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Giovedì 29 settembre 2016

«Lingua blu», tra pochi giorni i vaccini

Dopo le accuse forti mosse dagli agricoltori bellunesi contro la Regione, che non avrebbe saputo rispondere prontamente all’emergenza della malattia della «Lingua blu», manifestatasi soprattutto fra gli ovini al pascolo in provincia di Belluno, l’Associazione allevatori del Veneto difende Venezia e chiede agli allevatori di restare uniti di fronte alla grave situazione. Nella nota diffusa dall’Arav si coglie forte preoccupazione e la volontà di difendere l’operato delle istituzioni preposte. «I vaccini sono disponibili per tutti gli allevatori che ne hanno fatto richiesta e verranno distribuiti entro la settimana o, al massimo, entro i primi giorni di ottobre», garantisce l’associazione. «Ci siamo mobilitati subito presso la Regione Veneto, che ha dimostrato immediata attenzione, pur non negando che i tempi della burocrazia sono diversi rispetto alle esigenze imprenditoriali degli allevatori per poter disporre dei vaccini gratuiti. Intuendo che i tempi non sarebbero stati brevi, come avvenuto nelle altre aree italiane colpite dalla patologia», spiega il presidente di Arav, Floriano De Franceschi, «onde evitare speculazioni a carico degli allevatori, abbiamo immediatamente agito in stretto raccordo con Aia e il Ministero della Salute, per dare una risposta precisa e rassicurante agli allevatori che dovevano risolvere il problema». Proprio i ritardi e la risposta non adeguata all’emergenza erano stati messi sotto accusa dagli allevatori bellunesi. «Il servizio, fornito in altre regioni dalle Associazioni regionali allevatori senza particolari intoppi, in Veneto ha riscontrato non poche difficoltà», spiega l’Associazione allevatori del Veneto, «a causa della mancanza di volontà di alcune organizzazioni zootecniche di fare squadra per risolvere un oggettivo problema della categoria allevatoriale». «Una cosa davvero inconcepibile, nonostante gli sforzi messi in atto dall’Associazione regionale allevatori del Veneto, che fornisce gratuitamente il servizio agli allevatori che ne hanno fatto richiesta. Le aziende richiedenti», conclude il presidente De Franceschi, «potranno disporre dei vaccini ordinati per i territori di competenza nelle Ulss che al momento hanno dato la disponibilità (Vicenza, Feltre e Pieve di Soligo). Rincresce che sulla vicenda ci sia chi denuncia una situazione diversa dalla realtà, provocando un allarmismo che si va ad aggiungere ai timori degli allevatori, sui quali Arav lavora con competenza tecnica e tempestività». L’Associazione allevatori del Veneto, sul tavolo della Regione, come sostenuto da tutti i partecipanti, ha supportato la richiesta di non far ricadere sulle imprese i costi per far fronte alla patologia.

«Lingua blu», oggi il vertice in Regione

Con il decreto di acquisto di 104 mila dosi di vaccini è partita la campagna regionale di vaccinazione di massa delle capre e delle pecore del Bellunese, del Vicentino e del Trevigiano contro la «blue tongue», l’epidemia di febbre catarrale maligna che sta colpendo greggi, mandrie e allevamenti negli alpeggi del Bellunese, del Vicentino e del Trevigiano. Veicolata da un insetto, la malattia della «lingua blu» (così denominata perché causa dermatosi e ingrossamento della lingua sino a fermarne la circolazione sanguigna) non è una malattia trasmissibile all’uomo, né contamina carni e latte nei bovini, ma ha esiti letali nei capi ovicaprini. La Regione, con una nota, garantisce che la diffusione dell’epidemia della febbre catarrale maligna è costantemente monitorata dai Servizi veterinari del Veneto sin da fine agosto, data del primo focolaio segnalato nel Feltrino. La «blue tongue» ha già colpito 72 capi (dati aggiornati a ieri dal Servizio veterinario e di sicurezza alimentare della Regione Veneto), di cui 36 pecore,2 capre,1 muflone selvatico e 33 bovini. I focolai, inizialmente concentrati negli alpeggi del Feltrino, si sono progressivamente diffusi all’intera provincia di Belluno, al Vicentino e all’Alta Marca. L’epidemia è stata probabilmente innescata da capi infetti importati. «I veterinari delle due Ulss bellunesi, su indicazione della Regione, hanno iniziato già ai primi di settembre a vaccinare capre e pecore, là dove si sono verificati i primi focolai, al fine di garantire il benessere animale e la sopravvivenza delle greggi», rendono noto gli assessori regionali Giuseppe Pan e Luca Coletto, responsabili rispettivamente delle politiche agricole e sanitarie, «e ora il Centro regionale acquisti in sanità (Cras) sta provvedendo, con procedura di urgenza e centralizzata, all’acquisto delle dosi di vaccino, necessarie per la copertura vaccinale (servono due dosi nel biennio) dei 52 mila capi ovicaprini stimati nelle tre province interessate, Belluno, Rovigo e Vicenza». A differenza della precedente epidemia del 2008, quando intervenne il Ministero della salute con un piano straordinario di vaccinazioni obbligatorie su tutto il patrimonio zootecnico, ora non esiste più l’obbligo vaccinale nei confronti della ’blue tongue’. «Il ministero della Sanità ha reso facoltative le vaccinazioni, scaricandone così l’onere sulle Regioni», mette in evidenza Pan, «che devono quindi effettuarle solo utilizzando risorse proprie. Per ora abbiamo quindi dato precedenza al piano di vaccinazione degli ovicaprini nelle aree interessate dai focolai, al fine di preservare il patrimonio zootecnico, con un impegno di spesa di circa 100 mila euro per l’acquisto delle dosi. Siamo consapevoli che per eradicare la malattia sarebbe necessario estendere la vaccinazione anche ai circa 160 mila bovini presenti nelle zone interessate. L’attuale piano di profilassi richiede in via prioritaria la vaccinazione obbligatoria dei bovini che devono essere movimentati dalle zone di restrizione e di quelli da riproduzione, con spese però a carico dei proprietari». «Parteciperò al vertice con i tecnici dei servizi di prevenzione veterinaria sull’emergenza blue tongue», annuncia Pan riferendosi all’incontro di oggi, «nel corso del quale, compatibilmente con le ristrette disponibilità del bilancio regionale, cercheremo di trovare una soluzione anche alle richieste delle organizzazioni professionali degli allevatori di bovini di essere aiutati dalla Regione nel sostenere l’onere vaccinale». Nel frattempo il Servizio veterinario e di sicurezza animale della Regione Veneto prosegue i controlli clinici settimanali negli allevamenti, i prelievi di sangue e di siero a campione e i controlli sul latte, oltre al posizionamento di trappole entomologiche nelle aree a maggior rischio di diffusione per monitorare la circolazione virale.

Iniziati i lavori per consolidare la vasca imhoff di Venas di Cadore

Sono iniziati ieri i lavori di consolidamento e messa in sicurezza della vasca imhoff di Venas in comune di Valle di Cadore. L’intervento, nello specifico, interesserà la parte strutturale dell’impianto che, ricorda Bim Gsp, serve a trattare le acque reflue provenienti dall’abitato: verranno, infatti, realizzati dei pali e cordoli in calcestruzzo per il consolidamento della vasca dove, di recente, sono stati riscontrati evidenti cedimenti dovuti a instabilità del terreno. I lavori, affidati all’impresa Tonet di Santa Giustina, ammontano a 50mila euro, dureranno circa un mese e non comporteranno il fermo dell’impianto: nessun disagio, quindi, per gli utenti serviti. L’intervento si innesta nel piano di attività programmato da Bim Gsp per adeguare gli impianti di trattamento in esercizio e migliorare il sistema depurativo comunale. A Valle di Cadore, infatti, a servizio del capoluogo è stato di recente realizzato e avviato un nuovo impianto di depurazione che tratta, annualmente,215 mila metri cubi di acque reflue (circa 600 mc al giorno) con una resa depurativa superiore al 90%.

Domani la Polizia di Stato sui luoghi del Vajont

Domani, venerdì 30 settembre, in occasione del terzo anniversario del conferimento della cittadinanza onoraria del Comune di Longarone alla Polizia di Stato (era il 12 ottobre 2013, nel cinquantenario del Vajont) e a conferma del forte legame che ancora oggi lega la Polizia a quella parte del territorio, l’Amministrazione comunale di Longarone in collaborazione con la Questura di Belluno ha organizzato per tutti i poliziotti in servizio in provincia, i loro familiari e le autorità una giornata di visita guidata sui luoghi della memoria. Alle 10 è previsto l’arrivo delle autorità al cimitero delle vittime del Vajont a Fortogna, che è stato dichiarato Monumento Nazionale, alle 10.15 la proiezione di un video che rappresenta l’opera e l’impegno profuso dalla Polizia di Stato in occasione della tragedia, all’interno dello spazio museale del cimitero; alle 10.50 la deposizione di un omaggio floreale al monumento in ricordo delle vittime del Vajont all’interno del cimitero; alle 11 la visita guidata ai luoghi della memoria (cimitero, museo e cappella, diga del Vajont) con possibilità di trasporto a cura dell’Ufficio di Gabinetto della Questura di Belluno. In rappresentanza del Capo della Polizia, nelle cui mani venne consegnata la cittadinanza onoraria, sarà presente il prefetto Vincenzo Roca direttore centrale per gli Istituti di istruzione che deporrà l’omaggio floreale.

Un incontro per valorizzare i centri storici

Nell’ambito del progetto di rivitalizzazione dei centri storici del distretto «Borghi delle valli Dolomitiche», compartecipato dai Comuni di Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi, Ascom Confcommercio Belluno propone agli operatori economici dei centri storici delle tre cittadine un seminario che possa rappresentare una spinta motivazionale per un rilancio di progettualità condivise che permettano di migliorare la vocazione economica del territorio e in particolare dei centri storici. L’incontro si svolgerà lunedì 3 ottobre, alle 19.15 presso la Sala Convegni di Ascom Formazione a Belluno (Via F. Ostilio,8) e prevede interventi qualificati nei settori della comunicazione, dell’innovazione e del marketing esperienziale e delle pratiche di networking. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici di Ascom Belluno Formazione (tel.0437 215268).

Già piantate 1500 «Viti fra le nuvole»

sabato 1 ottobre dalle 15 tutti sono invitati a scoprire il progetto «Viti fra le nuvole», presso il vigneto sperimentale di Corte di Cadore, con degustazione dei vini «Itre» annata 2014–2015 (in caso di pioggia la manifestazione si terrà presso i locali dell’ex colonia Eni). Il progetto «Viti fra le nuvole» nasce dalla passione di tre giovani (da qui il nome «Itre» presente sull’etichetta) per la viticoltura e per le moderne tecniche di lavorazione vitivinicola. Partendo da un approccio basato sull’osservazione del territorio cadorino, è stato osservato che molti vitigni continuino, nonostante le intemperie e le condizioni climatiche faticose, ad aggrapparsi agli angoli delle vecchie case, a crescere, a produrre. «Itre» hanno quindi cercato di ricalcare la natura seguendone i passi. Nel 2016 è iniziata la fase di ricerca di un terreno idoneo, grande, adeguatamente soleggiato. Un compito reso ancora più arduo perché nella montagna veneta i fondi agricoli sono spesso molto frammentati. Dopo un’accurata selezione sono stati individuati tre terreni, uno a Vodo sopra la Pista Ciclabile delle Dolomiti, uno a Borca, nell’area adiacente all’ex Villaggio Eni, e il terzo a San Vito di Cadore in Località Ciasà. In pochi mesi sono circa millecinquecento le piante messe a dimorare con tre uve a polpa bianca e una a polpa rossa (Pinot Bianco, Muller Thurgau, Traminer e Rebo). «Viti fra le nuvole» è un progetto scalabile, la cui riuscita è direttamente proporzionale al grado di penetrazione e diffusione nel territorio. Ecco perché la proposta di «Viti fra le nuvole» è aperta «a tutti quei possessori di terreni agricoli che vogliono metterli a frutto, ospitando i nostri vitigni», annunciano i tre giovani. Ogni impianto installato si mantiene ancorato alle caratteristiche morfologiche del terreno e il processo e l’approccio alla coltivazione è legato alla filosofia dell’agricoltura biodinamica che non prevede un utilizzo intensivo e invadente dei terreni, ma praticando e sostenendo una produzione sostenibile. Il progetto «Viti fra le nuvole», spiegano i protagonisti, «è un’idea imprenditoriale classica che punta alla produzione di un ottimo vino ma che porta con sé delle ricadute assolutamente importanti per il territorio del Cadore. Se da un lato migliora e garantisce una cura degli appezzamenti abbandonati o poco sfruttati, dall’altra si pone l’obiettivo di alzare lo standard qualitativo della produzione vitivinicola del Cadore, creando le condizioni per il rilancio e la definizione di un percorso di conoscenza della cultura del vino autoctono di montagna».

Una visita guidata alle fontane di Belluno

sabato 1° ottobre la Biblioteca civica di Belluno invita la cittadinanza a una nuova visita guidata ai tesori bellunesi: «Storie e ’ciacole’ tra le fontane cittadine», un itinerario nel centro di Belluno per conoscere le storiche fontane di pietra che non solo abbelliscono la città, ma che da sempre hanno avuto un ruolo importante nella vita dei cittadini. L’appuntamento, curato dalla guida turistica Marta Azzalini e da Annalisa Crose, sarà occasione per soffermarsi sui dettagli di questi manufatti e riscoprire le vicende legate a questi antichi luoghi di aggregazione, a volte dimenticati. Il ritrovo è alle 10 in piazza Duomo davanti alla Cattedrale; il costo è di 5 euro da versare alla guida, mentre è gratuito per i minorenni. Informazioni e prenotazioni presso la sede della Biblioteca civica di Belluno, o scrivendo a biblioteca@comune. belluno.it o al tel.0437 948093.

«Analisi etica dei casi clinici: quando, come, perché»

Oggi, giovedì 29 settembre, presso la Sala Riunioni dell’Ospedale di Belluno, a partire dalle 15 si terrà il Convegno promosso dal Comitato Etico dell’Ulss 1 dal titolo: «Analisi etica dei casi clinici: quando, come, perché». Al Convegno parteciperanno come relatori membri del comitato etico per la pratica clinica dell’Ulss 1 ed esperti di bioetica e biodiritto con l’obiettivo di mostrare come l’analisi etica dei casi clinici aiuti a individuare e realizzare le scelte più rispettose della dignità delle persone coinvolte, attraverso un percorso che coinvolge la persona malata, la sua famiglia e l’equipe socio sanitaria, nel rispetto dei principi giuridici e deontologici fondamentali. Il convegno è accreditato ecm per tutte le professioni sanitarie.

Un libro sugli orti botanici in Italia

Gli orti botanici italiani sono un patrimonio in genere conosciuto e visitato da addetti ai lavori, appassionati di botanica e studenti; in realtà queste strutture si rivolgono a un’ampia platea di possibili fruitori, ai quali possono riservare inaspettate e straordinarie sorprese. Ai giardini botanici di tutta Italia è dedicato un nuovo libro, curato dall’Associazione Nazionale Nuove Direzioni. Il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, in collaborazione con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Belluno, ospiteranno una presentazione pubblica del volume presso il Museo Naturalistico Dolomiti Bellunesi, in piazza Piloni, a Belluno. L’appuntamento è per lunedì 10 ottobre, alle 18. Dopo i saluti introduttivi di Antonio Andrich, Direttore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e di Monica Sommacal, funzionario dell’Utb di Belluno, sono previsti due interventi a cura del professor Cesare Lasen, uno dei massimi conoscitori delle Dolomiti Bellunesi, già presidente del Parco Nazionale, e del professor Graziano Rossi, docente di botanica ed ecologia vegetale presso l’Università di Pavia, esperto in conservazione delle piante spontanee e coautore del volume. La prima parte del volume, curato da Marina Clauser e Pietro Pavone, ma scritto a più mani dai principali esperti italiani della materia, illustra le origini, la storia e l’evoluzione degli orti botanici, una realtà nata in Italia nel XVI secolo e cresciuta, nel tempo, in tutto il mondo. La seconda parte del libro descrive le attuali funzioni degli orti botanici, impegnati nella ricerca scientifica, nella conservazione della biodiversità e in attività di educazione e divulgazione. La terza parte illustra alcuni dei più interessanti e innovativi progetti realizzati dagli orti botanici italiani. Chiude il volume una sezione descrittiva dei principali orti botanici e giardini alpini presenti nel nostro Paese. Al termine della presentazione i partecipanti potranno ritirare una copia omaggio del volume.

Riprende la Scuola di partecipazione alla politica

Domani, venerdì 30 settembre, alle 18, riprende la Scuola di partecipazione alla politica nella sua sessione autunnale che prevede 4 incontri. La prima lezione sarà tenuta dal professor Giulio Bianchi sul tema: «Il bene della polis. Tra interessi e valori». Altri relatori in seguito saranno Lucia Fronza (il 7 ottobre su «L’agire politico: vocazione o professione?»), Francesco D’Alfonso (il 21 ottobre su «In nome dell’uomo. Diritti umani e politica»), Emilio Guerra (il 28 ottobre su L’urgenza etica della politica. Tra pazienza e impazienza, riforme e rivoluzione»). Le quattro relazioni saranno poi riunite in una dispensa. Gli incontri avranno luogo nella Sala Gaio del Centro Giovanni XXIII di Belluno. Il corso è libero e gratuito. Per ulteriori informazioni, telefonare alla segreteria dell’Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali (0437 942825, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12), o consultare il sito: www.ibrsc.sunrise.it Ai partecipanti, su richiesta, verrà rilasciato un attestato di frequenza.

Il Meteo

Il Centro Valanghe Arpav di Arabba prevede per oggi, giovedì 29 settembre, tempo in prevalenza soleggiato e stabile, molto mite in quota con temperature superiori alle medie del periodo. Al mattino cielo perlopiù sereno, dalle centrali e al pomeriggio poco nuvoloso per modesti addensamenti a ridosso dei rilievi. In serata possibile formazione di nubi basse in qualche valle, specie prealpina. Precipitazioni assenti. Temperature in aumento, eccetto le minime nelle valli, che rimarranno stazionarie, con valori anormalmente miti in quota, inversione termica mattutina e forte escursione termica giornaliera nelle valli. Venti nelle valli da deboli a moderati per brezze; in quota perlopiù deboli occidentali. Domani, venerdì 30 settembre, tempo perlopiù soleggiato, stabile e sempre molto mite in quota. Su alcuni settori, specie prealpini, diverrà tuttavia più presente il rischio di nubi basse o nebbie in qualche valle, soprattutto nelle ore più fredde, localmente anche piuttosto insistenti. Precipitazioni assenti. Temperature minime in locale aumento nelle valli in funzione della possibile presenza di nubi basse, in calo in quota alla sera; massime in lieve calo. Venti nelle valli deboli; in quota perlopiù deboli da Sud–Ovest. Dopodomani, sabato 1 ottobre, tempo variabile, con probabili nubi basse più insistenti e aumento della nuvolosità in giornata, fino a nuvoloso/molto nuvoloso al pomeriggio/sera, quando saranno possibili deboli precipitazioni sparse a partire dai settori occidentali. Clima decisamente più fresco soprattutto in quota.

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