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Al centro i poveri e l’ascolto della gente

Il Giubileo finisce, il Giubileo continua: nella Lettera apostolica «Misericordia et misera», diffusa martedì 22, papa Francesco afferma che «questo è il tempo della misericordia», e auspica una «conversione pastorale» che metta al centro i poveri e l’ascolto della gente. «Le nostre comunità si aprano a raggiungere quanti vivono nel loro territorio perché a tutti giunga la carezza di Dio attraverso la testimonianza dei credenti», l’invito di Francesco.
«In una cultura spesso dominata dalla tecnica, sembrano moltiplicarsi le forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone e anche tanti giovani», scrive il Papa secondo il quale la misericordia è l’unico antidoto a «malinconia, tristezza e noia, che lentamente possono portare alla disperazione». No alle «chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali», sì alla misericordia come «vento impetuoso e salutare», di fronte al quale «non si può rimanere indifferenti, perché cambia la vita».
«Tutti abbiamo bisogno di consolazione», scrive in un altro passaggio della Lettera apostolica papa Francesco evocando uno dei momenti più originali del suo Giubileo: la Veglia per asciugare le lacrime. In un momento di «crisi» come il nostro, la «forza consolatrice» deve andare prima di tutto alle «nostre famiglie».
«Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata». Il Papa fa risuonare le parole pronunciate durante la Messa di chiusura del Giubileo quando addita a tutta la comunità cristiana la «via della carità», «la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme».
La misericordia ha anche un «valore sociale», rimarca il Papa chiedendo di «rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una città affidabile».
Sono tanti i «segni concreti» di misericordia realizzati durante il Giubileo: «eppure non basta. Il mondo continua a generare nuove forme di povertà spirituale e materiale che attentano alla dignità delle persone». Bisogna «dare spazio alla fantasia della misericordia», allora, per fare crescere una «cultura della misericordia» che sia «rivoluzione», e non «teoria».
«I poveri li avete sempre con voi», l’imperativo di partenza per istituire una Giornata mondiale dei poveri.
«Questo è il tempo della misericordia», scandisce Francesco per cinque volte: «per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza». È uno sguardo inclusivo, quello del Papa e ne richiama un altro, quello in cui «rimasero soltanto loro due: la misera e la Misericordia», commenta sant’Agostino a proposito dell’incontro tra Gesù e l’adultera, l’immagine evocata dal titolo del documento che chiude l’Anno Santo.

Leggi il "fondo" della settimana scorsa.

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