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Lunedì 28 gennaio 2019 ‐ S. Tomaso d’Aquino
Operatori in rete a servizio del turismo "esperienziale"
Il progetto "Piave" mira a formare chi lavora nel settore della ricettività. Vantaggi (Dmo): «Bisogna creare prodotti turistici ad hoc».
Piave: è il nome del fiume sacro alla patria, ma anche l’acronimo di Paesaggio, Identità, Accoglienza, Viaggio ed Esperienza, il progetto che vuole rendere la ricettività turistica più in linea con le richieste di un mercato sempre più esigente. Perché il turista del mondo d’oggi, infatti, non è più "a caccia" solo di luoghi e servizi ma, soprattutto, di esperienze, di emozioni che gli facciano vivere una vacanza davvero unica e indimenticabile da poter poi raccontare. Innescando così il magico meccanismo virtuoso del passaparola, on line e off line.
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Il progetto "Piave" è nato circa un anno fa. All’iniziativa stanno lavorando diversi partner: Dmo Dolomiti, Camera di commercio Treviso-Belluno, Ogd Città d’arte e Ville Venete del territorio Trevigiano, i Consorzi Bim Piave di Belluno e Treviso, Gal Dolomiti Prealpi, Gal dell’Alta Marca Trevigiana, Parco delle Dolomiti Bellunesi, Ciset-Centro internazionale di studi e ricerche sull’economia turistica, Comune di Belluno. Insieme alla Regione Veneto che finanzia il progetto, ma lascia il Centro Consorzi come capofila. «Il piano progettuale vale nel complesso 250 mila euro e può contare sui contributi del Fondo Sociale Europeo», spiega Michele Talo, direttore del Centro Consorzi. «Stiamo anche lavorando, di concerto con la Regione, per intercettare fondi Interreg e Por-Fesr».
L’obiettivo è sviluppare un’offerta regionale integrata di turismo esperienziale "slow" lungo il Piave, con pacchetti turistici in grado di collegare i territori rurali della Valbelluna e dell’Alta Marca a quelli più conosciuti del litorale veneto e delle Dolomiti. «Affinché ciò avvenga la formazione ha un ruolo basilare», sottolinea Talo con Giuliano Vantaggi, direttore della Dmo Dolomiti. «Ecco perché abbiamo avviato un percorso volto a dare precise indicazioni agli operatori del sistema sulle modalità di accoglienza; sul miglioramento della digitalizzazione e dell’innovazione delle imprese del settore; sulla necessità di creare prodotti turistici che rispondano alle esigenze di chi decide di visitare il nostro territorio».
In questo momento "Piave" sta coinvolgendo una settantina di operativi della ricettività, tra aziende agricole e agriturismo, b&b, piccole realtà del commercio al dettaglio, ristoranti, cooperative, gelaterie, artigianato artistico. Ma anche attività che offrono servizi nel campo del cicloturismo, oltre a singole guide. «In genere, realtà di dimensioni ridotte che manifestano la necessità di mettersi in rete», precisa Antonella Tormen, referente del progetto "Piave" al Centro Consorzi. «Puntiamo a far sì che aderisca all’iniziativa il maggior numero di operatori possibile». Ecco allora che in calendario per i prossimi giorni ci sono tre incontri, a cui prenderanno parte degli esperti che, nell’ambito del progetto, svolgeranno il ruolo di "facilitatori": si tratta dei referenti dello Studio di architettura Spaa di Treviso; Mauro Riva di DolomitiXeperience; Isabella Pilo, guida turistica molto conosciuta in provincia, in particolare nel Feltrino. Gli incontri si terranno il 4 febbraio a Ponte nelle Alpi, al Parco ex Casa Rossa, dalle 17.30 alle 21.30; il 5 febbraio, dalle 16 alle 20 in Birreria Pedavena; il 6 febbraio alla Cooperativa sociale Alternativa Ambiente di Treviso, sempre dalle 16 alle 20.
«Le persone che cercano un turismo esperienziale e "slow" sono importanti per un territorio come quello del Veneto», mette in risalto Mara Manente, direttore Ciset-Ca’ Foscari. «Stiamo parlando non di un turismo di massa, ma di visitatori che sono alla ricerca dell’autenticità dei luoghi, che vogliono vivere la vita delle comunità in cui si recano, quasi "confondersi" con i residenti. E sono turisti propensi a spendere 20-30 euro al giorno in più rispetto al turista medio».
«Il progetto "Piave" si rivolge a imprese, professionisti, associazioni ed enti che desiderano essere coinvolti nella creazione di pacchetti turistici esperienziali, lungo la via del Piave», aggiunge Talo. «Un progetto che va a operare su vasto territorio. Ecco che abbiamo creato una struttura organizzativa in grado di far dialogare la montagna con il mare infatti. Il progetto lavora su tre macro aree: Alto Bellunese, Feltrino e Area della Marca Trevigiana-Veneziana, con un referente di progetto per ogni area».
"Piave" potrà contare sulla giovane borsista Yuki D’Emilia, che sta lavorando per il Ciset in provincia di Belluno, proprio nella sede della Dmo Dolomiti. «Come Consorzio abbiamo individuato una trentina di prodotti turistici legati non solo alla destinazione, ma soprattutto all’esperienza», fa sapere Vantaggi. «Stiamo puntando molto sul filone bike, che presenta grandi potenzialità, collegandoci al Giro d’Italia e non solo. Il turista vuole essere sempre più "co-creatore" della sua vacanza. Di questo gli operatori devono prendere consapevolezza e la formazione svolge un ruolo basilare».
Una volta creato il prodotto, si tratterà di farlo conoscere e di venderlo, in pacchetti, attraverso le agenzie. «Dobbiamo lavorare non solo nei paesi che rappresentano da tempo un bacino turistico per il nostro territorio», afferma Vantaggi, «ma anche per le realtà emergenti. Pensiamo solo che, nel ramo sci, dalla Polonia c’è stato un incremento del 52% nell’ultimo decennio; dalla Repubblica Ceca del 32%. In estate si registra un aumento incredibile degli americani, specie dopo il riconoscimento Unesco. In generale, i turisti anglosassoni stanno tornando sulle nostre montagne e nel resto del Veneto. Per non parlare del turismo "delle radici", dai paesi del Sud America».
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