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Venerdì 23 novembre 2018 ‐ S. Clemente

Maltempo, la Provincia dà 4 milioni di euro alle Unioni montane bellunesi






Grosso contributo da Palazzo Piloni, che utilizza una parte dell’avanzo di amministrazione. Nella foto Massimo Bortoluzzi con Fabio Dattilo comandante nazionale Vvff.

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Il primo grosso assegno per cominciare a mettere a posto i danni del maltenpo lo stacca la Provincia di Belluno: è intestato alle Unioni montane bellunesi e "pesa" ben quattro milioni. La variazione di bilancio è stata firmata martedì dal presidente della Provincia e sarà ratificata in Consiglio provinciale. Una buona boccata d’ossigeno a favore del territorio, soldi che renderanno possibili, per esempio, i pagamenti alle imprese che dall’indomani di quel lunedì 29 ottobre stanno operando in tutta la provincia per cominciare a riparare i danni del disastro. «È anche un segnale di fiducia verso gli amministratori delle vallate», afferma Massimo Bortoluzzi, il consigliere delegato che ha in mano la gestione del dopo-uragano a palazzo Piloni, «perché in questo modo la Provincia assegna ai territori la gestione delle maggiori urgenze. La Provincia, tanto maltrattata e bistrattata negli ultimi anni, c’è e fa la sua parte e si muove immediatamente a favore delle vallate».


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«Con questa importante assegnazione di risorse», spiega Bortoluzzi, «in Provincia alleggeriamo il nostro lavoro e diamo copertura finanziaria agli enti che non l’avevano. L’anno scorso avevamo erogato 800mila euro, avevamo previsto 1 milione e mezzo quest’anno ma siamo riusciti a portare a 4 milioni il nostro sostegno alle Unioni montane grazie all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione», che viene sostanzialmente dai canoni idrici ed è vincolato a investimenti per la difesa del suolo. Vedranno le Unioni montane come spenderli: potrebbe essere anche per sistemare la strada forestale che permette di accedere a una zona dove occorre intervenire.

Era l’occasione giusta anche per rivedere la ripartizione proporzionale dei fondi, basata su un accordo con la Regione che faceva riferimento a una legge regionale del 1992. La legge stabiliva cinque criteri di valutazione che determinano un coefficiente su cui si basa la divisione delle somme: le percentuali fin qui in vigore sono state riviste alla luce del mutamento delle condizioni oggettive, in buona parte segnate dal grave spopolamento della parte alta della provincia, che è uno dei criteri (insieme con popolazione residente, superficie, altimetria, rischio frane). «Dovevamo scrivere la nuova convenzione», spiega Bortoluzzi, «e così abbiamo detto ai presidenti delle Unioni montane: facciamo la rivisitazione dei coefficienti». Tutti i presidenti si sono dichiarati d’accordo – con qualche mugugno – anche se è ovvio che la rivisitazione comporta che alcuni prenderanno di più, altri di meno. È logico che, rispetto agli anni scorsi, ne risenta la parte bassa della provincia. Comprensibile soddisfazione è stata espressa da Alessandra Buzzo, presidente dell’Unione montana del Comelico.

«Siamo andati avanti con le Unioni montane e non con i singoli Comuni», spiega Bortoluzzi, «perché con le Um c’è già una bozza di convenzione e si sa come gestire i fondi mentre sarebbe stato piuttosto complicato procedere Comune per Comune. Valuteranno e decideranno le vallate, noi abbiamo fiducia».

Ecco i nuovi coefficienti e le conseguenti erogazioni alle Unioni montane: Agordina 16,46% = 658.400 euro; Comelico 13,23% = 529.200 euro; Val Boite 12,73% = 509.200 euro; Centro Cadore 12,37% = 494.800 euro; Feltrina 11,94% = 477.600 euro; Cadore Longaronese Zoldo 9,57% = 382.800 euro; Belluno e Ponte nelle Alpi 9,06% = 362.400 euro; Alpago 8,80% = 352.000 euro; Val Belluna 5,83% = 233.200 euro.


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