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Sabato 16 settembre 2017

Tiziano e le Dolomiti per un Cadore "Capitale della cultura"






Queste le "carte" principali della candidatura presentata dalla Magnifica Comunità di Cadore (nella foto il suo presidente, Renzo Bortolot).

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Tiziano Vecellio, le Dolomiti patrimonio dell’Unesco e l’innovazione imprenditoriale: questi i punti forti della candidatura presentata dalla Magnifica Comunità per ottenere al Cadore il riconoscimento di "Capitale italiana della Cultura 2020".

Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo pubblica ogni anno il bando per il conferimento del titolo di "Capitale italiana della Cultura". L’iniziativa è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attiva delle città italiane nel campo della cultura, affinché ne venga sempre più recepito il valore per la coesione sociale, la creatività e l’innovazione.


La Magnifica Comunità ha messo la terra natale di Tiziano Vecellio e le Dolomiti patrimonio dell’Umanità al centro del progetto di valorizzazione e di promozione delle valli che compongono il Cadore in un progetto condiviso dai 22 Comuni del territorio, consapevoli dell’importanza del patrimonio culturale presente e di unificarlo in un progetto unico supportati da una storia unitaria.

"Il Cadore si presenta unito alla candidatura grazie al lavoro coordinato dalla Magnifica Comunità svolto nei mesi estivi, consapevole che per poter competere con i grandi centri si deve essere compatti", sottolinea il presidente della Magnifica, Renzo Bortolot. "Ci sono città capoluogo di provincia tra le quali Treviso, Ancona, Piacenza e altre, ma sono convinto che il nostro territorio ha molte carte da giocare. Abbiamo fatto tanto in questi anni, investendo in cultura e riqualificazione di moltissime aree, è giunto il momento di dimostrarsi compatti e fare squadra per valorizzare in un pacchetto unico il Cadore".

La presentazione ufficiale del dossier per la candidatura è stata formalizzata da Bortolot e dal commissario prefettizio Carlo De Rogatis in rappresentanza del comune di Pieve di Cadore.


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