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Martedì 17 luglio 2018

L’Italia e il mondo, in un minuto (Sir)






Summit di Helsinki, faccia a faccia di due ore Trump-Putin. Mogherini (Ue): «Porti libici non sicuri». Mafia, colpo al clan Casamonica.

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Summit di Helsinki, faccia a faccia di due ore Trump-Putin: «Il mondo ci guarda»

Faccia a faccia di oltre due ore a Helsinki fra Trump e Putin, con i due leader impegnati a smontare le teorie sull’interferenza nel voto Usa. «Ripeto ciò che ho già detto in molte occasioni: la Russia non ha mai interferito né mai interferirà negli affari interni americani», ha affermato il capo del Cremlino, in conferenza stampa con il presidente Usa. Per la Russia – sostiene ancora Putin – la questione della Crimea è "chiusa" perché l’annessione è avvenuta in seguito a «un referendum conforme alla legge». Ma su questo punto Putin non trova il consenso di Donald Trump che ha invece ribadito che per lui l’annessione è «illegale». Nel suo primo tweet dopo il summit, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato che con la Russia bisogna andare d’accordo e che «per costruire un futuro più luminoso non ci si può focalizzare esclusivamente sul passato». Il vertice si era aperto con dichiarazioni distensive da parte di entrambi i leader. «Il mondo ci sta osservando», aveva detto Trump. E rivolto a Putin: «È bello essere qui con te». Quindi, la stretta di mano.



Migranti, Mogherini: «Non si possono rimandare in Libia i migranti soccorsi. Porti libici non sicuri»

L’ipotesi, avanzata più volte in questi giorni dal vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di rimandare in Libia i migranti salvati nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare, cambiando con un negoziato politico lo status internazionale del Paese che oggi non è considerato «sicuro», non è realizzabile con una decisione politica, perché dipende da una decisione «puramente giuridica» indipendente. Lo ha puntualizzato oggi a Bruxelles l’Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini, durante la sua conferenza stampa a margine del Consiglio Affari esteri.«La decisione rispetto al fatto che i porti libici che non siano "sicuri" è una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo: quindi è una valutazione puramente giuridica, sulla quale non c’è una decisione politica da prendere, ma che è nelle mani di una Corte indipendente, che ha i suoi metodi di valutazione basati sullo Stato di diritto, sulla legge».



Migranti, Conte: «Sull’immigrazione l’Italia non è più sola». E alla Sant’Egidio, plaude ai corridoi umanitari

I migranti giunti a Pozzallo sulle navi Monte Sperone e Protector sono tutti sbarcati. 128 i minori non accompagnati. Si lavora ai ricollocamenti negli altri Paesi europei. Dopo Francia e Malta anche Germania, Portogallo e Spagna hanno accettato 50 migranti ciascuno, 20 l’Irlanda. Otto migranti, tra cui sei bambini, sono morti nell’ovest della Libia nel cargo di un camion dove erano stipati, a causa delle esalazioni di benzina che veniva trasportata all’interno. «Sull’immigrazione l’Italia non è più sola», ha ribadito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte intervistato dal Tg1. «È stato affermato un principio nuovo per cui i migranti sbarcati in Italia sono sbarcati in Europa». In visita poi alla Comunità di Sant’Egidio, Conte ha detto di sostenere l’iniziativa dei corridoi umanitari che hanno consentito finora, a 1.800 profughi di ottenere un visto per ragioni umanitarie grazie al quale presentare domanda d’asilo ed essere accolti in strutture per essere avviati a un percorso d’integrazione. «L’impegno della comunità di Sant’Egidio per i rifugiati, coi corridoi umanitari – ha detto il premier -, è in linea con la proposta italiana. Si tratta di un’immigrazione regolare, con numeri contingentati, ben definiti, che consente di creare percorsi di integrazione».



Mafia, colpo al clan Casamonica, 31 arrestati e 6 ricercati

Colpo al "clan Casamonica". È di 31 arresti e 6 persone al momento ricercate il bilancio di una maxi operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma. I militari hanno eseguito tra la Capitale e le provincie di Reggio Calabria e Cosenza 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda. I fermati sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.


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