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Giovedì 10 maggio 2018

Elementari, maestri a rischio. A Roma passa la linea del Veneto






La commissione della Conferenza Stato-Regioni ha accolto la richiesta presentata dal Veneto e ha deciso di scrivere ai presidenti di Senato e Camera.

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Si parla di 50mila diplomati magistrali appesi a un filo, in tutta Italia, a rischio di perdere il lavoro. Fanno i maestri, erano nelle graduatorie a esaurimento, sono stati assunti in larga maggioranza al Nord, ma il Consiglio di Stato, con una sentenza di cinque mesi fa, in pratica li fa tornare al precariato. Le ipotesi di soluzione del problema ci sono, ma tutto è complicato dall’incertezza sul destino del governo nazionale, quello di Gentiloni in scadenza e quello che potrebbe nascere. E intanto, in Veneto, la Regione si dice molto preoccupata per la situazione al prossimo suono della campanella, dopo l’estate che verrà.

Ieri, mercoledì 9 maggio, nel corso della seduta a Roma della nona commissione della Conferenza Stato-Regioni, di cui fanno parte gli assessori regionali all’istruzione, formazione e lavoro, l’assessore veneto Elena Donazzan ha avanzato la richiesta alla presidenza – che è in capo alla Regione Toscana – di affrontare la spinosa questione dei diplomati magistrali, non all’ordine del giorno, per sollecitare con somma urgenza una soluzione.

«In Veneto», ha fatto presente l’assessore, «senza questi docenti il prossimo anno scolastico non partirà. Fra Natale e Capodanno, con la sentenza del Consiglio di Stato che li esclude, il problema si è evidenziato in tutta la sua gravità ma il governo da allora non ha mai individuato nessuna soluzione, rimandando a interpretazioni, ad accordi con i sindacati. Si pone invece per tutte le Regioni da un lato il problema dell’inizio dell’anno scolastico, dall’altro quello del riconoscimento dei diritti di questi insegnanti da molti anni precari, già ampiamenti valutati nella loro attività didattica ma oggi senza nessuna prospettiva».

La commissione ha accolto la richiesta presentata dal Veneto e, non essendoci ancora un governo a cui rivolgersi, ha deciso di scrivere ai presidenti del Senato e della Camera, già insediati e quindi in grado di operare, perché dia urgentemente una soluzione politica alla questione, consentendo così il regolare avvio dell’anno scolastico attualmente a rischio.



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