| |
Mercoledì 30 agosto 2017
Polvere e minacce alla presidente, trovato il mittente
È stato identificato dai Carabinieri di S. Stefano di Cadore il mittente della lettera anonima contenente polvere bianca, che aveva causato l’allarme antrace a Palazzo Piloni.
«Omaggio piste... ciclabili», questo il messaggio contenuto nella lettera anonima indirizzata lo scorso novembre alla presidente della Provincia di Belluno Daniela Larese Filon, a causa del quale è stato necessario applicare il protocollo di emergenza per rischio antrace poiché, una volta aperta la busta, era stato rinvenuto un discreto quantitativo di polvere bianca che poteva far pensare a un possibile attacco Nbc. Alcuni dipendenti di Palazzo Piloni erano anche stati evacuati per permettere ai Vigili del Fuoco la bonifica degli uffici, rimasti chiusi per qualche giorno, destando giusta preoccupazione nella cittadinanza del capoluogo di certo non abituata a eventi del genere. Il fatto non era ormai più seguito dalle cronache, ma i Carabinieri hanno continuato a seguire il caso identificando il responsabile, un 47enne del Comelico, non nuovo a simili bravate.
Proprio l’iniziale clamore mediatico sollevato nel capoluogo aveva permesso ai militari della Stazione Carabinieri di Santo Stefano di Cadore di tenere nascosti ai media altri episodi analoghi che negli stessi giorni d’autunno si erano verificati in Comelico. Accadeva infatti che sei tra rappresentanti e collaboratori del Comune di Comelico Superiore, sindaco in testa, avessero trovato nella buca delle lettere della propria abitazione privata una busta contenente polvere bianca del tutto simile a quella recapitata all’allora presidente della Provincia, salvo non riportare al proprio interno alcun messaggio criptico. Raccolte dall’Arma tutte le missive, ovviamente dopo avere adottato tutte le cautele del caso, i militari hanno concordato con i destinatari di non lasciar trapelare nulla, sia per vanificare l’intento delittuoso, permettendo all’amministrazione comunale di proseguire senza inutili interruzioni e preoccupazioni il proprio lavoro, sia per mantenere un vantaggio operativo nella fase investigativa. Sebbene non si ritenesse vi fosse un imminente pericolo verso le persone coinvolte, la questione non era stata in alcuna maniera sottovalutata: in sede di Prefettura erano state immediatamente disposte misure di riservata vigilanza verso tutti i destinatari, anche in ragione della carica pubblica da loro rivestita. Sin da subito era chiaro che la pista da seguire fosse quella locale, il messaggio contenuto nella lettera indirizzata alla Provincia ne aveva dato parziale conferma. Il riferimento alle piste ciclabili era infatti chiaramente collegato ai lavori di realizzazione del collegamento fino a Misurina del percorso ciclo-turistico lungo la Valle d’Ansiei a opera del Comune di Auronzo di Cadore, del quale la presidente Larese Filon era sindaco. Evidentemente il 47enne doveva avere motivo di risentimento verso quest’opera e aveva ritenuto opportuno manifestarlo in forma di anonima minaccia inviando con il servizio postale la polvere bianca. A ingannare l’uomo è stata la sua calligrafia usata per scrivere gli indirizzi sulle buste da lettere, seppur dissimulando la mano di un bambino, era altamente somigliante a quella usata in precedenti fatti a lui riconducibili. I militari della Stazione di Santo Stefano hanno concordato con l’autorità giudiziaria l’esecuzione di perquisizioni locali presso residenza e domicili dell’indagato, riuscendo a reperire in tale maniera lettere autografe con le quali poter effettuare le necessarie comparazioni. La verve critica dell’uomo non risparmiava nessuno: dissidi privati, questioni regoliere, operazioni bancarie ritenute sospette. Sebbene alcune fossero in forma autografa, la maggior parte delle missive rinvenute riportava lo pseudonimo di «Michielino di anni 9». Da quel momento il lavoro è passato ai tecnici del Ris di Parma, cui sono stati inviati tutti i reperti per le indagini scientifiche. Dalla Sezione di Chimica è emerso che la polvere contenuta nelle buste era farina del tutto analoga a quella rinvenuta a casa dell’uomo mentre la Sezione di Grafica del laboratorio dei carabinieri ha confermando che la mano degli scritti sequestrati a raffronto era la stessa che aveva vergato sia le lettere inviate in Comelico, sia quella inviata alla sede della Provincia. Sebbene l’allarme sia adesso rientrato, il 47enne dovrà presto rispondere in Tribunale di minaccia aggravata e procurato allarme.
Leggi gli altri titoli di oggi.
| |