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Sabato 24 giugno 2017

Da Lions Club Cadore e Ados un ecografo per l’ospedale di Pieve di Cadore






Le caratteristiche dell’apparecchiatura consentono di eseguire anche studi innovativi, soprattutto in ambito epatologico.

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Si è tenuta all’ospedale di Pieve di Cadore una cerimonia, con la presenza del direttore generale dell’Ulss Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno, e del commissario prefettizio, Carlo De Rogatis, per la donazione da parte del Lions Club Cadore Dolomiti, con lo speciale contributo del socio Igino Genova, e dell’Associazione donne operate al seno di Cortina Cadore Comelico, presieduta da Benvenuta Celotta, di un ecografo che va a sostituire una apparecchiatura analoga, in dotazione alla Radiologia dell’ospedale di Pieve di Cadore.


La donazione rientra nelle attività previste in occasione della ricorrenza nel 2017 del 100° anniversario della nascita dell’Associazione "Lions Club International."
La nuova apparecchiatura, di ultima generazione, dotata di tecnologia digitale, è un ecografo multidisciplinare, che sarà destinato principalmente alla diagnostica senologica.
Sono inoltre presenti nell’apparecchio le funzioni di studio Doppler e la possibilità di impiego anche nella patologia neonatale e pediatrica.
Le caratteristiche dell’ecografo consentono però di eseguire anche studi innovativi, soprattutto in ambito epatologico. Infatti l’apparecchiatura consente di eseguire esami con l’uso di mezzi di contrasto ecografico per la caratterizzazione delle lesioni nodulari di fegato, rene e pancreas. E’ inoltre dotata di un innovativo modulo di elastosonografia share-wave, che consente di studiare il parenchima epatico e definire il grado i fibrosi del paziente con epatite cronica o con cirrosi. Il grado di fibrosi è un elemento determinante per la scelta terapeutica nei pazienti candidati a terapie innovative, molto costose che va quindi studiato nel dettaglio.
Fino ad oggi questi pazienti dovevano eseguire esami alternativi, meno affidabili o più invasivi, che spesso non erano disponibili in provincia. Questa metodica, oltre a migliorare il percorso diagnostico, consentirà ai pazienti di essere seguiti nell’ambito delle strutture dell’Ulss Dolomiti e garantirà la crescita professionale a chi opera nell’ospedale di Pieve di Cadore.

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