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Giovedì 26 luglio 2018
Polizia stradale, niente rinforzi per Belluno
Il sindacato autonomo di Polizia (Sap) lamenta la carenza di attenzione verso la provincia.
Ancora una volta nessun rinforzo per la Polizia Stradale bellunese, sottolinea amaramente il Sap (Sindacato autonomo di Polizia). Infatti Belluno non compare nel piano di distribuzione dei potenziamenti di personale delle Specialità, previsti per il prossimo ottobre e resi noti dal Ministero lunedì 23.
Da giugno 2010 ad oggi - fa sapere il Sap - la Polizia Stradale bellunese ha perso 12 unità (7 la Sezione di Belluno, 4 il Distaccamento di Feltre e 1 il Distaccamento di Valle di Cadore) e il saldo negativo entro fine anno è destinato ad aumentare; con tre nuovi pensionamenti si arriverà a meno 15 unità. L’ultimo trasferimento ordinario in entrata per il ruolo agenti/assistenti è datato aprile 2012 (un agente a Valle di Cadore).
A livello centrale - rimarca il Sap bellunese - l’attenzione per questa provincia appare praticamente nulla. La Sezione Polstrada di Belluno con l’attuale organico riesce a garantire il servizio solo su due turni anziché cinque. L’età media dei pattuglianti è sempre più elevata: 51 anni a Feltre, 50 a Belluno, 46 a Feltre. Con questi numeri non si riesce più a garantire una continua ed efficace presenza sul territorio e non di rado capita che, per la concomitante assenza della Polizia Locale e della Polizia Stradale, a rilevare un sinistro stradale sia l’unica Volante presente su strada; sempre più unica considerando anche recenti e imprevedibili defezioni della Radiomobile dei Carabinieri.
È necessario cambiare drasticamente rotta – è la conclusione della Segreteria provinciale del Sap - gli organici sono oramai all’osso. A livello nazionale nella sola Polizia di Stato mancano 20.000 uomini, che diventano 50.000 se consideriamo tutte le Forze dell’ordine; l’addestramento è carente e non sempre adeguato, così come carenti sono anche mezzi ed equipaggiamenti. Se non si investe sulle Forze dell’ordine la sicurezza in Italia è seriamente a rischio. E il discorso vale pure per Belluno, anche se si tratta di un’isola felice rispetto ad altre realtà, ma non per questo deve essere sacrificata.
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