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Giovedì 10 maggio 2018
Dopo Cortina va avanti il tavolo per le terre alte
Il nuovo incontro a Roma, mercoledì 9 maggio, ha messo a fuoco gli obiettivi con Ministero, Confindustria, Università, Cai e altri portatori d’interesse.
Si è tenuto mercoledì 9 maggio a Roma, al Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, il primo meeting tra i principali portatori d’interesse italiani impegnati nello studio e nella valorizzazione dei territori montani. Erano rappresentati il sistema universitario (Unimont/Università degli studi di Milano, Università del Piemonte Orientale e Università degli Studi della Tuscia), Federbim, la Fondazione Montagne Italia, il Cai, l’Anci, il Touring Club Italiano; per Confindustria hanno partecipato all’incontro il direttore dell’area Politiche regionali Massimo Sabatini e il direttore di Confindustria Belluno Dolomiti Andrea Ferrazzi.
L’incontro aveva lo scopo di creare un dialogo e consolidare un’azione di coordinamento tra il mondo della ricerca, dell’impresa e del governo dei territori per capitalizzare e potenziare le esperienze esistenti ma anche per individuare azioni volte ad accrescere la sensibilità e la consapevolezza verso le criticità e le opportunità delle montagne. Attraverso la condivisione di informazioni, buone pratiche ed esperienze all’interno di un network di portatori di interesse delle Alpi e degli Appennini – si legge nella nota diffusa da Confindustria Belluno Dolomiti - «sarà infatti possibile raggiungere risultati di grande efficacia per i territori montani».
«È significativo che tutti i soggetti interessati a realizzare iniziative a favore dello sviluppo delle terre alte inizino a ragionare insieme, condividendo proposte e progettualità», afferma il direttore di Confindustria Belluno Dolomiti Andrea Ferrazzi, «ed è altrettanto significativo che a questo tavolo sia presente anche Confindustria, grazie all’iniziativa lanciata a Cortina d’Ampezzo a fine marzo alla presenza del presidente Vincenzo Boccia e del vicepresidente Stefan Pan. Il fatto che Confindustria si sia spesa in modo così pesante a favore delle terre alte è di per sé una svolta importante, come peraltro è confermato dai riscontri che la rete "Confindustria per la Montagna" continua ad avere dentro il sistema. Ma quel che più conta è che, subito, c’è stata una presa di coscienza fondamentale da parte degli altri soggetti che si occupano delle terre alte: lo sviluppo di queste aree non può prescindere dal mondo delle imprese, soprattutto manifatturiere. Ecco perché questo primo meeting di Roma rappresenta l’avvio di un percorso che può portare a risultati concreti, ad esempio in ambiti strategici come la ricerca, l’innovazione e la formazione».
«Le attività di ricerca condotte dalle Università partner del progetto in tema di innovazione e trasferimento tecnologico, formazione, informazione, coordinamento e network, costituiscono una preziosa base di ragionamento per orientare al meglio politiche mirate verso i territori montani ma anche verso tutte quelle aree interne e marginalizzate che rappresentano la gran parte del nostro Paese», afferma Massimo Castelli, coordinatore nazionale di Anci Piccoli Comuni, «la presenza del capitale umano e quindi della permanenza dell’uomo in queste aree rappresenta la sfida principale da vincere da qui a un futuro ormai prossimo e a oggi altrimenti foriero di spopolamento e di un sempre maggiore inurbamento. Per questi motivi abbiamo lanciato lo scorso anno la nostra Agenda Controesodo con l’obiettivo di porre in evidenza le priorità e i possibili principali settori sui quali dovrebbero intervenire politiche di sistema sia a livello statale che regionale. La legge per i piccoli Comuni ha affermato alcuni principi che vanno esattamente in questa direzione e per questo fermamente sostenuti da Anci. Ma occorre partire dall’occupazione, dall’istruzione e da un sistema di fiscalità di vantaggio innanzitutto, per i residenti e per le imprese locali».
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