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Giovedì 1 febbraio 2018
Cortina, il Sap contesta il Capo della Polizia. «Solidarietà a Tonelli»
La sezione di Belluno del Sindacato Autonomo di Polizia ha diffuso una nota per spiegare i motivi della manifestazione, esprimendo solidarietà al segretario generale Gianni Tonelli.
Il Sindacato autonomo Polizia (Sap) è pronto a contestare il Capo della Polizia Franco Gabrielli in visita a Cortina venerdì 2 febbraio. Gabrielli intitolerà alle 13.30 la nuova sala riunioni del Commissariato all’agente ausiliario Giordano Coffen, medaglia d’argento al valor civile alla memoria, tragicamente scomparso il 7 aprile 1991 all’Ippodromo delle Padovanelle di Padova. In occasione dell’arrivo di Gabrielli il segretario regionale Sap Veneto Fabio Ballestriero ha spiegato in una lunga nota i motivi della contestazione.
«Già in occasione della visita del Capo della Polizia a Belluno per inaugurare la nuova sede della Digos bellunese, abbiamo avuto modo di esporre il nostro punto di vista circa il suo autorevole ed indimenticabile invito di allora a "lavare i panni sporchi in casa", che suona oggi, ma ne eravamo consapevoli già allora, come un monito, se non addirittura una minaccia, vista la recente contestazione disciplinare della sospensione dal servizio inviata al nostro Segretario Generale Gianni Tonelli, colpevole di aver criticato pubblicamente la partecipazione di un alto dirigente del Dipartimento in un video del Movimento 5 Stelle», esordisce Ballestriero.
«Che il sistema sicurezza sia debilitato per esempio dalla scarsità degli organici e "senilizzato" – vocabolo aulico e politically correct per dire che in Polizia siamo vecchi - è un dato certo e Belluno ne è l’esempio con un calo netto di circa 39 unità dal 2010 e con un’età media di 48 anni, che lo stesso Gabrielli in ogni occasione pubblica ribadisce additando un panno vergognosamente lercio da anni», si legge nella nota del Sap Veneto.
Riferendosi ai propositi espressi da Gabrielli in occasione della nomina a Capo della Polizia, Ballestriero sottolinea: «Spiace osservare che, a nostro sommesso avviso, sinora sia apparsa assai debole la "forza" che ha messo per cambiare alcune cose che riguardano molto da vicino i nostri poliziotti. A cominciare per esempio dalle telecamere sulle divise di tutti gli agenti – il Sap lo propone da almeno 5 anni - affinché possano essere meno vulnerabili ed alla mercé di chiunque voglia accusarli delle peggiori cose. I caschi da Ordine Pubblico – il Sap lo dice da almeno 3 anni, subendo l’ingiusta sospensione del collega che disse la verità - ancora in buona parte vetusti e da sostituire con caschi nuovi ed in dotazione individuale così da evitare promiscuità igienicamente poco gradevoli. Continuiamo con giubbetti antiproiettile ancora in quantità insufficienti alle necessità e scarsamente assortiti nelle taglie. Così accade sovente che alcuni colleghi siano costretti ad utilizzare modelli "large" sebbene abbiano corporature "small" o "medium", perché sono le uniche taglie rimaste».
Continuando con la lista delle criticità, Ballestriero parla perfino di ’’baratto’’ delle dotazioni: «Andiamo avanti con vestiario fornito a molti operatori in quantità insufficiente alle esigenze, così che spesso molti ricorrono al "baratto" tra loro o addirittura al recupero dei capi usati e dismessi dai colleghi ormai in pensione».
«Per questo e solo per questo il sindacato esiste ed ha senso che eserciti quel diritto di critica che è prezioso come l’aria che respiriamo. Perché il sindacato ha il dovere di controllare che ciò che si dice venga poi fatto. Ha il diritto-dovere di segnalare ciò che non funziona. Ha il diritto-dovere di denunciare inadempienze, inefficienze. Su questo credo dobbiamo andare tutti d’accordo», ragiona il segretario regionale veneto. «Così, come dobbiamo concordare sul fatto che l’esercizio della invocata virtù teologale della pazienza per accettare le cose che non si possono cambiare, serva ad accettare francescanamente quel diritto alla critica che è il sale, oltre che il fondamento sancito dall’articolo 21 della Costituzione, della nostra democrazia».
Il Sap Veneto, nella nota, difende il segretario generale: «Il procedimento disciplinare contestato al nostro Segretario Generale Gianni Tonelli, rappresenta un gravissimo vulnus inferto ai fondamentali diritti riconosciuti a chi rappresenta i lavoratori. Ciò è ancor più grave perché al posto del legittimo strumento giurisdizionale a cui ogni cittadino-appartenente alle Istituzioni che si sente leso nelle proprie prerogative ha il diritto di azionare, si è ricorsi all’improprio strumento dell’azione disciplinare, esponendo la nostra Istituzione all’imbarazzante equivoco di essere il giudice ed anche l’accusatore di Tonelli e sottraendo il nostro Segretario Generale al legittimo diritto ad una difesa giusta ed imparziale che poteva esser fatta solo nelle aule di un tribunale, atteso com’è malamente congegnato il dpr 737 che regola la disciplina nella nostra Amministrazione. A proposito: da anni si dice che è ora di cambiarlo. Possiamo sperare si possa fare oppure tutto sommato è meglio tenerlo così, alla mercé di una sbilanciata e spesso strumentale arbitrarietà dell’amministrazione nel giudicare i poliziotti?»
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