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35 L’Amico del Popolo 7 novembre 2024 - N. 44 Cultura Fin dalla sua istituzione, la scuola ha rappresentato una comunità sia per insegnanti che per gli alunni. Gli aspetti relazionali e le fondamenta dell’apprendimento come leggere, scrivere e far di conto, hanno resistito alle riforme che, nel corso degli anni, sono intervenute sul sistema educativo. Una delle più rilevanti è stata quella introdotta del ministro Giovanni Gentile, nel 1923, che pose l’accento sull’importanza dell’educazione umanistica e classica, inserendo l’esame di stato per il passaggio da un ciclo all’altro e promuovendo un modello educativo rigoroso, disciplinato e moralmente orientato. La scuola dell’obbligo era prevista fino ai quattordici anni, anche se questa norma non era completamente applicata in tutto il Paese. Le scuole erano divise per genere, con l’economia domestica aggiunta per le bambine. L’insegnamento della religione cattolica era imposto in tutte le classi. Le materie erano impartite esclusivamente in italiano e l’uso delle lingue minoritarie era limitato. Su questa riforma, con un focus sull’Agordino, ha incentrato il suo interesse Chiara Velia Serafini, di Canale d’Agordo, che il 23 ottobre scorso si è laureata (laurea magistrale) in Scienze della Formazione Primaria, presso l’Università degli Studi di Padova, con una tesi intitolata: La Riforma Gentile nell’Alto Agordino. Analisi dei giornali di classe. La sua ricerca esplora le dinamiche educative e sociali introdotte dalla riforma di Gentile attraverso l’esame di documenti a partire dalla sua introduzione. Qual è stata la motivazione che l’ha portata a rivolgersi a questo argomento? «Ho deciso di approfondire questo tema perché la mia correlatrice mi aveva suggerito di fare una ricerca negli archivi scolastici del mio territorio, in modo da trovare contenuti che potessero essere di mio interesse. Così ho ricercato nell’archivio dell’Istituto Comprensivo di Cencenighe, dove ho trovato diverso materiale risalente allo scorso secolo. Quello più interessante, e presente in maggior quantità, era riferito agli anni del fascismo: quindi ho pensato di trattare il tema della Riforma Gentile del 1923 un anno dopo che Mussolini era al potere. Ho preso in considerazione i vari tipi di documenti: registri d’iscrizione, da cui ho ricavato i dati sulla popolazione scolastica di quel periodo; relazioni dei maestri, cronache, giornali di classe. Ho cercato riferimenti, aneddoti e annotazioni che dimostrassero le novità introdotte da Gentile e le modifiche successive». La lettura dei registri e dei giornali di classe dell’epoca ha rivelato una serie di attività quotidiane che riflettevano l’orientamento disciplinare e culturale di allora. Un primo aspetto era l’enfasi sull’igiene personale, considerata una componente basilare dell’educazione morale e della disciplina. Ogni mattina, prima della preghiera quotidiana, i docenti controllavano scrupolosamente la pulizia dei loro alunni. Questo rituale, non solo garantiva standard igienici, ma rafforzava l’idea che l’ordine e la cura di sé fossero valori essenziali. In parallelo, le tradizioni popolari del territorio avevano un ruolo nella didattica. Ad esempio, si annotò che nei giorni precedenti a Natale era stata letta agli scolari una leggenda dell’Agordino, condividendo in questo modo le storie tradizionali che rafforzavano il legame dei bambini con la loro terra. Un’altra occasione importante era la partecipazione alla “festa degli alberi,” una manifestazione che univa insegnanti e scolari in un’esperienza dedicata alla natura creando una consapevolezza ecologica ante litteram. In questo contesto, non mancavano le celebrazioni patriottiche tipiche del regime che scandivano la vita delle classi, riflettendo l’intento di chi era al governo di instillare fin dall’infanzia un senso di fedeltà alla patria. Una delle occasioni più rilevanti, ad esempio, fu una gita a Fregona, organizzata per l’anniversario della fondazione dell’“Opera Nazionale Balilla”. Un altro evento simbolico era l’arrivo della “Befana fascista” con la distribuzione di doni ai bambini delle famiglie più povere, probabilmente una strategia di propaganda per presentare il regime come un’autorità benevola e protettiva. Che cosa l’ha colpita particolarmente? «Le pagine che gli insegnanti dedicavano alla cronaca della classe erano molto personali, simili a un diario. I maestri annotavano le proprie incertezze relativamente al progresso dei loro insegnamenti, descrivendo con cura perfino come apparivano il cielo e il sole durante i primi giorni di scuola. Questi resoconti erano pieni di sentimenti, lontani dall’impersonalità di un resoconto oggettivo. Uno degli episodi che mi ha colpito è riportato nella cronaca dell’anno scolastico 1923-1924, redatta dal maestro Domenico Ronchi (padre di Carmela Ronchi). Racconta che, al ritorno dalle vacanze di Natale, fu costretto a svolgere una lezione di educazione fisica nelle prime ore della giornata, al fine di scaldarsi, poiché la temperatura in aula era di tre gradi sottozero». Oltre a questa, altre curiosità riguardano la classificazione mensile degli alunni. «Ogni mese ricevevano un “voto”, che variava dal primo al quinto grado per ciascuna materia. Inoltre, veniva assegnato loro un giudizio che poteva essere insufficiente, sufficiente, mediocre, buono o lodevole». Un’ulteriore particolarità concerne il materiale didattico. «Grazie ai rapporti informativi annuali dei maestri, ho scoperto che la scuola di Marmolada era priva di diversi materiali e spazi, come la biblioteca o la macchina di proiezione, che i programmi del 1923 indicavano obbligatori. Al contrario, altre scuole della valle possedevano pellicole di storia, scienze e geografia, oltre a biblioteche ben fornite. Ad esempio, quella di Piè Falcade conteneva 80 libri e vetrine didattiche con collezioni di minerali e piante». Luisa Manfroi l’anagramma Rimescola le lettere della frase: «Soffrono a gran declino» La frase proposta questa settimana da Adriano Zanon nasconde il nome di una bella località della provincia di Belluno. Hai indovinato? Troverai la soluzione nella pagina delle Rubriche. valle del biois - Una tesi di laurea sulla scuola di cent’anni fa in Agordino «In aula c’erano tre gradi sottozero» Riferimenti, aneddoti e annotazioni sulle novità introdotte dalla Riforma Gentile Che cosa c’è questa settimana? Telebelluno Dolomiti La provincia in video Programmi della rubrica «Insieme» (ore 18.30, 21.30 e giorno seguente ore 9.15) Le «Letture» della domenica SABATO 9 novembre: Le «Letture» della 32a domenica del tempo ordinario commentate da don Sandro Gabrieli. Comitato d’Intesa di Belluno, da oltre 40 anni punto di riferimento per il volontariato bellunese LUNEDì 11: Rinnovo nel segno della continuità per il Comitato d’Intesa di Belluno, l’organismo che rappresenta oggigiorno otre 180 tra Organizzazioni di volontariato (Odv), Associazioni di promozione sociale (Aps) e Onlus operanti in provincia. Il consiglio direttivo ha riconfermato Gianluca Corsetti nel ruolo di presidente del sodalizio. I giovani di Belluno-Feltre in cammino a Santiago de Compostela: il ricordo dell’esperienza estiva MARTEDì 12: Il Cammino a Santiago de Compostela dal 20 al 27 agosto, promosso dalla Pastorale giovanile, si è rivelata un’esperienza intensa di crescita e arricchimento per i giovani della diocesi di Belluno-Feltre. Riviviamo assieme alcuni momenti di quell’attività. Giornali della provincia MERCOLEDì 13: Rassegna di giornali della provincia di Belluno, a cura di don Giorgio Aresi: – Attorno alla Torre, bollettino di Lozzo di Cadore; – A.Ma.R.V.ODV, rivista dell’Associazione Malati Reumatici del Veneto; – Cucchini news, notiziario dell’Associazione Cucchini ODV. Continua l’impegno di Metàlogos per favorire la parità di genere in provincia GIOVEDì 14: Promuovere l’occupazione femminile, incentivando la creazione di rapporti di lavoro equilibrati e stabili, rappresenta il punto di partenza per un futuro più sostenibile e inclusivo. Metàlogos è fra le realtà che si stanno adoperando sul territorio, nell’ambito del programma regionale Pari, per accrescere l’uguaglianza di genere. Attività diocesane e varie VENERDÌ 15: Rassegna di attività diocesane e inerenti alla cultura, alle tradizioni e al volontariato locale. Un viaggio nella «felicità degli altri». E nella nostra Un viaggio alla scoperta della «felicità degli altri», per cercare di dare forma a un sentimento che, pur riguardando tutti, è così difficile da definire. È un docufilm, girato dal giovane attore bellunese Filippo Masocco, che per la prima volta si è messo dietro la telecamera, assieme al collega Giacomo Gava. Il risultato è un insieme di interviste a persone di provenienza, genere ed età diversi che si interrogano su cosa sia per loro la felicità e raccontano le loro esperienze. E, messe a loro agio dai registi, lo fanno in un modo spontaneo e variegato: dalla bambina che sostiene che si è più felici da bambini «perché non si deve pagare», alla signora più anziana che riferendosi alla nipote che un giorno l’ha invitata a fare una passeggiata con lei sorridendo dice: «Non è già felicità quella?». In un momento storico in cui, soprattutto su internet, è facile imbattersi in immagini negative e le notizie di attualità che arrivano dal mondo non sono migliori, Filippo e Giacomo hanno scelto di rendere visibile, gratuitamente, il loro progetto tant’è che lo hanno caricato sulla piattaforma YouTube. Il docufilm è adatto a tutti, dai bambini agli studenti, dagli adulti ai meno giovani, e la speranza è che raggiunga più persone possibili. È un’occasione per pensare all’ultima volta in cui siamo stati felici e a quali profumi, sapori e colori associamo questo sentimento e, perché no, farci una risata ascoltando i racconti dei protagonisti del docufilm. FORNO DI CANALE - La 2ª o la 3ª elementare (anno 1921?) con la maestra Pia Tissi e il piccolo Albino Luciani. (Foto Musal) PADOVA - La neodottoressa Chiara Velia Serafini con la mamma Martina. GUARDA la videointervista sul sito.

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