovo. È bello quindi, che sia stata proprio la diocesi del suo “primo amore” a essersi presa cura del luogo in cui il Beato Giovanni Paolo I era nato il 17 ottobre 1912». L’operazione, avviata nel 2019, ha comportato una serie di interventi che – anno dopo anno – ha portato agli ultimi recenti ritocchi, con l’adeguamento degli impianti termico ed elettrico, la pavimentazione, l’allestimento di una sala per incontri nel sottotetto, la videosorveglianza da remoto e, infine, l’arredo urbano attorno alla casa. Il tutto onorato da una lapide commemorativa: «Questa casa natale del beato Giovanni Paolo I – proprietà della famiglia Luciani e acquistata nel 2019 dal card. Beniamino Stella postulatore della Causa di canonizzazione – fu donata alla diocesi di Vittorio Veneto durante l’episcopato di mons. Corrado Pizziolo. Restaurata con i contributi della CEI, del patriarcato di Venezia e di alcuni generosi benefattori fu inaugurata il 23 aprile 2022. Conclusi i lavori definitivi viene consegnata alla memoria dei visitatori oggi, 3 novembre 2024». E poco sotto un’invocazione: «Dal cielo ci guidi il suo preclaro esempio di umiltà e ci protegga la sua intercessione di mite e sollecito pastore». Il vescovo Pizziolo ha pubblicamente ricordato l’impegno economico che CANALE D’AGORDO - Da sinistra, la vicesindaca Marilena Luchetta, il vescovo Corrado Pizziolo, il cardinale Beniamino Stella, il vescovo emerito Giuseppe Andrich, il vescovo Renato Marangoni e don Mirko Miotto davanti alla lapide commemorativa appena scoperta. ha toccato i 500mila euro, di cui metà coperti dalla generosità del cardinale, il 30% da benefattori vittoriesi, il resto dal Patriarcato di Venezia e dalla CEI. Non ha mancato di ringraziare il Comune e la Parrocchia di Canale d’Agordo e la Fondazione Papa Luciani. Dopo la benedizione e lo scoprimento della lapide, la festa è continuata nella chiesa parrocchiale con il concerto della Piccola Orchestra Veneta, diretta dal maestro Giancarlo Nadai, che ha eseguito pregevoli pezzi di musica barocca, di Vivaldi, Händel e Heinichen. I brani musicali sono stati intervallati dall’ascolto di alcuni discorsi di Luciani, interpretati da Paola Brunello. Particolarmente intensa l’omelia che domenica 4 gennaio 1959, pochi giorni dopo l’ordinazione episcopale, Luciani aveva pronunciato in quella stessa chiesa: «Io sono la pura e povera polvere; su questa polvere il Signore ha scritto la dignità episcopale dell’illustre diocesi di Vittorio Veneto». Davide Fiocco
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