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Venerdì 10 novembre 2017

Sappada, la legge torna indietro. E cresce il dubbio che serva una norma costituzionale






La lettera della Regione alla Camera evidenzia un vizio di forma che ha suggerito un ritorno del progetto di legge alle valutazioni della Prima Commissione. Intanto si ragiona sull’ipotesi che una legge ordinaria non basti: il precedente è nella bocciatura del referendum del 2011 per il passaggio della Provincia di Belluno al Trentino Alto Adige (nella foto la prima pagina dell’Amico del Popolo di allora).

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Torna indietro, rimandata all’esame della Prima Commissione della Camera dei Deputati, la proposta di legge C. 4653 intitolata «Distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e aggregazione alla regione Friuli Venezia Giulia». La presidenza della Camera ha ritenuto necessario un supplemento di valutazione prima dell’esame e del voto dell’assemblea, dopo che la Regione del Veneto ha rimarcato l’assenza del suo parere sul distacco, parere previsto dall’articolo 132 della Costituzione.
Mercoledì 8 novembre il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti aveva scritto una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini per evidenziare che la mozione del Consiglio regionale votata nel 2012, favorevole al distacco di Sappada, non può essere considerata valida come parere ufficialmente espresso dalla Regione del Veneto. Un vizio di forma importante, che potrebbe determinare la richiesta dello Stato alla Regione di deliberare sulla richiesta di Sappada ai sensi dell’articolo 132 della Costituzione. I tempi di decisione sul destino di Sappada potrebbero dunque allungarsi di molto e intanto si genera lo spazio per costruire uno scenario nuovo, nell’auspicio - espresso da esponenti politici bellunesi di partiti diversi - che i disagi del territorio possano trovare una trattazione complessiva e una risposta comune.

Un altro vizio di forma importante, frattanto, si pone di traverso sul cammino del progetto di legge per il distacco di Sappada. Nel 2011 la Corte di Cassazione dichiarò illegittima la richiesta della Provincia di Belluno di indire un referendum per il passaggio al Trentino Alto Adige sempre sulla base dell’articolo 132 della Costituzione. Oltre alla ventina di Comuni bellunesi che via via hanno chiesto di cambiare regione, infatti, va ricordato anche il tentativo fatto dall’Amministrazione provinciale stessa. Le motivazioni della Cassazione, allora, sottolinearono la natura costituzionale dello Statuto della Regione Trentino Alto Adige rimarcando che la modifica del perimetro territoriale della Regione autonoma avrebbe richiesto una legge costituzionale e non una semplice legge ordinaria come prefigurato nell’articolo 132 della Costituzione per il passaggio di comuni e province tra regioni a regime ordinario.

La domanda sorge spontanea: la Provincia di Belluno non può spostarsi con legge ordinaria entro una Regione autonoma mentre Sappada sì?
In effetti, la legge costituzionale 31 gennaio 1963 n.11 che istituì la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ne definisce all’articolo 2 il perimetro territoriale, dichiarando che essa «comprende i territori delle attuali province di Gorizia, di Udine, di Pordenone e di Trieste». L’aggettivo «attuali», che non può essere considerato pleonastico, di fatto ’’congela’’ i confini regionali del Friuli alla situazione del 31 gennaio 1963. Se Sappada dovesse essere aggregata al Friuli, probabilmente occorrerebbe correggere la legge costituzionale 11 con una legge costituzionale di modifica. Un iter totalmente diverso dal quello del progetto di legge C. 4653, più lungo e che prevede la doppia lettura da parte delle due Camere, impossibile da realizzare nei termini della corrente legislatura.


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